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lunedì 30 dicembre 2013

Andare per vie traverse (Auguri di buon anno)


(immagine presa da qui)


E così domani è l'ultimo giorno dell'anno.
Com'è stato il 2013 per me?
Beh, non è stato così di merda come dice l'immagine sopra.
Devo dire però che ci sono state delle cose che mi hanno fatto soffrire molto e altre invece nelle quali ho gioito molto.
E sapete una cosa? Molte delle cose nelle quali ho gioito sono tutte cose che io non avevo previsto.
Avete presente i buoni propositi che si fanno all'inizio dell'anno nuovo?
Ebbene, da diversi anni ce li ho e più o meno sono sempre gli stessi e più o meno continuo a rinnovare l'intenzione ogni anno.
Si tratta di cose per me essenziali, non qualcosa nella quale posso farne a meno.
E non si tratta nemmeno cose tipo "Da ora in poi sarò brava... Devo correggere il mio carattere... ecc..."
All'inizio dell'anno mai mi sarei immaginata, per esempio, che mi sarei iscritta a Facebook e a Pinterest e questo è niente.
Mai avrei pensato che avrei cominciato a usare la macchina da cucire (vedi qui in fondo il mio primo lavoro) oppure che avrei partecipato a dei laboratori di illustrazione (qui quello con Simone Rea a Macerata e qui quello con Morena Forza e Alessandra Fusi a Bologna). 
E queste cose mi sono piaciute che nell'anno prossimo continuerò a farlo.

lunedì 23 dicembre 2013

La magia del Natale

Non ho intenzione di fare chissà quale discorsone.
Voglio solo chiedervi di riportare alla mente il ricordo di quando eravate piccoli e aspettavate il Natale, della meraviglia che avevate negli occhi.



E' come se si sentisse un'aria frizzantina che ti solletica il naso, l'ansia dell'attesa e poi ecco.
La gioia pervade.
Spesso quando si parla della magia del Natale ci si ricollega a quando si era bambini.
Si pensa con nostalgia a quei tempi dove tutto era più semplice.
Ognuno di noi ha un proprio bambino interiore che ci accompagna dolcemente come se fosse la nostra ombra.
E quando si parla di ascoltare il proprio bambino interiore, non si intende essere sciocchi e puerili.
Si intende avere occhi nuovi. Il mondo sembra aver acquistato una luce sottile, i profumi solleticano...
Ognuno ha il suo bambino interiore e quindi mi sembra davvero sciocco che ci sia una formula magica per entrare in contatto.
Basta solo esserne consapevoli e rendersi conto che i bambini vivono nell'adesso, non quando tutto sarà finito.
Solo una cosa: non è che il bambino interiore ci sia solo a Natale.


Vi auguro tanta felicità.

Non solo a Natale




domenica 22 dicembre 2013

Il potere dell'immaginazione

Venerdì sera ho visto Miss Potter, il film biografico sull'illustratrice Beatrix Potter interpretata da Renee Zellweger e devo dire che ho amato particolarmente i momenti nei quali il mondo reale e quello fittizio si influenzano a vicenda.


una scena del film


Mi sono sentita vicina a lei quando parla ai suoi personaggi come se fossero veri e nel vedere la sua infanzia passata a creare storie, a immaginarle e a raccontarsele.

martedì 17 dicembre 2013

Meraviglia in formato Photoshop

Appena ho visto questa foto dell'Isola di Skye, Scozia (così era segnata) su Pinterest, ne sono rimasta catturata, incantata.
E quando l'ho repinnata, molti altri ne sono rimasti incantati, tempestandola di "mi piace" e repinnata in brevissimo tempo da quando l'ho caricata.


domenica 15 dicembre 2013

L'arte di Friedensreich Hundertwasser e la sua influenza

Una delle novità per me di quest'anno è stata quella di aver cominciato ad usare la macchina da cucire.
Dire che ho imparato è ancora presto però sto diventando più sicura.
Cosa c'entra questo con Friedensreich Hundertwasser?
E soprattutto: chi è Friedensreich Hundertwasser?
Nato esattamente 85 anni fa a Vienna (e morto il 19 febbraio del 2000 a Nuova Zelanda), si può dire che lui aveva un'anima eclettica. Infatti è stato pittore, scultore, architetto


Guardate bene il suo berretto perché la sua idea del colore è quella.
Avere un'idea e saperla trasporre in diverse forme d'arte.
Un'idea che non segue un rigido dettame della linea dritta, che considera l'errore spontaneo come un ostacolo di bellezza che ti costringe a pensare a nuove opportunità, a una nuova ricchezza per quell'opera facendola diventare un pezzo unico.
Ma più che dire, credo sia meglio mostrare.

giovedì 12 dicembre 2013

Il gioco dell'arte (seconda parte)

Pensate che io dopo aver fatto questo post, abbia finito con il gioco dell'arte?
Ah!

