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venerdì 26 marzo 2010

Una bambina di nome Alice

Questo post è dedicato a tutti coloro che rimangono bambini nell'animo, spontanei e innocenti come gemme racchiuse in una calda veste di corteccia, che abbracciano affettuosamente ogni piccolo ramo storto e che soprattutto non si lasciano intimorire da rigidi schemi e troppo dritti.


Venerdì scorso sono andata a vedere Alice in Wonderland di Tim Burton e ammetto che ne sono rimasta delusa. Sapevo che si trattava di un seguito idealizzato però avevo fiducia nell'immaginario di Tim Burton. Purtroppo non avevo considerato l'impronta della Disney.



Non aggiunge niente di nuovo a tutto quello che è stato realizzato precedentemente. Mi è sembrata la solita storia con il combattimento finale tra bene e male ed è questo quello che più mi ha disturbato: nei film burtoniani la distinzione tra bene e male non è mai netta e anzi chi viene considerato oltre misura, fuori dalla normalità è il protagonista, colui che si distingue dagli altri.
C'è da dire che se dovessi dargli un voto, gli darei non qualificabile.


__________ATTENZIONE SPOILER

C'è una cosa che mi sconcerta, che non mi torna. Allora Alice si ritrova quasi ventenne totalmente estranea alle regole vittoriane, insofferente ai rigidi costumi dell'epoca e ha questo sogno-incubo che la tormenta da dieci anni ovvero la sua visita al Paese delle Meraviglie. Arriva lì ancora e si dimostra estranea al mondo che più assomiglia al suo carattere imprevedibile, ribelle e anticonformista. Non so, io avrei rivisto la discesa come una liberazione e invece viene immischiata in un combattimento che non si sentirà di fare, ma che è già chiaro sin dall'inizio che si fa.

_________FINE SPOILER

Ho trovato la sceneggiatura troppo lineare, dritta come un'autostrada e senza corsie vicine. In più la follia, il gioco dei non-sense è trattato troppo sbrigativamente.


Non sono una purista e so bene che un "tradimento" ci sta bene, ma qui si tratta di aver stravolto completamente l'essenza del racconto così mi è venuta voglia di fare questo omaggio al modo così strambo, bizzarro e totalmente folle del Paese delle Meraviglie partendo dalla sua origine.


Origine del romanzo:

Alice nel Paese delle Meraviglie in realtà è nato come un regalo di Natale che Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Dodgson) fece a una bambina di nome Alice Liddell. Lei, le sue due sorelle, Edith e Lorina, e Lewis Carroll amavano trascorrere le giornate insieme e in un meriggio dorato del 4 luglio 1862 erano sul Tamigi e "le tre crudeli sorelle", come le chiamò poi ironicamente, lo tormentavano nel raccontargli una storia (Lewis Carroll amava raccontare storie), più storie soprattutto era Alice Liddell, che allora aveva 10 anni, ad insistere e, appena tornati a casa, Alice chiese la sua storia preferita scritta. Così Carroll la scrisse a mano, la illustrò e la regalò ad Alice nel Natale del 1864. Allora però la storia non si chiamava Alice's Adventure in Wonderland (questo il titolo completo), ma Alice Underground. Anche i figli dello scrittore George MacDonald lessero il manoscritto e lo dissero al padre così che spinse Lewis Carroll a correggere e pubblicare il manoscritto.


L'immagine di Alice che noi tutti conosciamo, quella bionda col vestito bianco e il grembiule bianco lo si deve alle illustrazioni di sir John Tenniel, famoso più per le sue vignette satiriche, che prese come modello Mary Hilton Babcock indicata proprio da Lewis Carroll.




Alcuni temi trattati nel romanzo di Carroll vengono usati nei vari campi dell'arte e il romanzo stesso, anticipatore di molte teorie freudiane per la sua componente onirica e surreale, è usato spesso come riferimento e ispirazione Inoltre è entrato anche come fenomeno di costume tanto che al nome Alice si associa subito una persona bizzarra, che sta perennemente sulle nuvole mentre il suo significato originale è "di bell'aspetto", dal germanico Athalaid, divenuto poi Alis in francese antico e poi latinizzato in Alicia, oppure può derivare dal greco Aliké, "creatura del mare". Infatti Alice nella mitologia greca era una nereide ovvero una ninfa marina.


Varie versioni cinematografiche e televisive:




La prima Alice, 1903 di Cecil Hepworth



di W. W. Young, 1915




di Norman McLeod, 1933




Betty in Blunderland di Max Fleischer, 1934




di Lou Bunin, 1949



di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske, 1951



di Jonathan Miller, 1966




di William Sterling, 1972




di Yefrem Pruzhanskyione, 1981 (russo)




di Harry Harris, 1985, film tv




di Jan Svankmajer, 1988 (ceco)


di Nick Willing, 1999


Ho deciso, dove ho potuto, di rappresentare l'inizio e la caduta nella tana del Bianconiglio perché nelle intenzioni di Carroll questa discesa rappresentava quasi una caduta negli Inferi, nell'abisso, ma non inteso in maniera tetra bensì colorata e vivace come un foglio pieno di colori contrastanti ai colori "naturali".

