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martedì 23 marzo 2010

Libertà alle immagini!

Stamattina sono andata a Bologna per la Fiera delle Illustrazioni, fiera a cui ho avuto diritto a un pass gratuito partecipando al concorso anche se non sono stata presa tra i vincitori.
La mia visita alla fiera ha avuto due parti: la prima tra le selezioni degli illustratori e la seconda negli stand editoriali.
Cosa posso dedurre da ciò che ho visto? Beh, che la materia prima c'è, c'è l'inventiva però poi quando si tratta di pubblicare, trovare qualcuno che investa su di te è molto difficile. Se si guarda le varie case editrici, si vede come si cerca sempre di ripetere la stessa formula appena si capisce che funziona.
Inoltre ho capito che il mercato per bambini è un mercato molto più vasto di quanto si crede e si vede nelle librerie dove è relegato un piccolo spazio.
Eppure ci sono molti capolavori evergreen destinati ai bambini, ma che si leggono sempre con piacere: Pinocchio, Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie, le fiabe di Andersen e Il Piccolo Principe (per citare gli esempi più famosi) che ancora vendono indipendentemente dalle mode. Perché vendono? Perché sono universali, perché parlano di noi eppure sono letture "per bambini" come se ciò dicesse che quindi sono infantili e senza importanza.
Inoltre mi sono sentita quasi esclusa dal mondo dell'editoria (o almeno dalla maggioranza) poiché ogni editoria ha un suo modo di fare e io mi sentirei bloccata se mi chiedono di fare qualcosa di lezioso, di "puccioso", di ........Che cariiiiiiiiiiiiinoooooooooooooo! Lo voglio! Lo voglio! Lo vogliooooooooo!!!!!!!!! Ecco di questo.

Mi viene in mente Tim Burton. Lui che sin da piccolo disegnava ed è stato assunto dalla Disney e tra i suoi lavori c'è stato Red & Toby nemiciamici: "Era una tortura, dovevo disegnare tutte le scene con le graziose bestioline ammiccanti. Semplicemente non ci riuscivo." (da wikipedia). E adesso che è stato riassunto dalla Disney per Alice in Wonderland (presto vorrò fare un post su questo argomento), le briglie non si sono sciolte del tutto. Anch'io quando mi sono cimentata nel realizzare le cinque illustrazioni per il concorso alla Fiera, mi sono sentita bloccata e impaurita perché avevo paura di stare andando più in là finendo così all'ultimo momento nel realizzare ciò che ho mandato e di certo non era il meglio che potevo dare.

Non bisogna che le immagini vadano al potere, bisogna dare potere alle immagini!

Se le immagini si impoveriscono a cliché, anche la nostra immaginazione diventerà tutta un cliché.


P.S.: Avevo caricato le pile della macchina fotografica, volevo fare un filmato sulle illustrazioni dedicate a Gianni Rodari (da piccola avevo letto Il libro degli errori e La freccia azzurra), ma non avevo dimenticato di mettere le pile?! Aargh!

P.P.S.: Dal 1995, l'Unesco ha deciso che oggi è la Giornata Mondiale del Libro. Quindi oggi ci sono varie iniziative e la più famosa è quella di Sant Jordi in Catalogna, Spagna, dove in strada si leva il grido "Mas libros, mas libres!" (trad. Più libri, più liberi!). L'ho letto nella rivista Illustrati (http://www.libri.it/) e mi sembrava giusto dirvelo anche se ormai il 23 sta finendo. Leggere un libro è un incontro con noi stessi. Sempre!

2 commenti:

  1. Non sapevo che Tim Burton avesse lavorato per la Disney all'inizio della sua carriera. Posso immaginare che noia dover disegnare cose che non si sentono, e che troviamo insopportabili. Queste restrizioni sono davvero un impedimento per un'artista creativo, e che vuole esprimere quello che sente liberamente, senza cedere a pressioni esterne.
    Dare potere alle immagini è un ottimo slogan. Sono d'accordissimo!!!

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  2. E' quasi paradossale che un artista con la sua creatività debba sottostare a dei rigidi schemi per lavorare e creare che non si può neanche più chiamare così poiché la creazione ha un bisogno assoluto della spontaneità e della libertà.

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Grazie per i commenti