Ho continuato e oggi vedo che qualcuno ha postato questa vignetta



Che questo gioco stia diventando il nuovo tormentone?
Non direi. 
Non mi sembra che questo gioco sia l'Harlem Shake dell'arte o un Gangnam Art.
E' un gioco, un passaparola e tramite questo gioco, si può conoscere un autore nuovo e se magari quell'autore non ti piace, non è detto che non ci sia un'opera che non ti piaccia.

domenica 8 dicembre 2013

Il gioco dell'arte (prima parte)

Da ieri sto facendo su Facebook un gioco sull'arte.
E' come una catena, divertente e allo stesso tempo utile (potete dire lo stesso delle catene di solito? Non credo)
In che cosa consiste?
In pratica metti "mi piace" a uno stato che dice: "Tal de tali mi ha assegnato questo artista e io ho scelto quest'opera ecc...". Il Tal de Tali ti assegna un artista e tu devi cercare di quell'artista un'opera (di solito si assegnano pittori, ma andando avanti si sono assegnati lungo tutto il gioco costumisti, fotografi ecc... Dopotutto l'arte è un concetto molto ampio)
Realizzi appositamente uno stato prendendo spunto da quello che avevi scritto il Tal de Tali e se vuoi, aggiungi qualcosa. 
A chi mette "mi piace" alla tua immagine, tu assegni un artista e così si va avanti.

Vi metto gli artisti che mi sono stati assegnati e le immagini che ho scelto con qualche spiegazione sul perché le ho scelte.

Il primo artista assegnatomi è stato Gustav Klimt, uno dei miei preferiti. Potete vederlo anche dal post coi dipinti sulle sue donne ed è proprio una delle sue donne che ho scelto.


Bisce d'acqua I, 1904/1907

venerdì 29 novembre 2013

La libertà del palloncino, mio racconto in (meno di) 500 caratteri

Ieri su Youtube incappo in questo video e mi dico: "Perché no?"



Dopo diversi tentativi, mi era venuto in mente di scrivere su un palloncino e poi alla fine ho pensato che questa sensazione poteva essere perfetta per il nuovo capitolo di Aulonia e quindi ieri sera eccomi occupata, dopo alcuni mesi, ad aggiornare il blog di Aulonia (vedi qui).
Oggi leggo il racconto di Romina Tamerici (clicca qui) e mi è venuto in mente che potevo adattare quello che avevo scritto per ripostarlo al blog.
Ed è stato un duro lavoro perché si trattava di rientrare nei 500 caratteri (il linguaggio da sms è proibito!).
Quindi cava tutta la prima parte, cerca di togliere alcune frasi, altre le adatti e alla fine ho raggiunto i 473 caratteri.
Spero di aver fatto un buon lavoro.
Ecco il risultato finale:

martedì 26 novembre 2013

Fiabe, compagne dell'infanzia e non solo

Manca poco meno di un mese a Natale e già le strade si riempiono di persone intente a comprare i regali.
Oltre a cosa pensare a regalare alle persone per me più care, mi concedo anche dei regali per me stessa.
E in questo caso si tratta di fiabe.
Il primo che ho comprato è il secondo volume delle Fiabe Sonore (l'anno scorso è uscito il primo)


E poi i due volumi della Taschen sulle fiabe dei fratelli Grimm e di Andersen





Cosa dire?

giovedì 21 novembre 2013

I magnifici Quindici (terza e ultima parte)

L'amico blogger Daniele Riva in uno dei suoi blog realizza un post sulle mie analisi dei Quindici in una sorta di maidelenette di Proust.
E' stata una sorpresa per me e infatti l'ho ringraziato.
Inoltre mi piace quando c'è questo senso di comunione tra i blogger, davvero come fosse una catena.
Quindi ho deciso di realizzare adesso la terza e ultima parte.

Qui la prima parte
Qui la seconda parte



Premessa: come si è riscontrato, nelle varie edizioni i nomi di alcuni volumi possono cambiare e persino gli argomenti così come lo stesso volume può avere una numerazione diversa nelle altre edizioni. L'edizione rappresentata qui sopra è quella che ho io (immagine trovata su Google) e perciò è su questa edizione che io mi baso.


E iniziamo subito dall'undicesimo volume, Feste e costumi
Come dicevo per quanto riguardava il decimo volume Noi e il mondo, uno dei meriti per me di questa enciclopedia è di avermi fatto conoscere le altre culture, i punti di differenza e quelli di contatto.
Le feste rappresentano un punto di comunione per quel popolo e ciò che sembra strano a noi, a loro possono sembrare strane le nostre.
L'importante è che poi non ci sia alcuna "voce" di sottofondo che mi dica cosa devo pensare.
Più che altro mi si dice "Se tu vivessi qui, festeggeresti questo..."
Quindi io sarei potuta nascere in un altro luogo?
Quello che mi rende appartenente a questa cultura è perché io sono nata qui?
(Piccolo aneddoto: viene raccontato che il tipico Santa Claus con la barba bianca e il giubbotto rosso è quello degli Stati Uniti. E per me era strano perché quello era il tipico Babbo Natale che vedevo io nelle raffigurazioni. Allora il concetto di importazione non mi era ancora arrivato (ero davvero piccola) così mi chiesi se vivevo negli Stati Uniti.)
A vedere questo volume così festoso, letteralmente, un adulto potrebbe contestare che un mondo così è assolutamente naif, privo di realtà oggettiva.
Eppure quell'innocenza è parte del bambino così come il senso della paura. Ricordo che nel volume degli animali in estinzione si cominciava parlando degli animali già estinti e si parlava di loro attraverso delle storie come di un bambino che chiede a una persona adulta.
Anche se appartiene a un'altra cultura, un bambino che legge non sente la differenza. Magari è incuriosito perché quell'animale non l'ha mai visto prima però è facile che si identifichi con lui.
Così come quando nel decimo volume, all'inizio dei bambini di diverse culture chiedevano ai loro parenti come era nato il mondo.
Inoltre spesso da quelle pagine non è che si possono trarre delle informazioni vere e proprie ovvero di dati. A volte viene dato il senso di quella festa, da dove prende il nome


immagine presa dal blog dei Topipittori
(cliccate sopra per vedere meglio)


domenica 17 novembre 2013

I magnifici Quindici (seconda parte)



Qui la prima parte.

