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martedì 9 febbraio 2016

Omaggio alla Commedia dell'Arte e alle sue maschere

Oggi è Martedì Grasso.
In questi mesi noi del Circolo degli Attori stiamo preparando due brevi spettacoli sulla Commedia dell'Arte con Roberto Guidobaldi e con l'aiuto regia di Chiara Roncuzzi.
Prima ci siamo approcciati alle maschere ed eccole qua a partire da quella che senz'altro è la più conosciuta ovvero



Arlecchino



di Paul Cezanne





di Pablo Picasso, 1918


L'abbiamo presente Arlecchino con il suo abito colorato fatto a pezze di stoffa?
Ma chi è veramente Arlecchino? Come si muove?
Arlecchino è uno Zanni (forma veneta di Gianni) ovvero un servo. 
Di Zanni ce ne sono diversi. C'è il servo stupido, quello intelligente e la via di mezzo (nota: il carattere dello Zanni lo si capisce dall'espressione dalla sua maschera)
Arlecchino è un Zanni intelligente.
Sul palco si muove agile, come un gatto. Quindi non sta mai fermo sul palco.


Andiamo al suo padrone, Pantalone



di Giovanni Grevembroch


Pantalone è il vecchio ricco e avido, dalla postura curva, le mani dietro e lento, ma si ringalluzzisce alla vista di una fanciulla in carne o alla prospettiva di guadagnare soldi.
La sua maschera è caratterizzata dalla barba e da lunghe sopracciglia bianche



Ed ecco qui il Dottor Balanzone.


Sapiente, si vanta di conoscere ogni cosa anche inventata. Caratterizzato dall'avere una grossa pancia, ha un portamento altero e impettito.



Arriviamo agli Innamorati



Loro non indossano nessuna maschera.
Gli Innamorati sono quanto di più arioso ci sia.
Sono talmente ariosi (parlano con un filo di voce e ogni volta sembra che stiano iperventilando) che ogni contatto tra di loro, anche quello tra le dita provoca una scossa elettrica.
I loro movimenti sono aggraziati e tutto sembra ricondurre all'amato. Guardano sempre lontano
Si amano follemente, ma spesso sono al centro della scena perché il loro amore è osteggiato, spesso a causa dei loro genitori che sono in combutta.
A volte poi succede che l'Innamorata chieda la prova d'amore all'Innamorato e lui è pronto a tutto.
Potete ben immaginare quanto le loro vicende possano creare situazioni tragicomiche.



Da bambina pensavo che Colombina fosse l'Innamorata (anche per via di questa storia sulla rivista C'era una volta che lessi appunto da bambina) ma sono due caratteri diversi




Colombina è una servetta e se l'Innamorata potrebbe sembrare svenevole, lei è più sagace.
Spesso viene vista come serva di Pantalone ed è molto disinvolta seppur conscia del suo ruolo.
Infatti nella Commedia dell'Arte bisogna tenere presente il proprio status.
Una serva non si ribellerebbe al suo padrone, però può usare armi come la furbizia e la malizia per convincere il suo padrone facendogli credere che sia per il suo tornaconto oppure che possa essere una sua idea.
Anche lei non indossa nessuna maschera.


Infine vi narro del Capitano (ma non ditegli che l'ho messo per ultimo: il suo orgoglio ne sarebbe ferito)



Impavido, spavaldo, narra delle sue gesta eroiche e ardite. 
Spesso il suo nome narra del suo coraggio, del suo essere temerario e allora abbiamo Capitan Spaventa, Capitan Fracassa ecc...
Si presenta con il suo urlo di battaglia e a volte ha uno Zanni a suo seguito.
Lui è pronto ad ogni battaglia che possa dargli gloria e un'altra storia da raccontare.
Potete ben immaginare come sia il suo portamento: altezzoso, un fuoco che divampa.


