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domenica 23 novembre 2014

Intervista a Mirella Santamato, autrice de Le principesse ignoranti

Capitano quegli incontri dove trovi subito affinità.
Così è stato con Mirella Santamato.



Ebbene, appena ci siamo incontrate e strette la mano, abbiamo subito iniziato a parlare delle fiabe.
Avevo sentito parlare di lei prima da un'amica e avevo visto il suo sito.
Vedo che ha fatto tra l'altro un libro sulle fiabe e uno sulle sirene (qui il mio post chilometrico) e quindi... 

Occhi a cuoricini.

Così quando l'ho conosciuta, sono andata subito al sodo.
E credo di averle fatto una buona impressione perché la conversazione è andata liscia.
Questo qualche mese fa.

Parlando qualche giorno fa, una sua frase mi ha incuriosito (ovvero che Andersen avrebbe scritto delle contro-fiabe) quindi qualche ora fa mi è balenata questa idea: "Perché non chiederle di intervistarla?"
E così è stato.



Sono qua con Mirella Santamato, scrittrice, giornalista e poeta (non si tratta di un errore. E' messo così apposta). Uno dei suoi libri si intitola Le principesse ignoranti dove parla delle fiabe. Mi dica, com'è nato questo amore per le fiabe?

L'interesse è sempre stato presente in me, quasi come se la vita mi dovesse in qualche modo rispondere alla fatidica domanda: Perchè non si riesce a vivere felici???? Dopo essermene dimenticata per 30 anni, alla fine questa domanda è di nuovo balzata fuori dall'inconscio e adesso, da adulta, ho cercato di dare una risposta.



E questa risposta gliel'hanno data le fiabe?

Le Fiabe erano le uniche storie antiche che contenevano, in vari modi, la domanda stessa e allora, dopo tanti studi di filosofia, di storia, di letteratura ecc.. sono andata a vedere perchè SOLO queste antiche storie parlavano di felicità...


Una felicità che avviene anche, e nonostante, una vita di privazioni. Rileggendo le fiabe da adulta ha avuto una maggior consapevolezza rispetto a quando era bambina. Oppure è stata una riconferma delle sensazioni che ha avuto allora?

Ho capito che c'è un grande inganno dietro al fatto che queste antiche storie sono state relegate al "mondo dell'infanzia", quasi come se fosse "ovvio" che si può essere felici solo ( e non sempre) da bambini. Poi basta. Stop! Da adulti la felicità viene pensata impossibile e addirittura vengono derise le persone che, come me, la ricercano anche da adulti, anzi, SOPRATTUTTO DA ADULTI!
A cosa deve servire la maggior cultura ed intelligenza, nonchè la maggior esperienza che hanno gli adulti, se non a riuscire a fare una vita migliore????


E così è partita per una ricerca come se fosse un'esploratrice.

Esatto!


E queste ricerche dove l'hanno condotta?

A sorprendenti scoperte!


Me ne può accennare qualcuna?

Ho scoperto che esiste una differenza enorme tra le antiche Fiabe che sono state tramandate ORALMENTE e di cui, quindi, si ignora l'AUTORE e quelle invece che sono state scritte in questi ultimi tre secoli e che hanno un autore.


E quindi parla anche delle fiabe di Andersen.     

Quelle di Andersen ovviamente, appartengono alle Fiabe con autore, quindi non portano NESSUNA COGNIZIONE DI FELICITA'
Anzi, in particolare, quelle di questo autore sono tristissime.



 di Frank Adams



Le fiabe antiche non sono note per il loro essere tutto spensieratezza. Anzi, avvengono degli atti crudeli. Ma quindi anche la fiaba del Brutto Anatroccolo è da considerare con nessuna cognizione di felicità?


 di Gennady Spirin


Bisogna fare un discorso molto accurato e circostanziato. Infatti il gruppo di Fiabe senza AUTORE e la cui origine si perde nella notte dei tempi, hanno immagini archetipiche molto potenti, in cui gli elementi NEGATIVI ( Lupo Cattivo, Strega, Matrigna, Drago ecc) devono essere superati e vinti, solo così si ha accesso alla verità e all'Amore, che sono gli unici elementi che creano felicità. Per questo motivo queste poche Fiabe ( sono una manciata) le ho definite INIZIATICHE, ovvero storie della trasformazione del Male in Bene.
Tutte le altre non sono iniziatiche. Alcune sono piacevoli, ma molte non lo sono affatto.  