Continua l'amarcord coi Quindici, l'enciclopedia che ha accompagnato i bambini italiani dagli anni '60.
Adesso saranno passati sotto esame i volumi dal 6 al 10.

Quindi ecco il sesto volume, Gli animali preistorici
Accennati nel quinto volume degli animali, ecco quello che porta direttamente i bambini indietro nel tempo.
Ecco, devo averlo smantellato questo libro (o è stato mio fratello?) perché la copertina è tenuta insieme con lo scotch (e qualcuno magari griderà allo sacrilegio).
Comunque, a parte questo, sfogliare questo volume è quasi come entrare dentro questo mondo misterioso.
Sulla validità di alcune cose che dice non saprei dire poiché non escludo che molte altre scoperte siano state fatte, magari alcune che hanno fatto rivedere delle cose nelle quali si credeva prima e di questo se ne rende conto lo stesso volume con Quello che i fossili non possono dirci.
Sono delle supposizioni che faccio anche perché non me ne intendo quindi se c'è qualcuno appassionato di dinosauri che vuole precisare, è il benvenuto.
I testi, rispetto ai volumi precedenti, cominciano ad essere più ampi anche se non mancano le immagini.
Una delle cose che più mi piacciono è il paragone sempre con l'adesso e anche il cercare di fare capire ai bambini il tempo.
A proposito di questo, c'è appunto la pagina intitolata Quanto è lungo un milione di anni?
E si semplifica questo tramutando 100 milioni di anni in un solo anno.
Così la Terra si è formata 46 anni fa, i primi esseri viventi sono comparsi 34 anni fa ecc...
E se tu hai 9 anni, vuol dire che sei nato da tre secondi.
(dal libro)

sabato 16 novembre 2013

Ravenna tra le città candidate per Capitale della Cultura 2019. Si festeggia!!!


Piazza del Popolo (la piazza principale) a maggio



E così la corsa per la candidatura per Capitale europea della Cultura 2019 continua.
Ieri è stata pubblicata la short-list delle sei città che adesso se la devono vedere.
Oltre a Ravenna, ci sono Siena, Perugia-Assisi, Lecce, Matera e Cagliari.
Da ventuno città a sei.
Le città escluse sono Aosta, Bergamo, Caserta, Erice, Grosseto, L’Aquila, Mantova, Palermo, Pisa, Reggio Calabria, Siracusa, Taranto, Urbino e Venezia.


Un tripudio di festa ieri e oggi tutti ad incontrarci al Comune.
E' bello vedere una città che si abbraccia.
E vedere che Ravenna sia in effetti un "mosaico di culture".
Il sindaco Fabrizio Matteucci apre l'intervento.
Si sono anche letti anche alcuni interventi e il primo è stato quello di Ouidad Bakkali, giovane assessora della Cultura di origine marocchina (infatti le prime parole sono state nella sua lingua d'origine).
Culture come quelle d'origine, culture come diverse forme d'arte...
Cultura come la ricchezza della diversità


giovedì 14 novembre 2013

Ravenna capitale della cultura? In attesa della prima selezione (Aggiornato)





vista della Darsena di città
foto presa da qui


Più volte nel mio blog ho parlato di Ravenna e della sua candidatura a Capitale della Cultura 2019.
Ieri è partita una delegazione di 10 persone attive nel mondo della cultura e non solo (leggi qui) che interverranno di fronte ai giudici e questi ultimi sceglieranno domani dalle 4 alle 6 candidate per la prima selezione.
In tutto le città italiane sono 21.
Che dire?
A questo punto si può solo aspettare.


mercoledì 13 novembre 2013

Le scelte che compiamo (10 anni col teatro)

