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lunedì 8 febbraio 2016

L'invasione dei mandala




Stanotte ho visto questo sito dove veniva chiesto di scegliere quale mandala ti ispira.
Oltre ad andarci incuriosita, ho potuto constatare ancora una volta come i mandala e la colorazione di essi stiano imperando sempre di più.
La prima volta che me ne sono accorta è stato tramite la pubblicazione della rivista Riza Psicosomatica nell'agosto dell'anno scorso e presentato nel video qui sotto dal suo direttore, lo psicoterapeuta Raffaele Morelli.






E' questo è stato il primo di una serie bimestrale (da pochi giorni è uscito il quarto).
Inoltre come dicevo, non è il solo. Ne ho visti parecchi nelle edicole e anche nelle librerie, anche per bambini. Uno si intitolava Colora le tue emozioni.
Non si tratta poi solo di un fatto tutto italiano.
Anzi, è diffuso negli altri paesi e in alcuni anche da tempo.

Ma come mai questa diffusione? E a cosa è dovuta?

Innanzitutto, cos'è precisamente il mandala?
La parola mandala viene dal sanscrito e vuol dire "circolo". Indica la pienezza e la completezza dell'universo dove non c'è inizio e fine.
Questo simbolo non è solo di tradizione tibetana, ma lo si può riscoprire anche nelle altre culture e indietro nel tempo.








(nota: Sia i monaci buddisti sia quest'indiano Navajo stanno pitturando con la sabbia)




In questo mandala celtico si può riconoscere perfettamente l'Albero della Vita.
Da notare che sia i rami sia le radici sono di uguale numero ricordando che così come sopra, così sotto.


Forme semplici, essenziali per ricostruire l'universo proprio, quello interiore.
Non è un caso se lo psichiatra Carl Gustav Jung ne ribadisce l'importanza.



(immagine presa da qui)



il suo primo mandala, realizzato nel 1916


Qui potete leggere informazioni più dettagliate sul rapporto tra Jung e i mandala.




Anche il solo fatto di colorare è un atto terapeutico seppure si deve ribadire che l'art-therapy sia molto più complessa (nota del 18 febbraio 2016: ecco un post che già dal titolo è significativo ovvero Colorare non è arte terapia)
Comunque è essenziale approcciarsi ai mandala a mente vuota.
Non deve essere qualcosa di troppo ragionato sia nella scelta dei colori, sia dove si parte se al centro o ai lati.
E poi finito si guarda al mandala come se questo fosse uno specchio.
Già questo può essere utile.
Dipende da voi se si desidera continuare.


Inoltre ammetto che non sono una grande esperta e sto cominciando a interessarmi adesso.
Spero di avervi incuriosito e poi, lasciatemi dire una cosa.
Forse uno dei motivi per il quale sta spopolando il mandala da colorare è perché, in questi tempi dove il pensiero predomina, è salutare come una passeggiata nella natura, non solo una disintossicazione ma anche un rito che ti permette di dilatare il tempo e di essere presente in quell'attimo.
Inoltre il staccare il cervello, senza quell'accezione negativa della stupidità, permette di far emergere i propri lati inconsci.
Le scelte non sono mai casuali e si permettono ai vari aspetti della nostra personalità di dialogare e di esprimersi.
Ho visto che in giro ci sono mandala che non sono più cerchi ma hanno forme specifiche di fiori, animali, alberi, case, persone ecc...
Personalmente preferisco i mandala a cerchio perché mi sembra che quelli specifici mi diano già una direzione. Ma parlo di adesso e chissà che poi cosa cambierà.
Non so ma intanto, mano alle matite (o pennarelli ecc...)




Aggiornamento 9 febbraio 2016: parlando con un'amica, si è discusso appunto di questa diffusione dei mandala, anche di semplici albi da colorare che dei mandala non hanno niente. 
Non c'è niente di male in questo, ma non chiamateli mandala. E non parlo solo di quelli che non hanno la forma a cerchio, parlo di figure dove dentro non c'è nessuna costruzione armonica. 
Sono solo figure da colorare, ma essendo chiamati mandala allora magari attirano.
Sono come delle parole-esca, soprattutto se di derivazione orientale o comunque una parola di una cultura diversa dalla nostra.
Così però si va al di là dell'intento originario.
Purtroppo succede quando qualcosa diventa di moda.


Aggiornamento 17 aprile 2016: Sul fatto che i libri da colorare non siano propriamente art-therapy, vi consiglio di leggere questo post (in inglese)


5 commenti:

  1. Mamma mia, ho collezionato una quantità di post arretrati, tanto per cambiare... non potendo recuperarli tutti ho "pescato" questo, incuriosita dai "mandala" che in effetti si sentono spesso nominare ma di cui non sapevo nulla. Ora almeno mi sono fatta un'idea!

    Riguardo all'aggiornamento del 9 febbraio sono ovviamente d'accordo col pensiero tuo e della tua amica. Davvero un peccato che quando una cosa inizi ad andare di moda se ne abusi e se ne storpi il significato, invece che cogliere l'occasione per iniziare a conoscere e far conoscere qualcosa.

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    1. Se dovessi recuperare tutti i post che mi piacerebbe leggere, tutto il tempo non basterebbe :D
      La storia dei mandala poi sicuramente è molto più ampia e se a qualcuno interessa, consiglio di esplorarla. Ho cercato di mettere un minimo indispensabile giusto per far capire un attimo cosa sia e spero di aver fatto bene.
      Per quanto riguarda l'aggiornamento, purtroppo vedo come questo sia ampio e, parlando di esoterismo, lo fa avvicinare alla New Age.
      Pensa che alcuni indiani Lakota hanno firmato un trattato contro questi sfruttatori della loro cultura: http://puffin.creighton.edu/lakota/war.html
      Adesso poi ho letto che ci sarebbe anche la Next Age: nome diverso, ma non è che poi la sostanza cambi.

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    2. Esattamente, c'è tanto da esplorare. In talmente tanti campi e riguardo talmente tanti singoli argomenti che non capisco proprio come ci si possa divertire a prendere una cosa e farne un pasticcio, invece che approfondirla o ispirarsi per farne qualcosa di nuovo (nuova pure la denominazione, ovviamente...).
      Capisco l'esasperazione degli indiani Lakota!

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  2. molto interessanti i tuoi articoli,io realizzo disegni doodle art che possono essere anche usati come disegni da colorare (disegni da colorare per staccare la spina,punto e basta,nè più nè meno ) Mi sono sentita "in dovere" di specificare nella presentazione dei miei lavori che NON si tratta di art therapy, in quanto io sono solo una semplice artista,ma purtroppo vedo in giro che questo temine è molto abusato..grazie per questo articolo e per i link,molto interessanti!

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    1. E ci sta! Troppo spesso questi termini vengono strausati con troppa superficialità. Grazie mille per le tue parole e il tuo commento

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Grazie per i commenti