Video con illustrazioni:




Alice nel Paese delle Meraviglie illustrata da Salvador Dalì



da Artur Rackham




e da sir John Tenniel


Lewis Carroll non voleva solo esaudire la richiesta della piccola Alice di trovare la sua storia preferita scritta, ma anche metterla in guardia dagli adulti che nel Paese delle Meraviglie mostravano completamente la loro vera faccia come nella Regina di Cuori, "ridicolizzata" nelle illustrazioni di Tenniel con l'aspetto caricaturato della Regina Vittoria,



un avvertimento sul mondo assurdo degli adulti con le loro regole strambe e senza alcun senso "Prima la sentenza e poi i testimoni!" per esempio.

La vera Alice,



ancora di più del cartone animato Disney del 1951, era sveglia e non si lasciava intimorire dalla Regina di Cuori ed era questo ciò che più si augurava Lewis Carroll nei confronti di Alice Liddell, di non lasciarsi intimorire da quel mondo parallelo al suo di bambina e di mantenere sempre il suo acume, la sua curiosità e quello che alla fine sogna la sorella di Alice in Alice Underground, traduzione di Adele Cammarata, è ciò che desidera lo stesso Carroll:
Allora pensò (come in un sogno dentro al sogno) a come la stessa piccola Alice, in futuro, sarebbe diventata una donna adulta: e come avrebbe mantenuto negli anni della maturità, il cuore semplice e amorevole della sua infanzia: e a come avrebbe riunito altri bambini intorno a lei, e reso i loro occhi brillanti e desiderosi di molte storie meravigliose, forse anche di queste avventure della piccola Alice di un tempo lontano: e a come avrebbe condiviso i loro piccoli dispiaceri, e ricavato piacere da tutte le loro semplici gioie, ricordando la propria vita da bambina e i felici giorni d'estate.


Mi raccomando se vedete un coniglio bianco con il panciotto, anche se siete in età adulta, non perdete tempo a pensare. Seguitelo!


Aggiornamento 23 febbraio 2013:
Visto che molti video non esistevano più ho dovuto cambiarli con altri e alcune scelte erano dovute visto che non c'erano molte.
Ripensando al film di Burton, è stata una delusione enorme e ancora adesso ci penso come un'occasione sprecata.


Aggiornamento 15 ottobre 2016:
Cambiati altri video


Modificato

5 commenti:

  1. analisi molto dettagliata e completa su alice, complimenti. potrebbe essere benissimo il capitolo di una tesi di laurea!

    riguardo all'ultimo alice in wonderland non l'ho ancora visto e ho un po' di timore a farlo, visto che i pareri di molti fanatici sia di tim burton che di alice sono stati perlopiù negativi, compreso il tuo

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  2. Accidenti, non credevo ci fossero così tante versioni cinematografiche del libro di Carroll! Davvero troppe, forse...e poi dell'ultima versione burtoniana ne avevamo già parlato. Non poteva fare altro che deludere. Meglio Svankmajer, no? Hai realizzato proprio un bel post, con la descrizione delle origini del libro, e l'etimologia del nome Alice, che ignoravo completamente. E così tanti video! (ehm..ehm...mi sembra di riconoscerne qualcuno ;-) Sei una piccola/grande ricercatrice, e spero che più avanti tu riesca a trovare altre curiosità su Alice e a pubblicarle qui.

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  3. @ Marco (Cannibal Kid): Ho anche trovato alcuni che giustificano il fatto che Tim Burton si sia "trattenuto" perché sennò sarebbe stato troppo spaventoso per i bambini. Quando ci sono andata io al cinema di bambini nemmeno l'ombra. Poi pareri entusiasti di persone che conoscono solo il cartone Disney.
    Mi aspettavo molto dall'unione Carroll-Burton e credo di non essere l'unica :)

    @ andrea: E' stata una bella ricerca e mi entusiasmo a fare ciò, a trovare collegamenti e credo tu possa capirmi. Se troverò qualcosa, la posterò sicuramente.

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  4. Post molto ricco, sono d'accordo con il Cannibale.
    Ad ogni modo credo che la colpa della scarsa qualità della versione burtoniana non sia della Disney, quanto di Burton stesso, che mi è parso completamente svogliato e disattento rispetto al progetto.

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  5. Non escludo che sotto sotto ci sia anche Tim Burton però mi chiedo a questo punto come si sia ridotto visto che lui credeva nel progetto e nelle sue intenzioni c'era il voler rispettare l'essenza del libro come lui stesso ha dichiarato.

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Grazie per i commenti