A volte ci sono delle scelte che ti pongono in una strada e dopo diversi anni ricordi quella data con enorme affetto come se fosse una data importante di tutta la tua vita.
Ed è così per me il 13 novembre del 2003.
Non è neanche il giorno dello spettacolo, ma quello del primo giorno di laboratorio della non-scuola.
Perché ho scelto questa data quando non quella dello spettacolo?
Dopotutto lo spettacolo rappresenta il brivido, l'emozione, si sta sul palco e senti ogni tua emozione spandersi.
Ci si può sentire in bilico come camminare sul filo e, nel frattempo, senti l'adrenalina.
Quindi perché oggi?
Ovviamente il mio primo spettacolo con un laboratorio della non-scuola rappresenta per me una tappa fondamentale.
Ricordo ancora adesso la grinta che avevo, quando presi la sedia e a furia di dire "Merda, merda, merda" la sbattevo per terra.
Interpretavo Herna de Le presidentesse di Werner Schwab, una signora bisbetica, molto bigotta, che desidera solo dei nipotini da suo figlio ed è innamorata del macellaio Wottila.
In quel frangente, non ne potevo più di sentire "Merda, merda, merda" da un'altra delle "presidentesse", molto lasciva e così (parlo ovviamente di me come personaggio), mi alzai, gridando "Basta!!!!", facendo cadere indietro la sedia e riprendendola, alzandola e sbattendola.
Nelle prove era qualcosa di molto più calmo e sereno. 
Allo spettacolo ero una furia tanto che le guide (ovvero chi gestisce il laboratorio e che appunto ci guida) hanno temuto che rompessi la base che ci sopraelevava.
Ricordo adesso vari momenti e poi quello dove prendevamo gli applausi, uno ad uno e quelli che ho ricevuto erano immensi.
Diversi ruoli poi si sono succeduti fino a qualche anno fa quando ho deciso di smettere perché ormai quella fase era finita.
Quindi perché il 13 novembre?
Perché tutti noi prima o poi ci poniamo delle scelte da fare e non sappiamo come andrà a finire.
Io mi appassionai al teatro, mi resi conto che il gioco del teatro era molto familiare a me e inoltre che ormai il teatro faceva parte di me.
Si aprii un mondo per me fatto di sensi, un mondo istintuale ed io non è che decisi di farne parte, sentivo di doverci essere.
E' come accorgersi di avere i sensi di un animale selvatico e in effetti stare sul palco è come se la tua vista si ampliasse, senti gli odori di ciò che è intorno, l'intuito si amplifica...
E' come una scuola di istinto.
Ma questo non riguarda solo il teatro.
Ogni volta che si fa una scelta e ci accorgiamo che la nostra natura si sta rivelando... Beh, allora sarebbe da sciocchi non seguirla.
Per questo ricordo il 13 novembre e con questo ogni giorno che sono stata là, ogni giorno che ho continuato con testardaggine.
Ricordo di aver lasciato entrare il teatro nella mia vita, di avermi influenzato tanto nella mia vita e la sua influenza continua ancora adesso.
Che cosa succederà adesso?
Non lo so. Al momento sto cercando di finire un progetto teatrale, il secondo dopo L'eretica.
E ovviamente c'è anche la pittura.
Inoltre mi sto interessando anche all'illustrazione e grazie ai corsi che ho fatto (prima con Simone Rea, dove oltre alla pittura con l'acrilico ci ha fatto fare un esercizio di illustrazione, e poi con Morena Forza e Alessandra Fusi) mi sto accorgendo che per illustrare, non basta disegnare.
E' una continua trasformazione questa e vedere dove ti porta.


di Christian Schloe


idem


Anche perché per rivoluzionare la propria vita non è necessario compiere grandi imprese che debbano entrare nel Guinness dei Primati.
Basta anche un piccolo cambiamento.


E voi? Quali sono le scelte che vi hanno portato in una strada diversa da come credevate fino a un attimo fa?




Qui il post sul mio primo laboratorio e qui su tutti i laboratori della non-scuola che ho fatto.

domenica 10 novembre 2013

I magnifici Quindici (prima parte)

Chiacchierando su Facebook sull'infanzia degli anni '80 e '90, sono saltati fuori i Quindici.

questa è l'edizione che ho io
immagine trovata su Google


Che dire dei Quindici?
Diversi libri della mia infanzia li ho dati via (alcuni con mio pentimento), alcuni li ho persi (con mia rabbia) e invece altri li ho fatti rimanere e tra di questi ci sono anche loro, i favolosi Quindici.
Da quella chiacchierata, è ritornata per me la voglia di rispolverarli, di leggerli.
A volte alcune cose vissute nell'infanzia rimangono cristallizzate (Love forever) lungo gli anni. Altre volte invece succede che il ricordo che avevi non è lo stesso di come lo trovi e quindi molte volte ci si trova con lo smarrimento (Davvero guardavo/leggevo quella roba?) oppure con delusione (Ma non era come lo ricordavo!!!)
E i Quindici?
Supereranno la prova della realtà?
Ma soprattutto supereranno lo scontro con gli anni?
In effetti quest'enciclopedia ha accompagnato i bambini italiani dagli anni Sessanta.
E visto che sono quindici (ma và?) ho deciso di dividere questa mia rilettura in tre parti così da non far venire fuori un malloppone.
Perché io a fare dei mallopponi sono un'esperta assoluta soprattutto quando ci metto le immagini, ma sto cercando di guarire. 
Abbiate pazienza.

Passiamo al primo volume Poesie e rime

martedì 5 novembre 2013

Polline - Una storia d'amore

E così oggi ho preso il libro Polline (Kite edizioni) sceneggiato da Davide Calì e illustrato da Monica Barengo.




L'ho preso soprattutto per le illustrazioni.
Lo ammetto sin dall'inizio: ero scettica. Non capivo.
Cos'è che non capivo?
L'anatomia non capivo.
Questa testa grande e le mani piccole, il collo grosso e quant'altro. Non capivo.
Infatti una cosa che non capisco tanto sono le teste grandissime, macrocefale e il corpo piccolissimo un po' quelle che si vedono nel Surrealismo Pop e da allora le trovo dappertutto quasi come se fosse obbligatorio.
C'è da dire che finora le avevo viste in foto piccole o avevo dato uno sguardo distratto nel fumetto dedicato alla storia vera e drammatica di Io so' Carmela (Edizioni Beccogiallo Store) dove lei disegnava e sceneggiato da Alessia Di Giovanni.
Comunque ero anche curiosa. Curiosa di capire quale fascino suscitassero le sue illustrazioni visto che ne avevo sentito parlare parecchio e bene. E...
Devo dire che sono stata prevenuta.
Le caratteristiche che io vedevo erano prese a sé stante, mentre io dovevo vederle come una totalità.
Dopotutto mi è venuto in mente che anche nella pittura ci sono esempi simili.
Basti pensare ad Amedeo Modigliani.

sabato 2 novembre 2013

Le farfalle di Vladimir Kush + ciliegina (500.000 visualizzazioni)

