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giovedì 6 ottobre 2011

Pan è vivo o morto?!

E' stato citato quando ho parlato delle Streghe, delle Ninfe, ha aiutato Psiche.
Di chi sto parlando?
Ma naturalmente del semidio greco dei boschi Pan.



Pan adagiato di Peter Paul Rubens, 1610 ca.



mosaico pavimentale di origine romana, 138-192 d.C.






Innanzitutto voglio premettere una cosa: Pan non è Satana.
Il Cristianesimo ha solo fatto assumere le sue sembianze a Satana, ma in realtà non lo è.
Pan rappresenta la Natura nel suo aspetto più selvaggio.
Di lui si ha sempre l'immagine di colui che assale le ninfe per possederle, di rincorrerle.
Alcune volte ci stanno, altre scappano trasformandosi in elementi della natura.


Pan e la Baccante (seguace di Dioniso) di George Demetrescu Mirea


Pan e Selene di Hans von Aachen, 1600-1605


Ninfa sulle spalle di Pan di Arnold Bocklin


Pan e Pitys

Anche se a volte gli capitano degli "incidenti"


Pan e Ermafrodita


Ma è soprattutto l'incontro con la ninfa amadriade (ovvero ninfa degli alberi) Siringa ad essere il più conosciuto nella mitologia greca.



di Jean François de Troy, 1722-1724


di Peter Paul Rubens, 1636 ca.


di Jacob Jordaens


di Nicolas Poussin, 1637


di François Boucher, 1759

Allora la ninfa scappò fino al fiume Ladone e invocò le naiadi per essere trasformata in canna palustre.


di Arthur Hacker

Così Pan decise di costruire il suo strumento, il flauto di Pan, con le canne, come ricordo di lei. Un po' come successe ad Apollo con Dafne


Pan insegna a Dafni a suonare il flauto, copia romana

Come già detto, Pan è vitale, ma dopo la trasformazione di Siringa si mostra in un diverso aspetto. Ecco come lo psicanalista James Hillman nel suo Saggio su Pan



 narra questa sua trasformazione:
La musica della Siringa è l'auto-coscienza che inibisce e trasforma la coazione. Invece dello stupro sulla riva del fiume, c'è un malinconico zufolio, canto e danza. La coazione, tuttavia, non è sublimata ma espressa in e attraverso un'altra immagine, poiché anche canto e danza sono isitntuali. 
Mediante la siringa il clamore che Pan ama diviene musica, il tumulto un passo misurato; i modelli si elaborano; c'è spazio, distanza e aria, come il mormorio del vento del pino (...) La coazione sessuale di Pan sembra tutta diretta verso il fine della riflessione, giacché egli non è prevalentemente un Dio padre, la sua discendenza essendo mitologicamente insignificante. La sua generatività di un altro tipo.
Queste favole ci dicono che la natura istintuale stessa brama ciò che la renderebbe consapevole di sé. 



Pan tra le canne di Arnold Bocklin, 1856



Pan che suona lo zufolo di Arnold Bocklin, 1897


Idillio di Arnold Bocklin

Inoltre Pan mostra la sua benevolenza aiutando una Psiche disperata dopo che è stata abbandonata da Eros (aveva visto il suo vero aspetto):

Ecco come Apuleio racconta il loro incontro:

Allora per caso Pan, il dio campagnolo, si trovava seduto sulla sponda del fiume, tenendo tra le braccia Eco, la dea delle montagne, cui stava insegnando  a ricantare diverse canzoncine: vicino agli argani, sparse le sue caprette ruzzano allegre, mordicchiando l'erba ai bordi del fiume.
Il dio caprigno, quando vide Psiche così abbattuta e disperata, poiché non era all'oscuro della storia, la chiamò presso di sé con dolcezza e incominciò a consolarla con parole molto confortanti: "Bella fanciulla, è vero che io sono di campagna e pecoraio, ma ho una grande esperienza, grazie ai tanti anni che mi gravano sulle spalle! Dunque: se ho ragione pensando quello che penso ( e di sicuro quelli che se ne intendono ritengono che quella sia la vera arte dell'indovino!), da questo tuo modo di procedere smarrito e barcollante, dall'eccessivo pallore del viso e dall'incessante sospirare, infine dai tuoi stessi occhi addolorati, tu sei gravemente malata d'amore. Per cui ascoltami, e non ti venga in mente un'altra volta di morire annegandoti o cercando qualche altra maniera violenta di toglierti la vita. Smettila di piangere e allontana da te la tristezza: piuttosto adora Eros che è il più grande degli dei e cerca di conquistarlo con teneri favori, lui che è giovane, delicato e sensibile a certi giochi d'amore."


Pan e Psiche di Edward Burne Jones, 1874

Dopo che il dio pastore ebbe così parlato, Psiche, senza nemmeno rispondergli, semplicemente fece atto di riverenza alla divinità che aveva voluto aiutarla e se ne andò via diritta.


