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domenica 10 novembre 2013

I magnifici Quindici (prima parte)

Chiacchierando su Facebook sull'infanzia degli anni '80 e '90, sono saltati fuori i Quindici.

questa è l'edizione che ho io
immagine trovata su Google


Che dire dei Quindici?
Diversi libri della mia infanzia li ho dati via (alcuni con mio pentimento), alcuni li ho persi (con mia rabbia) e invece altri li ho fatti rimanere e tra di questi ci sono anche loro, i favolosi Quindici.
Da quella chiacchierata, è ritornata per me la voglia di rispolverarli, di leggerli.
A volte alcune cose vissute nell'infanzia rimangono cristallizzate (Love forever) lungo gli anni. Altre volte invece succede che il ricordo che avevi non è lo stesso di come lo trovi e quindi molte volte ci si trova con lo smarrimento (Davvero guardavo/leggevo quella roba?) oppure con delusione (Ma non era come lo ricordavo!!!)
E i Quindici?
Supereranno la prova della realtà?
Ma soprattutto supereranno lo scontro con gli anni?
In effetti quest'enciclopedia ha accompagnato i bambini italiani dagli anni Sessanta.
E visto che sono quindici (ma và?) ho deciso di dividere questa mia rilettura in tre parti così da non far venire fuori un malloppone.
Perché io a fare dei mallopponi sono un'esperta assoluta soprattutto quando ci metto le immagini, ma sto cercando di guarire. 
Abbiate pazienza.

Passiamo al primo volume Poesie e rime

(Le due immagini le ho prese da qui)
Riguardandolo, già mi viene la nostalgia ed è tutta lì.
Inoltre quest'argomento non invecchierà mai.
A cambiare però sarà il rapporto con certi argomenti.
In questo libro tutto sembra essere felice e spensierato (i capitoli sono divisi per diversi momenti della giornata e c'è sempre un disegno come se l'avesse fatto un bambino).
Poi arrivano certe filastrocche che farebbero impallidire i genitori di adesso, chiamare subito il Moige.
Un esempio è la filastrocca nota come Il grillo e la formicuzza


Due personaggi che muoiono? I due protagonisti principali addirittura?
Ma non si può. 
La morte non deve toccare i nostri bambini.
Che cosa ne possono sapere loro che sono stati appena toccati della vita?
A parte il fatto che penso che i bambini sono più a conoscenza dei misteri della vita di quanto si pensi.
Conoscenza che non equivale alla raccolta dati, ma a un sentire più profondo.
Hanno un istinto innato.
Almeno, io spero che ce l'abbiano ancora questo istinto perché a vedere bambini come se fossero adulti in miniatura mi fa provare una rabbia e sento una grande ingiustizia.

Inoltre, attraverso questo libro, ho potuto conoscere anche Pierino Porcospino.




Un bambino coi capelli lunghi e con le unghie delle dita lunghe?
Che orrore!!!
Devo dire che nei confronti di questo bambino provavo curiosità e pensavo che quelli che dicevano: "Che schifo..." erano davvero cattivi.
Per conoscere meglio l'opera totale di Heinrich Hoffmann vi consiglio assolutamente di andare a questi tre post di Figure dei libri: La nascita di Pierino Porcospino e Pierino Porcospino: un'opera comica (parte 1 e 2).
Una cosa che ho notato riguardandolo, e considerando soprattutto queste due parti, è che non c'è nessuna enfasi. 
Non c'è nessuno all'orecchio che mi sta dicendo: "Uuuh, ora dovrai tremareeee".
Vengono presentati qui con estrema semplicità.
E' chiaro che chi lo legge rimane un attimo sconcertato però poi se continua la lettura, presto il ricordo non si fossilizzerà.
Almeno, questa è una considerazione basata su di me, sui miei ricordi e quindi alcuni possono essere discordi.