Come avevo accennato nel post scorso, per le 500.000 visualizzazioni vorrei presentarvi delle farfalle speciali, quelle di Vladimir Kush.
Pittore e scultore contemporaneo russo (è nato nel 1965), si appassiona (e si vede) a Salvador Dalì grazie ad un libro dopo aver esperimentato diverse tecniche pittoriche.
Si nota subito quanto c'è di Dalì tale da confondere soprattutto in temi simili come l'uovo (vedi in questo post dove il primo quadro l'avevo trovato come di Salvador Dalì e invece ho visto poi che non era il suo).
Nel suo sito potete trovare i suoi quadri e sculture.
Inoltre c'è da specificare che sebbene sembra che si ispiri al surrealismo, lui preferisce chiamare il suo stile come un realismo metaforico.
E in effetti a guardare le sue opere e i titoli che lui dà, sembra che ci sia un gioco nello stravolgere la realtà oppure nel dare una sua interpretazione.
Inoltre i suoi quadri sono spesso degli enigmi e parlando di enigmi non si può non ricordare i quadri di René Magritte che ha indagato molto sull'uso della parola, sul suo significato e sul rapporto che ha con l'immagine.

Nulla viene lasciato al caso e si può trovare conferma nel leggere la sua pagina wikipedia ovvero della forte influenza che ha avuto da suo padre, un matematico.

Ovviamente, ho scelto le farfalle.
Spesso protagoniste, a volte semplici spettatrici eppure mai un elemento esclusivamente decorativo.
E come spesso succede nei suoi quadri, le forme si trasformano e questo succede anche con la farfalla che, simbolo di metamorfosi, di libertà, di effimero, compie il suo lavoro.

Nel suo sito poi, capita che assieme ai quadri ci sia una spiegazione.
Quando questo succede, inserisco il link però prima suggerisco di osservare bene prima il quadro da soli e poi dopo di leggere la sua interpretazione.




Freccia nel tempo
(vai qui)


venerdì 1 novembre 2013

Manca poco alle 500.000 visualizzazioni. Grazie

Manca pochissimo e per ringraziarvi spero che sentirete le farfalle sbocciare dentro di voi.



Illustrazioni di Catriz Welz-Stein (Catrin Arno)


mercoledì 30 ottobre 2013

Cristianesimo contro Halloween... Quando la finirà?

(Nota del 24 gennaio 2016: può capitare che nel tempo le conoscenze cambino oppure che si rivelino delle inesattezze. Per esempio il fatto del satanismo. Quando si pensa a ciò si pensa subito a una setta satanica tipo le Bestie di Satana, ma così come per le diverse religioni, ci sono diverse sfumature e non in tutte si uccide o si violenta. Di certo sono la persona meno indicata per spiegare le sfumature anche perché praticamente non è che so tanto comunque è un invito, e lo dico anche per me, ad informarsi bene e a non prendere per oro colato tutto quanto)







Premessa: se vi sembra che io stia attaccando il Cristianesimo, sappiate che sto solo rispondendo e che a volte le parole gentili non lo sono per niente quando in realtà nascondono il disprezzo. Più che altro pongo la questione a quei cristiani che continuano ad andare contro ovvero a domande come: Quanto conosco di loro? Ho mai provato ad ascoltare uno di loro?
Se volete rispondere, bene ma non offendete.

Intanto aggiungo delle immagini trovate su Google 



E così domani è Halloween, festa temutissima.
Temuta perché è qualcosa che riguarda la notte?
Anche, ma perché soprattutto sembra che voglia sradicare le radici del Cristianesimo.
Che strano, le radici del Cristianesimo non sono forse quelle del Paganesimo? (Prima di rivoltarvi contro di me, fate qualche ricerca)
Eppure chi festeggia Halloween e chi conosce il suo significato pagano ovvero Samhain non ha nessuna intenzione di fare una guerra.

lunedì 28 ottobre 2013

Il magico meraviglioso mondo di Pinterest

Non è passata neanche una settimana da quando mi sono iscritta a Pinterest e già ho "pinnato" 311 immagini.
Facciamo però prima qualche passo indietro.


una delle board  
(non mia. L'ho trovata su Google e inserita per farvi vedere com'è una board)


Il mondo di Pinterest aveva già cominciato ad affacciarsi a me quando ho letto questo post di Anna Castagnoli nel suo blog Le figure dei libri. 
Anche giusto un po' prima, ma quel post mi è stato utile per capire diverse cose.
Così quando cercavo delle immagini per il blog non solo mettevo cosa cercavo, ma aggiungevo Pinterest anche su Google.
La cosa che più mi faceva incavolare era Perché diavolo non mettete il titolo? O almeno l'autore? Almeno quello. cosa che poi ho riscontrato anche in diversi blog.
Poi ho fatto il corso sullo stile con Morena Forza e Alessandra Fusi (leggi qui) e neanche un giorno da quando sono arrivata che bam! Mi sono iscritta su Pinterest.