Elencarvi tutti i personaggi della Commedia dell'Arte credo sia impossibile, o almeno ci vorrà un bel po', anche perché si dovrebbe vedere ogni regione italiana e vedere anche le sfumature di questi personaggi e non solo.
Per esempio Pulcinella è un personaggio molto vicino ad Arlecchino e ha dalla sua terra d'origine (ovvero Acerra, in provincia di Napoli) le sue caratteristiche come il suo prendersela comoda.
Qui in Romagna abbiamo uno Zanni che si chiama Sandrone che è uno Zanni stupido e spesso si dice di non fare il Sandrone.

Inoltre approcciarsi alla Commedia dell'Arte vuol dire anche conoscere le maschere e qui non intendo solo i personaggi ma proprio l'oggetto in sé.
Portare una maschera vuol dire rispettarla, vuol dire farsi condurre e non è facile.
Indossare una maschera vuol dire cancellare quello che sei e lasciare che sia la maschera a parlare.
Questo vuol dire anche cambiare il modo di parlare, la tonalità della voce, la postura... tutto!
Rispettare la maschera vuol dire anche a non ribellarsi al suo ruolo.



Lo Zanni


Pantalone (maschera di Almeto Sartori, uno dei maestri nel realizzare maschere)



Dottor Balanzone



Capitan Spaventa



Si può proprio dire che le maschere parlino da sé grazie alle loro espressioni.
La bravura dell'attore sta nell'assecondarle e ciò vuol dire non solo comportarsi come la maschera dice, ma anche tenendo conto di alcune regole per esempio quando c'è più di una persona sul palco c'è quasi sempre un botta e risposta; quando si sta fermi sul palco, bisogna portare tutta la maschera frontalmente agli spettatori; ci si muove perlopiù in diagonali e ogni movimento deve essere ancora più pulito. Anche il modo di muoversi, anche quello di portare la maschera al pubblico deve essere fatto in maniera precisa anche solo allungando il collo e tutto il corpo certamente non può essere neutrale.
E queste non sono tutte. Potete ben immaginare la fatica che si fa.

Inoltre recitare in una Commedia dell'Arte non è affatto recitare col copione.
Anzi, si ha un canovaccio ovvero una linea guida composta da scenari dove all'inizio c'è la presentazione del personaggio, si parla del problema, si trova la soluzione e poi ogni scenario finisce con la risoluzione positiva del problema.
Recitando con un canovaccio, la memoria si forma agendo sul personaggio e assieme ad esso. Quando invece studiare col copione porta prima a fare una memoria perfetta, senza alcuna indecisione e intanto devi studiare sul personaggio, pensare al modo, all'atteggiamento, alle pause ecc... 
La memoria con la Commedia dell'Arte avviene rapidamente perché si imprime molto nel corpo, ma richiede una grande voglia di mettersi in gioco e un'energia incredibile.
Inoltre in una Commedia dell'Arte non sono rari i riferimenti all'attualità anche per esorcizzarli e molto spazio si dà all'improvvisazione anche alla messa in scena.
Spesso poi si finisce o bene dove tutti si vogliono bene oppure dove tutti muoiono, il tutto portato in una maniera così esagerata e allo stesso tempo così serio che il risultato può essere esilarante.



Scommetto che anche solo leggendo i personaggi, vi siano venuti in mente personaggi letterari o anche di altri spettacoli teatrali. 
Studiare le maschere è come scoprire la nascita dei personaggi, da dove derivino. 
Per questo lo consiglio a tutti quelli che desiderano fare teatro.
Purtroppo si tratta di un'arte che sta scomparendo, anche quella di realizzare maschere (andando qui, si va nel museo di Amleto e Donato Sartori)
Io adesso ringrazio Il Circolo degli Attori perché mi ha permesso di conoscere questo mondo.







Aggiornamento 26 febbraio 2016: Elisa Elena Carollo ha parlato nel suo blog sul teatro Drama Queen della storia della Commedia dell'Arte e di Carlo Goldoni e la riforma della commedia

4 commenti:

  1. Grazie per la citazione! E' un mondo interessante che ha dato molto al teatro, quindi recuperarlo è sempre bello...

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    1. Figurati. E poi questo mondo può dare ancora tanto

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Grazie per i commenti