Capisco. 
Parliamo delle fiabe e degli adulti. Molti, leggendole, commettono l'errore di prendere quei personaggi come persone reali e così ne vedono i difetti. Che cosa ha da dire su questo?

La differenza è questa: L'Archetipo è sempre uguale a se stesso, attraversa i tempi e li travalica. Quello che per un bambino del 1700 era il "Lupo Cattivo" lo è anche per un bambino del 2000. Tutti i bambini della area culturale occidentale ( quella a cui noi apparteniamo) sanno a che cosa mi riferisco se dico " Strega". 
I Personaggi, invece, son come persone reali, con pregi e difetti, che si muovono nel mondo in modo diverso a seconda del'epoca e del luogo.


Non dimentichiamo che, per esempio, la fiaba di Cenerentola non appartiene solo alla nostra cultura, ma è nota in tutto il mondo con modifiche dovute al luogo in cui viene raccontata. La sostanza però rimane intatta. La fiaba è come una lettura a più strati?



di Daniela Drescher
versione dai Fratelli Grimm


Cenerentola è la Fiaba più iniziatica di tutte, perchè appartiene ormai a TUTTE LE AREE CULTURALI del Mondo. E' l'unica ad avere questa caratteristica. E' importante capire che esistono molte differenze tra le Fiabe di aree culturali diverse. Quelle di cui mi occupo io sono solo quelle appartenenti all'area culturale occidentale. cioè la nostra.



di Edmund Dulac
versione da Perrault (quella più nota)

 
La Fiaba è una lettura a molti strati. Io ne ho scoperto semplicemente uno nuovo.


Quello dell'Iniziazione?

Sì. Esatto.
Solo alcune portano a questo percorso, appunto, iniziatico.
Sono Fiabe spiritualmente molto potenti


C.S. Lewis (autore de Le Cronache di Narnia) disse "Un giorno sarai cresciuto a sufficienza da poter ricominciare a leggere le fiabe". Immagino che così sia stato per lei e per tutti quelli che desiderano approcciarsi alle fiabe.

Sì, ci vuole un cuore MOLTO adulto per capire le Fiabe da adulti. I bambini le capiscono immediatamente ma poi arriva un triste giorno in cui qualcuno (di solito uno dei genitori, in assoluta buona fede) gli dice "Ma non crederai mica alla Fiabe! Devi diventare un vero ometto adesso!".
In quel momento un pezzo dell'anima del bambino muore. E di solito è morta per sempre.
Quella è la sua parte creativa, quella che sa VOLARE...


Le ali possono ricrescere. 
Bene, penso che l'intervista possa concludersi. Io spero che le sia piaciuta e se desidera dire qualcos'altro, faccia pure.

Sì, infatti. Le ali possono ricrescere ed è per questo che ho scritto i miei libri. Per fare ricrescere la ali a tutti!!! E grazie per la bella intervista. Posso dare anche l'indirizzo del mio sito se qualcuno vuole approfondire e leggere di più?


Certamente.



Bene. Intervista finita.
Spero vi sia piaciuta.
Mirella poi desidera far sapere che c'è il modo, spiegato nel sito, per iscriversi alla mailing list così da essere sempre aggiornati.
Inoltre potrete trovare questo libro ed altri suoi.
La questione della felicità poi è essenziale.
Perché volersi tormentare di una vita che non ci appaga?
Perché accontentarsi di una vita dove ci sentiamo meno che niente?
Perché pensare che la vita sia solamente una valle di lacrime?

Certamente ci saranno momenti brutti, non lo si mette in dubbio, ma, come le fiabe insegnano, queste non escludono che ci saranno momenti felici.
E poi ci sono anche le lacrime di felicità.


Non serve cercarla, ma accorgersene che c'è. 

(vai qui e qui)


Le fiabe insegnano la tenacia e la fiducia.
La felicità E' di questo mondo.



2 commenti:

  1. Davvero una bella intervista!
    E' stato un piacere leggerla.

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  2. Mi fa davvero piacere e immagino che anche per Mirella sia lo stesso

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Grazie per i commenti