Vi presento le mie board.


martedì 22 ottobre 2013

Workshop "Questione di stile" a Bologna con Morena Forza e Alessandra Fusi (resoconto)





E così ieri sono tornata dal corso.
Ma prima che vi parli di come sia stato, vi vorrei fare una semplice domanda: che immagine avete voi di un illustratore?
Forse ve lo immaginate rinchiuso nel suo spazio oppure ancora immerso nella natura dove prenderà le sue ispirazioni. Prenderà il suo taccuino, ogni tanto ci disegnerà spinto dall'ispirazione e vivrà fuori dal tempo.
Ebbene se è così che ve lo immaginate, sappiate che vi state assolutamente sbagliando. 
Sarebbe bello pensare ad un illustratore come ad una figura romantica eppure questa figura è assolutamente stereotipata. Magari può fare quello che è scritto qui sopra, ma non fa unicamente quelle cose. E se c'è qualche illustratore che è così, è un'eccezione, è magari qualcuno che appartiene già all'Olimpo.
Inoltre non teniamo conto di tutti quei pregiudizi che si hanno verso la figura dell'illustratore ovvero visto che lui non timbra il cartellino, non si può considerare lavoro vero e proprio.
E' vero che si può gestire il suo tempo nell'arco della giornata però è anche vero che anche quando sembra che non stia lavorando, il più delle volte sta progettando mentalmente, sta cercando le varie opzioni, la strada meno ovvia, scruta le varie possibilità ecc...
Inoltre il disegno non è solo un'attività ludica soprattutto se sai che con quel lavoro ci guadagni il tuo pane.
Se ho deciso di fare questa premessa è perché già subito, appena iniziato il corso, le due insegnanti, Morena Forza e Alessandra Fusi, hanno voluto parlare sulle possibilità di marketing.
Troppo cinica questa cosa? No, perché alla fine non si disegna per noi stessi. Disegniamo per un prodotto che si vende e con questo non voglio dire che tutti gli illustratori siano dei venduti.
Nel post precedente facevo questa domanda al pensiero di fare il corso: Che cos'è lo stile?


mercoledì 16 ottobre 2013

Workshop "Questione di Stile" a Bologna con Morena Forza e Alessandra Fusi



Come ho già accennato all'inizio del post precedente, questo venerdì parteciperò ad un altro corso d'illustrazione, dopo quello di Simone Rea, e questa volta sarà sullo stile.
Partirò giovedì pomeriggio e ritornerò lunedì mattina.

Che cos'è lo stile? 

Bella domanda.

A volte quando mi chiedono in che stile disegno o dipingo, mi verrebbe da rispondere "Boh!"
Semplicemente perché non so bene come raccontarlo.
Per me è naturale disegnare o dipingere in un certo modo che fermarmi a riflettere sullo stile è come ritornare bambina e chiedermi quanto fa 7x8 (e non chiedetemi perché mi è venuta in mente quest'operazione perché vi darei la stessa risposta di sopra).
Mi ricorda un racconto che ho letto da bambina dove a un millepiedi chiedevano "Con quale zampa cominci a camminare?".
E il millepiedi, concentrato sulla risposta da dare, non si mosse più.
Poi, ovviamente, sono interessata alla storia, agli illustratori, pittori del passato, mi incuriosiscono le varie "ragnatele" tra gli stili e di come non ce n'è mai uno solo, ma spesso è la commistione di più fattori.
Così a volte, per descrivere il mio stile, prendo dei piccoli esempi di questo o quello come se stessi scrivendo una ricetta. Gli ingredienti possono essere gli stessi, ma le dosi possono cambiare.
Inoltre lo stile si può evolvere.
Sempre riguardo agli autori, è sempre meglio cercare i maestri dei propri "maestri", vedere da dove sono partiti quasi come se stessimo smontando un meccanismo.

Comunque, una cosa che mi piace del fare i corsi è l'inevitabile confronto.
Inevitabile e a volte ti smonta davvero, ti costringe a rivedere alcune cose che ritenevi scontate, ad essere più consapevole di quello che stai facendo e quindi, quando ho letto che il corso è sullo stile e che è a Bologna (vicinissimo visto che io abito a Ravenna), mi sono detta che non me lo potevo sfuggire.

Allora, che cos'è lo stile?

Magari qualcosina ve la dirò fra qualche giorno.
Intanto ecco cosa dicono le due illustratrici.



P.S.: Nel link qui sopra andate al loro blog Roba da Disegnatori un dei blog must in assoluto per chi vuol fare illustrazione. Andateci.

P.P.S.: Sullo stile ne ha parlato benissimo Anna Castagnoli de Le figure dei libri (andateci assolutamente! Anche questo è un must non solo perché troverete il mondo dell'illustrazione nelle sue sfaccettature, ma perché troverete un mondo) ed è diviso in due sezioni: qui e qui.
Inoltre un esempio pratico può essere il suo post Visi e stili ovvero come interpretare un viso, come viene visto da diversi autori.


Aggiornato

lunedì 14 ottobre 2013

Kay Nielsen

La settimana è appena iniziata e già il mio pensiero va a giovedì pomeriggio poiché venerdì inizia per me un altro corso a Bologna dopo quello con Simone Rea a Macerata.
Quello di Simone si basava sull'acrilico mentre questo va allo stile.
Tra i materiali richiesti c'è anche di portare almeno tre references di illustratori che ci piacciono.
Ebbene, io adoro gli anni '20.
Adoro l'illustrazione di quell'epoca, la Golden Age dell'illustrazione.
Di Arthur Rackham ne avevo già parlato.
Ora tocca a Kay Nielsen, illustratore danese.




dalla fiaba Le dodici principesse danzanti


lunedì 7 ottobre 2013

GIOIA!

Ieri c'è stato il primo compleanno della sede dell'Arcigay di Ravenna "Frida Byron" e Noanda Tania Moroni, la presidentessa, per l'occasione chiedeva se qualcuno voleva fare una mostra, suonare, fare mercatini ecc...
Così mi propongo di realizzare un dipinto e lei ne è subito entusiasta.
Mi chiede di realizzare lì il dipinto e all'inizio non ci avevo pensato, ma ho accettato subito di buon grado.
Dopotutto non è la prima volta che facevo live painting (vedi qui e qui).
Le ho chiesto cosa volevo che dipingessi e lei mi dice: "La gioia."

