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giovedì 10 settembre 2015

10 settembre: Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio


Questa giornata è rappresentata recentemente dal nastro giallo
 che ha anche altri significati.
Qui il sito della Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio





Troppe, troppe volte ho sentito persone che malgiudicano chi si suicida.

Ha gettato la sua vita... Non ha pensato prima ai suoi cari?... Non sapeva che la vita è un dono e come tale va rispettato?... Ognuno ha i suoi problemi... Si è mostrato solo un debole... E' stato un vigliacco, codardo, egoista...

Ditemi, vi sono familiari queste frasi?
Magari perché le avete sentite oppure provengono da voi stessi?

Qualunque sia la risposta ditemi: avete mai provato ad essere nei panni di chi pensa che ormai la vita è finita? Anzi, non si può neanche chiamarla vita perché già si sentiva morto dentro.
E il coraggio di compiere il suicidio, di quale coraggio state parlando?
Forse per chi ragiona a mente lucida spararsi, buttarsi da un palazzo, tagliarsi le vene può rappresentare una soglia da non oltrepassare mai ma per chi si sente così inghiottito questo non è niente.
Non è questo il coraggio. Il vero coraggio sta nel non decidere di non suicidarsi.




E non prendete come paranoie la depressione, l'autodistruzione ecc...
Ciò che influenza la mente e la psiche ha la stessa importanza di ciò che influenza il corpo.
Anzi, il più delle volte sono correlati.
E le famiglie... Chi può dire com'è veramente una famiglia? Il ritratto che serve da facciata? Non sempre la famiglia è come sentirsi a casa.

Ovviamente non è sempre così e ci sono diverse cose da considerare.  Quello che invito a fare è andare oltre la facciata.



Le persone che muoiono per suicidio dentro di loro si sentono già morte.
Alcune poi si lasciano morire da giorni e magari non se ne accorgono neanche.
Anzi ci sono anche dei gesti che possono far presagire l'atto anche giorni prima come il silenzio, il voler abbandonare ogni contatto con il mondo come se si stesse preparando per il congedo.
Poi magari hanno raggiunto un certo distacco che li fa sembrare come automi.
Altre volte poi succede che la persona era "sorridente, non faceva pensare minimamente che si fosse suicidato".
Ci sembra di guardare con gli occhi e si è ciechi.
E' comunque non è vero che non ne parla. Diverse persone hanno parlato, hanno comunicato (come Amanda Todd) e di sicuro non per attirare l'attenzione.


Ma da questa "morte", da questo dolore si può rinascere.
So che magari non sembra facile.


La vergogna, il trauma, depressione...


In ognuno c'è molto altro dello stigma che ci si porta dietro.
Molti che hanno tentato il suicidio, e che ci sono andati anche vicino, si sono poi battuti per far sì che altre persone non soffrano o almeno che non si sentano sole.
Risentire la connessione con il mondo, usare la propria sofferenza e creare.
Anche distruggere per poi ricreare.
Ci sono diversi modi.
Giorno per giorno.



E se uno si accorge che un suo amico o familiare sia a rischio?
Non sottovalutate la sua presenza. Non giudicatelo. Fatelo sentire importante, di come lui sia...



.



Io mi auguro sinceramente che le persone che pensano o hanno già tentato il suicidio possano sentire sbocciare dentro di loro la forza della vita.





Perché la vita, sentirsi vivi, non è affatto una cosa banale, qualcosa da sottovalutare.
Prorompente come un germoglio che buca il terreno, l'asfalto e fa crescere la sua pianta.



Un bacio a tutti.

2 commenti:

  1. Ricordo di un mio amico che stava davvero molto male. Ogni giorno cercava su internet siti che consigliavano a non suicidarsi.
    Ha avuto bisogno di tutto il nostro aiuto.
    Adesso sta bene.

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    Risposte
    1. Non sai quanto io sia felice nel leggere tutto ciò e ti ringrazio per averla riportata qui..

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Grazie per i commenti