Passiamo al secondo volume, Racconti e fiabe
Beh, se già le poesie e le rime non invecchiano, queste poi... Rimangono sempreverdi.
Oltre ad alcune classiche fiabe dei Grimm, di Andersen, alcune favole di Esopo (c'è persino una di Giambattista Basile ovvero Gagliuso, un Gatto con gli Stivali dal finale un po' diverso), ci sono tantissime altre fiabe che mai più ho ritrovato.
Lo ammetto: tutte non le ho lette. Perché no? Boh. Sta di fatto che se non volevo leggere quella fiaba, non la leggevo. Punto e basta.
Ci sono diverse fiabe che ricordo molto bene come quelle italiane raccolte da Italo Calvino e visto che prima abbiamo parlato di morte, non possiamo non parlare di Zio Lupo.



immagini prese da qui


Devo dire che la parte che più mi faceva paura non era l'atto del mangiare, ma l'attesa della bambina.
E qui ho capito cos'è la suspance.
Vado a rileggere questa fiaba e vedo che è romagnola.
Poveri lupi romagnoli.
(piccola nota: a proposito di lupi, ho letto su un libro di scuola di mia madre un lupo che sentì una nonna arrabbiata promettere che avrebbe fatto mangiare dal lupo il suo nipotino. Il lupo era lì in attesa per questo succulento boccone e alla fine la nonna dice al nipotino: "Non ti preoccupare. Anzi, se troviamo il lupo ce lo mangiamo noi." E il lupo se ne tornò a casa spazientito e con la pancia vuota. La prima volta che l'ho letto mi sono messa a ridere non perché volevo che il bambino veniva mangiato, ma per la figura che ha fatto il lupo. Non chiedetemi di più perché non saprei cosa rispondervi)


E dalle fiabe passiamo alla scienza con il terzo volume ovvero Il mondo e lo spazio.
Se c'è una cosa che mi è sempre piaciuta dei Quindici è che doveva sapere perfettamente della curiosità inesauribile dei bambini e della loro voglia di capire il mondo, capire com'è fatto e riguardo a questo tema ci ha fatto diversi volumi.
E sapeva trattarlo con estrema semplicità.
A rileggerlo verrebbe quasi da studiarci sopra.
Inoltre le immagini, la scrittura strutturata come se fosse una poesia, le lettere grandi... Non c'era niente che potesse appesantire un bambino.
Forse qualcosa c'è nel rileggerlo adesso ovvero la presenza di ripetizioni, di frasi come Se guardi in basso, troverai questo oppure Se butti a terra questo, formerai quello. Roba che lo leggi adesso e pensi "Sì e allora?".  Lo leggevi da bambino e potevi pensare: "Davvero?!" e magari anche "Ora ci provo.".
Ci sono anche dei bambini naturalmente cinici che già passano alla seconda fase con un semplice "Ah.".


Quarto volume: Le piante
E uno può pensare: "Ma che cazz? Non c'è un filo logico tra un volume e l'altro."
Non so, per me non è stato un problema.
Comunque, con questo volume potevi capire perfettamente cosa vogliano dire le stagioni, le fasi della vita, già dall'inizio.
Come ho detto riguardo al primo volume non c'è nessuna enfasi, nessuna inutile drammaticità.
Si accetta la natura per quello che è, si può capire che ogni fase è importante perché è necessaria persino l'inverno.
Non c'è nessuno che mi dice come mi devo sentire, che emozioni devo provare e penso che in questo ci sia un enorme rispetto riguardo al bambino.
Questa è l'introduzione:

Le storie che non finiscono mai 

Noi abbiamo scoperto che certe storie vere non finiscono mai perché ricominciano sempre.
Come la storia dell'albero.
L'albero d'inverno dorme, poi a primavera si risveglia e mette le gemme e poi i fiori e i frutti. In autunno le foglie diventano gialle o marroni o rosse e cadono.
E l'albero si addormenta.
Poi si ricomincia da capo

I bambini della 2°A


C'è una tale naturalezza in tutto questo.
Si vede meglio cosa succede e poi viene spiegato il perché. Viene fatto vedere cosa succede dentro alla pianta e qui magari ti senti un po' più vicino a queste creature.

Due erano le parti che più mi entusiasmavano: le leggende legate alle piante e le foto finali quelle della sezione di Guardarsi intorno.
La meraviglia la puoi trovare intorno a te. 
La bellezza è ovunque.