Gioia

Cosa mi fa sentire la gioia?

Quando vedo una farfalla passarmi accanto, sento la gioia.

E così ho fatto.
Immaginavo prima un vortice di farfalle però poi mi sono chiesta: "Da dove vengono queste farfalle?"
La risposta è stata: "Dalle mani."

Quindi ho immaginato delle mani che liberassero le farfalle.
All'inizio ho immaginato una mano tesa, ma così poteva sembrare che volesse catturare le farfalle.
No, non le doveva catturare.

Ecco il dipinto:


Come vi sembra?

sabato 5 ottobre 2013

L'uccello di fuoco (Fantasia 2000)



Qualche giorno fa ho preso il dvd di Fantasia 2000 per far vedere a una mia amica uno dei più bei pezzi che io abbia mai visto: l'ultimo, quello con la musica de L'uccello di fuoco di Igor Stawinskij.




Spesso viene considerato il corrispettivo di Chernabog del Fantasia originale. (vedi qui).
In effetti non è un paragone campato per aria e non soltanto perché sono gli ultimi pezzi dei due film.
All'apparenza non potrebbero essere più diversi: da una parte abbiamo Chernabog, una presenza malevola, una delle forme del Diavolo e dall'altra abbiamo lo Spirito della Primavera, una presenza benevola, l'essenza di Madre Natura.

lunedì 30 settembre 2013

La mia piccola Zoe

C'era una volta una ragazza che aveva 15-16 anni e se ne stava sempre per le sue.
A quella ragazza piaceva, tra le tante cose, scrivere e così scrisse la storia di un ragazzo che era bistrattato da tutti, evitato come la peste e lo chiamavano "il figlio del Diavolo" perché era nato al funerale di suo padre e dopo pochi anni, anche sua madre morì.
Rimasto orfano, andò ad abitare da sua zia, sorella del padre, e lei aveva una bambina della sua età molto vivace. Il bambino si chiama Achille e la bambina Zoe.
Credo che invece abbiate già intuito che io sono quella ragazza o almeno lo sono stata.
Comunque, mentre stavo scegliendo il benedetto nome per la nuova vita di Aulonia, mi ritornò in mente questo nome "Zoe".
Zoe deriva dal greco e significa "vita" (Infatti "azoto" in greco sta per "senza vita").
Vita che è però diversa da quella di "bios" che ha un inizio e una fine. 
Zoe indica proprio l'essenza della vita e forse è stato proprio questo significato, alla fine, a vincere su Sonia (che fa rima con Aulonia e significa "sapienza") e Luna.

Vengo poi a sapere, cercando "zoe", che una città invisibile di Italo Calvino si chiama proprio così.
Ecco cosa dice:


L'uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar. In ogni città dell'impero ogni edificio è differente e disposto in un diverso ordine: ma appena il forestiero arriva alla città sconosciuta e getta lo sguardo in mezzo a quella pigna di pagode e abbaini e fienili, seguendo il ghirigoro di canali orti immondezzai, subito distingue quali sono i palazzi dei principi, quali i templi dei grandi sacerdoti, la locanda, la prigione, la suburra. Così - dice qualcuno - si conferma l'ipotesi che ogni uomo porta nella mente una città fatta soltanto di differenze, una città senza figure e senza forma, e le città particolari la riempiono.

Non così a Zoe. In ogni luogo di questa città si potrebbe volta a volta dormire, fabbricare arnesi, cucinare, accumulare monete d'oro, svestirsi, regnare, vendere, interrogare oracoli. Qualsiasi tetto a piramide potrebbe coprire tanto il lazzaretto dei lebbrosi quanto le terme delle odalische. Il viaggiatore gira gira e non ha che dubbi: non riuscendo a distinguere i punti della città, anche i punti che egli tiene distinti nella mente gli si mescolano. Ne inferisce questo: se l'esistenza in tutti i suoi momenti è tutta se stessa, la città di Zoe è il luogo dell'esistenza indivisibile. Ma perché allora la città? Quale linea separa il dentro dal fuori, il rombo delle ruote dall'ululo dei lupi?

Insomma, una città dove tutto si confonde, tutto diventa massa e così tutto perde importanza.
Ecco, facciamo che non succeda questo a Zoe.


Non ti preoccupare, mio giovane albero dal legno ancora morbido, diventerai forte e manterrai la tua essenza.



Atlante della meraviglia di Vladimir Kush


Vai qui per leggere il nuovo capitolo



P.S.: La storia che ho scritto a 15-16 è intitolata "Il numero zero" perché Achille era ossessionato da questo numero e credeva che fosse tale numero il responsabile di tutte le disgrazie della sua vita. Non l'ho mai pubblicata e la tengo per me.

venerdì 27 settembre 2013

Vestirsi d'acqua

Ieri prendo una rivista e leggo di questo trend: il seapunk.
In effetti avevo notato quest'invasione di acqua, di colori turchesi e opalescenti e questo mi ha fatto ricordare quando vidi in tv la collezione di Alexander McQueen, credo l'ultima prima della sua morte avvenuta nel 2010.
Molti lo ricordano per i teschietti, io invece mi ricordo della meraviglia che mi ha suscitato nel vedere questi vestiti:



martedì 24 settembre 2013

Quando si legge una fiaba



Hans Christian Andersen che legge di  Elisabeth Jerichau-Baumann, 1862

Spesso mi capita di leggere delle opinioni di un adulto sulle fiabe e sono sempre negative, ma credo che quell'adulto non si renda conto degli errori che fa nel leggere la fiaba.
Proviamo a pensare alla mentalità di un adulto, alla maggior parte degli adulti.
Se il cervello viene diviso in due parti, possiamo immaginare quale sia quella tipica di un adulto.