Ma chi è veramente Pan? Qual è la sua origine?
Ecco cosa scrive James Hillman sempre nel suo saggio:
Egli era un Dio dei pastori, un Dio di pescatori e cacciatori, un vagabondo privo persino della stabilità derivante dalla genealogia. I lessicografi del mito indicano almeno venti origini di Pan. Suo padre è di volta in volta Zeus, Urano, Crono, Apollo, Odisseo, Ermes  o la compagnia dei pretendenti di Penelope; il suo è perciò uno spirito che può sorgere veramente in qualsiasi luogo, frutto di molti movimenti archetipici o di generazione spontanea. Una tradizione gli dà come padre Etere, la tenue sostanza che è invisibile eppure ubiqua, e il cui nome indicava anticamente il cielo luminoso o il tempo associato con l'ora del meriggio (si veda più avanti) di Pan.  Ma se Pan è così diffuso e spontaneo, perché attribuirgli un'origine? Questa linea venne seguita da Apollodoro (Framm. 44 b) e da Servio nel suo commento alle Georgiche di Virgilio.
Certamente la sua ascendenza materna è oscura. Il racconto che cio viene dato nell'Inno omerico a Pan, ripreso da Kerényi in Dei ed eroi dell'antichità, mostra Pan abbandonato alla nascita da sua madre, una ninfa dei boschi (wikipedia cita come madre la ninfa Driope e sembra sia scappata per l'orrore alla vista di Pan), ma avvolto in una pelle di lepre da suo padre Ermes (l'essere generato da Ermes mette in rilievo l'elemento mercuriale presente nello sfondo su Pan), il quale portò il bambino sull'Olimpo dove fu accolto da tutti (pan) gli Dei con gioia. Soprattutto Dioniso ne fu felice.
Questo racconto situa Pan entro una specifica configurazione. Innanzitutto, essere avviluppato nella pelle della lepre, un animale particolarmente sacro ad Afrodite, a Eros, al mondo bacchico e alla luna implica che egli è avvolto in queste associazioni. Il suo primo indumento sta a significare la sua iniziazione nel loro universo: egli è stato adottato da quelle strutture di coscienza. In secondo luogo, il fatto che suo protettore sia Ermes conferisce alle azioni di Pan  un aspetto ermetico. Essi celano dei messaggi. Sono modi di comunicazioni, connessioni che significano qualcosa. In terzo luogo, la gioia di Dioniso esprime la simpatia che c'è tra di loro. Questi Dei, perciò, formano il fascio archetipico entro cui Pan è inserito e dove, in particolare, possiamo presumere che venga costellato.



Pan che fischia ad un merlo di Arnold Bocklin


Il Giardino di Pan di Edward Burne Jones


Pan di Mikhail Aleksandrovich Vrubel, 1899


In alcune pitture antiche sembra che Pan e Eros lottino,




affreschi di case romane


 ma si tratta di un gioco anche perché l'Amore e il Tutto non possono non coesistere.



Eros e Pan di Francesco Mancini


Afrodite, Eros e Pan, 100 a.C


Così come a volte succede nella Natura ciò che può essere forte e vitale, a volte anche malinconico, può rivelare un aspetto terribile. La parola "panico" deriva proprio dal dio Pan. Infatti guai a disturbarlo nell'ora del meriggio.
Ma che cos'è il panico? Ecco cosa dice sempre James Hillman:
"Il panico, soprattutto di notte quando la cittadella s'oscura e l'eroico io dorme, è una diretta participation mystique alla natura, un'esperienza fondamentale, addirittura ontologica, del mondo vivo immerso nel terrore. Gli oggetti diventano soggetti; essi si animano di vita mentre noi siamo paralizzati dalla paura. Quando l'esistenza viene sperimentata attraverso i livelli istintuali di paura, aggressione, fame o sessualità, le immagini assumono una propria irresistibile vitalità. L'immaginale non è mai tanto vivido come quando siamo legati istintualmente con esso. Il mondo vivo è, ovviamente, animismo; che questo mondo vivente sia divino e immaginato per mezzo di diversi Dei dotati di attributi e caratteristiche è panteismo politeistico. Che paura, spavento e orrore naturali è saggezza. Secondo Whitehead natura viva significa Pan, e le impennate paniche aprono verso questa realtà."

Natura viva...

Nel Tramonto degli Oracoli, Plutarco narra che Pan sia morto. A quel grido, si levarono pianti.
Un dio che muore, che cosa strana.



Sacrificio a Pan di Francisco Goya, 1771

Ma Pan non è un dio qualsiasi: è il dio della Natura. Non viveva nell'Olimpo, ma nell'Arcadia. Era un dio soggetto alle sue stesse forze.
Più che altro, Pan è stato privato della sua forza vitale. La sua immagine è stata trasformata in quella di Satana. Con l'avvento del Cristianesimo, Pan è morto.
Per sempre? Non credo proprio.


Il trionfo di Pan di Nicholas Poussin, 1636


Finché si riconosce nella Natura una forza vitale, Pan c'è.



P.S.: Se volete informarvi, vi consiglio di leggere il saggio di James Hillman

Aggiornamento 28 ottobre 2011: Ieri è morto James Hillman. Aveva 85 anni. Qui il post dedicato a lui

Aggiornamento 8 giugno 2014: Un post su Pan lo potete trovare qui.

4 commenti:

  1. Wow Alma, grazie mille per la sorpresa finale del link! Magari trovo il modo di ricambiare.
    E vedo che non ti sei risparmiata con le immagini... ora che ho visto, farò in modo nei prossimi post sull'argomento di usarne di diverse (ne ho una discreta collezione).
    Direi poi che hai fatto una buona selezione di estratti dal saggio di Hillman. E direi anche che è una vera fortuna che io abbia scelto di non usarlo, così non ci siamo sovrapposti :)

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  2. L'ho fatto con vero piacere.
    Ahahaha per le immagini ho un debole. Faccio una ricerca anche di ore e ore per trovare le più adatte.
    Non vedo il problema se tu avessi inserito degli estratti del saggio di Hillman. Magari avresti inserito altri estratti.
    Nel caso tu avessi inserito gli stessi, non stiamo mica gareggiando ;)
    E non ti avrei dato tipo del copione. Può capitare di usare la stessa fonte e credo che in questo caso, il saggio su Pan è una lettura consigliata.

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  3. Sono d'accordo, ma intendevo dire che in tal modo contribuiamo, nel nostro piccolo, ad aumentare la varietà e il numero di opportunità offerte della blogosfera.

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Grazie per i commenti