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venerdì 4 gennaio 2013

Mater Morbi, la madre di tutte le malattie



Quando hanno cominciato a comparire nello scaffale sempre più i graphic novel, è arrivata la distinzione tra questi e i fumetti serializzati, quelli della Bonelli per fare un esempio, come se solo la letteratura disegnata dicesse cose davvero importanti e invece gli altri sono trascurabili, buoni soltanto per svago. Eppure così si confonde la forma con il contenuto.
Vorrei parlarvi di Mater Morbi (sceneggiatura di Roberto Recchioni, disegni di Massimo Carnevale). 
Arrivato alla seconda ristampa, quest'albo ha fatto discutere e molto! Dopotutto come non poteva in un Paese cattolico come il nostro?

Sull'origine di questa storia è stato discusso e molto e credo che l'autore sia stanco di dover ripetere frasi già dette e ridette e penso che preferisca far parlare l'albo. Almeno credo perché non sono così presuntuosa di poter leggere la mente di qualcuno solo avendo letto qualcosa che deriva da una sua esperienza personale.
Facciamo "parlare" l'albo.
Dylan Dog si ritrova a fronteggiare l'incubo di molti di noi. La morte? No, non in questo caso perché si parla della malattia e non sto parlando di una semplice influenza bensì di una malattia che sia debilitante.
Improvvisamente, senza alcun preavviso, il nostro investigatore si ammala e così si trova ad affrontare la lunga trafila che c'è negli ospedali.
Non si augura a nessuno di avere una malattia che sia inspiegabile, ma soprattutto non si augura a nessuno, dopo aver letto quest'albo, di ritrovarsi in una situazione del genere perché non si tratta solo di una storia di finzione o ispirata alla vita reale, si tratta di qualcosa che può capitare ad ognuno di noi.
Si tratta di perdere l'identità, di essere ridotti a meno di niente, si tratta di un mondo nel quale l'empatia verso chi soffre non è contemplata perché significherebbe essere troppo coinvolti.
Dylan Dog rappresenta chi non hai mai fatto troppo il conto con delle malattie, il paziente ingenuo, colui che pensa "Ci sarà qualcuno che si prenderà cura di me, qualcuno che mi salverà.". Questo va bene se hai una malattia comune, ma quando così non è il tuo calvario si raddoppierà.
A fargli da Caronte in questo giro infernale è un bambino che ha visto e vissuto più di quanto dovrebbe o almeno secondo la mentalità comune che vuole tutti i bambini felici e gioiosi.
Sarà lui a fargli conoscere Mater Morbi, la madre di tutte le malattie. Il suo aspetto forse mi ha fatto un po' trasalire: è molto seducente, con un corpo dalle forme perfette però segnato da delle cicatrici e non bisogna dimenticare il suo ruolo di amante.
Come finisce l'albo? E credete che io vi tolga il piacere della lettura?!
C'è da dire "grazie" allo sceneggiatore e al disegnatore per averci dato quest'albo che ha scatenato polemiche riguardo alla malasanità, all'eutanasia, al testamento biologico...
Non sono una lettrice assidua, ma questo è uno degli albi più amati dei fan di Dylan Dog. Resta comunque un albo davvero angosciante, uno di quelli che fanno emergere il marciume, di sicuro non adatto agli ipocondriaci .


di Massimo Carnevale, al quale appartengono i diritti





qui blog di Roberto Recchioni
qui blog di Massimo Carnevale


qui per leggere delle citazioni presenti nell'albo

2 commenti:

  1. Ho letto Dylan Dog per tanti anni, spesso con storie legate all'attualità anche se virate nel fantastico/horror/gotico ...mi ricordo quel numero, che presi in seguito alle polemiche stupide di un politicante per farsi pubblicità. Sempre bello rielggerlo. Grazie per questo amarcord.

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  2. E' un piacere.
    Anch'io ho letto le polemiche e sono veramente ridicole. Infatti alcuni avevano estrapolato delle pagine senza però leggere il tutto.

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