(clicca per ingrandire)


Eppure molti scienziati hanno trovato la risposta ai loro dubbi nei sogni e ciò che è venuto fuori è stato infine confermato.
Perché sono passata ai sogni?
Perché le fiabe non sono tanto diverse dai sogni.

venerdì 20 settembre 2013

Figlia della Luna

Stanotte c'era la luna piena, la Luna del Raccolto, e stanotte è nata la versione umana di Aulonia.
(Vai qui per leggerla)


Magia della luna di Asako Eguchi


Festeggiamo!!!



Elfi e fate di Edmund Dulac

lunedì 16 settembre 2013

Confessioni di una disegnatrice

Quando sono andata per la prima volta nel blog Roba da Disegnatori, ho notato subito delle frasi a destra e mi riconoscevo pure.
Quindi avevo pensato, con il permesso della blogger, di usarle per un mio post come se fosse una sorte di confessione ed eccola qua. Ovviamente le frasi del blog sono quelle in neretto.
Alcune risposte saranno anche un po' ironiche quindi non prendetele sul serio. O magari dovete?
Comunque eccole qua.
E visto che sarà una confessione vera e propria, inserisco alcuni miei disegni passati.




Corsaro del sole, anni '90


Dovevo comprare dei nuovi jeans ma sono tornato con 2 artbook E SONO FELICE.

Ne volevo prendere un altro, ma avevo i soldi contati


LE MIE UNGHIE non sono sporche sono MACCHIATE.

Non sono MACCHIATE, ma COLORATE come le mie mani.

E anche il mio braccio.
E anche questa guancia.
...

domenica 15 settembre 2013

Quando i dipinti e i disegni parlano di se stessi

Parlami di te,
di qualsiasi cosa
tu voglia dire.

Io sono qui


Ho iniziato a caricare video su Youtube (il primo video risale al 31 gennaio 2010) molto dopo essermi iscritta ovvero nell'aprile del 2008
Dopo aver caricato il video pensavo a come mettere i miei dipinti su un video.
Non volevo fare la solita carrellata di dipinti, volevo che fossero vivi.
Quindi ho pensato che se erano vivi, potevano parlare e chi meglio di me poteva fare per loro?
Ed eccomi alla presa con una videocamera da poco, a parlare mentre filmavo e come hanno notato tutti, è molto artigianale. Forse anche un po' troppo.
Ma la cosa che più spiccava è che erano, e lo sono, poetici, che ho avuto un'idea originale... Questo e molto altro lo dicevano nei commenti.
E poi la voce. Ho giocato molto anche qui. A volte la sentirete piccola ed esile, altre impetuosa, altre leggera, altre spumeggiante e via ancora.
Insomma ho fatto come dei piccoli spezzoni teatrali dove io ero la burattinaia di qualcosa che muovevo filmando e alla quale prestavo la mia voce (come fanno poi i burattinai)
Solo che andando avanti, meno commenti c'erano.
All'inizio non c'era niente che accompagnava questi video e molti altri così ho pensato che con la musica sarebbero stati meglio.
Quindi, ricercai su Youtube le musiche e in maggioranza sono delle musiche classiche, ma anche quelle strumentali.
A volte la ricerca durava anche più di un'ora. Il fatto è che il video era pronto ed è la musica a doversi adattare. Non solo alla durata (molte sono interrotte), ma anche al mio parlato che variava.
Alla fine posso dire che ho trovato tutte le musiche a tutti i video con i miei dipinti.
E non solo. Mi divertivo a inserire la musica anche agli altri video ovvero quelli riguardo alla natura e ad Aulonia.
Con le musiche, i video divennero completi.
Ieri poi ho pensato di inserire nel titolo una frase, qualcosa, che riconduceva sempre a tutti i video coi miei dipinti, che appariva sempre prima del titolo del quadro.
All'inizio pensai a PAINTING (e DRAWING) STORY, poi cambiai con Once Upon a Time, poi TELL ME A STORY (ispirato da un video di un youtuber) però dopo ho immaginato che molti avrebbero detto che io avevo copiato anche se poi digitando Tell me a story, uscivano fuori tantissimi video e non solo i suoi.
Quindi alla fine, optai per PARLAMI DI TE perché alla fine è quello che fanno.

E qui potrete trovare la mia playlist con tutti i video dove i miei dipinti (e disegni) parlano di se stessi.
Alcuni cantano e l'ultimo non parla neanche. 
Alcuni parlano di disperazione, di gioia, di speranza e di violenza.

E voi? Avete voglia di ascoltarli?


Anche Bisogno d'amore ve lo sta chiedendo


P.S.: Di solito gli youtubers invitano ad iscriversi, a mettere mi piace, a commentare, a condividere. Anzi, è un vero e proprio incitamento. Io non ho messo quasi mai quest'avvertimento perché desideravo che fosse chi mi guardava a scegliere. 
Però è vero che un certo sostegno fa sempre piacere. Dopotutto, se metti qualcosa su Youtube, oppure anche scrivi su un blog, è perché desideri esporre agli altri, comunicare con loro, far vedere qualcosa di tuo.
Quindi fatelo (iscriversi, mettere mi piace, commentare e condividere) SE lo volete fare.
Di sicuro, io non vi costringo.
La stessa cosa vale per i due blog (parlo anche per quello di Aulonia)