E poi ogni foto aveva con sé una poesia e trovi John Keats, Percy Bysshe Shelley, Christina Rossetti...
Cioè un lusso!
Rendetevi conto che io a 10 anni avevo già letto miriade di volte quest'enciclopedia (non so neanche quando è arrivata in casa. E' una di quelle cose che pensi ti abbiano accompagnato sin dalla nascita) e non solo questa. Avevo anche un'enciclopedia dell'UTET (ferma al 1989).
Ora vedo che i bambini di adesso leggono cose che mi fanno impallidire, di una noia mortale e soprattutto che dice in maniera specifica ai bambini cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Sono davvero moraleggianti.
Mettendo queste poesie, non c'è un giudizio come "Oh, ma questa roba è talmente complicata che un bambino non la capirà."
Okay, magari ci vorrà un po' di tempo però sarà incuriosito e di sicuro, anche inconsapevolmente, quello che avrà letto arriverà.
Un'altra cosa che mi piace è che si capisce che l'uomo può essere sia il nemico principale della natura però ci sono molti uomini e donne che agiscono per salvarla.
Non c'è una rassegnazione che spesso sento in giro.
Io non so se quanto questo mondo riuscirà a sopravvivere, ma con le mani in mano non si è mai risolto niente.


Passiamo al quinto volume ovvero Gli animali

Questo volume è messo peggio degli altri. 
Si leggono tutti bene, alcuni sono anche sottolineati a penna.
Questo volume ha la costina staccata.
Ve l'ho mai detto che da bambina disegnavo sempre animali? No? Ve lo dico adesso.
Da bambina ero una patita degli animali. Ero indecisa tra il fare la pittrice o la veterinaria. Volevo farlo perché così avrei curato Figaro, un gatto tutto nero arrivato a casa mia il 1 agosto 1989. Io avevo sei anni, lui pochi giorni e l'ha trovato mio padre nel cantiere dove lavorava.
Ora non sarò una veterinaria, ma saluto ancora gli animali e alcuni rimangono stupiti dalla facilità con la quale mi approccio.
Cosa dire di questo volume? Beh, come gli altri ha una scrittura semplice e diretta, le lettere sono grandi. Non ci sono molte parole. Le immagini ci sono come sempre e si segue anche la vita di alcuni animali.
All'inizio vengono suddivisi gli animali per classe (mammiferi, anfibi ecc...) poi ci sono curiosità, viene spiegato cosa voglia dire vivere in un certo ambiente e c'è anche una breve sezione riguardante i dinosauri e un'altra, sempre breve, agli animali estinti (queste due sezioni verranno poi approfondite in volumi specifici).
La questione forse più controversa oggi è la parte dedicata alle cavie, agli animali da laboratorio. 
Recentemente ho condiviso su Facebook la foto di un gatto sottoposto a qualche esperimento che non so bene cos'aveva in testa.
In questi anni si sta sviluppando una maggiore eticità riguardo a questo eppure cosa può succedere, che possiamo prendere un'immagine e leggerci tutt'altro.
Nel senso vediamo un animale impaurito e due medici accanto a lui. Uno penserà: "Di sicuro gli starà facendo del male" e magari uno non pensa che in realtà quella puntura serve per fargli stare bene, per guarirlo.
Vediamo un cane con delle piaghe. Di sicuro sono gli effetti di un farmaco e magari non si pensa che abbia una malattia.
Vediamo degli animali barbaramente uccisi e subito pensiamo che sia reale e magari non pensiamo che è tutto finto, che sono fotogrammi di un film (Il fatto che in alcuni film vengano uccisi davvero è un'altra questione).
E se ve ne parlo è perché mi ha posto a rifletterci sopra: quando vediamo un'immagine che ci colpisce emotivamente, quanto siamo lucidi con la mente? Quanto siamo capaci di vedere se quell'immagine è vera o falsa? 
Vi faccio un'esempio: il caso di Kony 2012. 
A me già sembrava sospetto quando me ne hanno parlato per via dei gadget. Ho pensato che non c'è nessuna serietà in questo. Mi sembrava una cosa assolutamente totalmente assurda. 
Se dico questo è perché ci sono delle persone che ci marciano con questo e non pensiate che visto che ve lo dico, io ne sia immune. 
Non sono assolutamente una maestrina e mi dispiace se ad alcuni lo sembro, ma non è affatto mia intenzione.

Torniamo al volume.
L'ultima sezione è il Bestiario, da me sottolineato, cerchiato... Ho passato molto tempo con questo volume.


Fine del quinto volume e fine della prima parte.
Spero che questo amarcord sia piaciuto e alla prossima settimana con la seconda parte.

Grazie mille a tutti voi.


Aggiornamento 18 novembre 2013: 
Qui la seconda parte
Aggiornamento 21 novembre 2013:
Qui la terza e ultima parte

7 commenti:

  1. Quanti ricordi hai generato con questo post. Li ho anch'io, i mitici Quindici, di un'edizione di un bel po' di anni anteriore e leggermente diversa per impostazione. Sono quelli nella foto su wikipedia.

    Li considero un'utile formazione, mi consentirono di arrivare in prima elementare che già sapevo leggere e mi hanno proiettato in mondi distanti con la fantasia e l'immaginazione. Li ho, ho scritto, non "avevo". perché mi capita ogni tanto di andarli a consultare con nostalgia. Il mio più consunto è il volume numero 9, del quale non hai ancora parlato, così mi fermo qui...

    Ciao

    Daniele

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  2. Ne sono davvero felice.
    Sono andata a vedere qual è il volume 9 e... dirò tutto la prossima volta.
    Grazie infinite.

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  3. Cara Alma,
    con questo bel post hai toccato un punto per me insieme festoso e dolente. Festoso perché I Quindici sono uno dei più bei ricordi della mia vita, dolente perché non li ho più e mi sono strapentito di essermene liberato. Intanto, posso dirti che in realtà I Quindici ci accompagnano fin dagli anni '60, perché io li ricevetti in dono nel giugno 1967, al termine della prima elementare. Il mio volume preferito in assoluto è il secondo: Racconti e Fiabe. E' lì che ho scoperto l'immenso Andersen, oltre a certi straordinari racconti d'oltreoceano (I Quindici, se ben ricordo, vengono proprio dall'America). Poi c'è naturalmente Zio Lupo che, guarda caso, sto utilizzando nel mio nuovo romanzo "Solve et Coagula" in corso di pubblicazione, a schegge, sul blog "Il Dedalo delle Storie" di Romina Tamerici.
    Ed è ancora ne I Quindici che ho scoperto, per esempio, l'esistenza di tale John James Audobon (naturalista e pittore americano dell'800) che ho utilizzato in un altro mio scritto. Insomma, per me I Quindici continuano a essere tuttora, a distanza di decenni e nonostante la separazione, fonte inesauribile di ispirazione.

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  4. Dagli anni '60? Allora correggo.
    Sì, credo che I Quindici derivino dall'America e leggo che appunto quell'enciclopedia si chiama Childcraft ed è degli anni '30.
    Beh, di sicuro con la memoria non li hai mai persi se il ricordo è così vivo in te tanto da trasformarlo e da riutilizzarlo.
    Spero che potrai ritrovarli così da averli tra le mani

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  5. Mi accontenterei anche di una scannerizzazione, almeno del secondo volume (possibilmente nell'edizione che avevo io). Ma forse è già chiedere troppo. Chissà però se rovistando qua e là in internet... un pezzo qua un pezzo là. A cominciare, per esempio, dai tuoi post...

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  6. Che cosa in particolare ti piacerebbe avere?

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  7. Be', come ho scritto, la cosa fondamentale sarebbe il volume Fiabe e Racconti. Agli altri potrei rinunciare senza troppi problemi. Non è solo una questione di testi, ma anche di immagini. La scelta delle illustrazioni di accompagnamento alle storie era quasi sempre molto felice. Ricordo per esempio la foto (non disegno) di una Bella Addormentata o qualcosa del genere che mi colpì molto. Proprio adesso, però, mi sono tornate in mente un paio di immagini della preistoria tratte da un altro volume che mi hanno colpito con altrettanta forza...

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Grazie per i commenti