Pagine

venerdì 28 dicembre 2012

R.I.P. Keiji Nakazawa, nato a Hiroshima


(Hiroshima, 14 marzo 1939 - ivi, 19 dicembre 2012)


2 giorni prima della tanto chiacchierata fine del mondo, è morto Keiji Nakazawa. Possiamo dire che lui l'ha vissuta la fine del mondo. Essere nati in quegli anni non deve essere stato facile soprattutto se ci mettiamo che è nato ad Hiroshima.
Essere un bambino sopravvissuto alla bomba atomica credo che ti possa far perdere la fiducia nella gente.
Però ti può far venire anche un desiderio di rivalsa contando anche un certo senso di colpa (alcuni si chiedono perché loro sono sopravvissuti e tanti altri no). 
Di sicuro, perché toccati nel profondo, c'è un senso di "Desidero far conoscere ciò che mi è successo perché ciò che è accaduto non succeda più" ed è così per questo giapponese.
Diventa mangaka e decide di raccontare la sua storia con Hadashi no Gen (Gen a piedi scalzi) edito qui in Italia dalla Planet Manga come Gen di Hiroshima.
Da questo manga verranno delle trasposizioni come questo film d'animazione omonimo

Avvertimento: se siete sensibili ad alcune scene dure non continuate. E' straziante.






















Ho deciso anche di inserire delle foto. Credo che molti non sappiano davvero quali siano stati gli effetti della bomba.


















Ho saputo soltanto oggi della sua morte e mi è sembrato doveroso ricordarlo per non dimenticare.
Non oso immaginare come deve essere stato


Aggiornato

5 commenti:

  1. La memoriua è forte, e può essere davvero incisiva come il video che hai pubblicato, un qualcosa che s'incide dentro come un marchio a fuoco... eppure è necessaria. E' necessario far vedere certe cose, è necessario che certi messaggi si diffondano, per cercare di far vedere a chi non c'era come sono andate le cose, per cercare di far vedere ciò che gli altri hanno visto in prima persona. Io non so - anche se lo spero profondamente! - se cose del genere si ripeteranno più o meno, perchè a volte il genere umano si mostra particolarmente restio anche ad imparare dai propri errori, ma credo che comunque queste testimonianze siano importantissime, per "svegliare" chi sta ancora con "gli occhi chiusi" su certe cose...

    P.S.= Ti ringrazio per quel che hai scritto sul mio blog, e ti auguro un 2013 sfavillante!...

    RispondiElimina
  2. "Se siete sensibili ad alcune scene dure non guardatelo". Perché non ti do mai retta? L'ho guardato e adesso piango. Eventi così non dovrebbero accadere. Non si tratta di una tragedia naturale inevitabile, che per quanto terribile è accettabile. Qui è la cattiveria dell'uomo a causare tutto. E non si può accettare. Non si può tollerare.
    Questo video è angosciante a dir poco, però merita di essere diffuso, perché questa angoscia riempia il mondo di un desiderio di "mai più".

    RispondiElimina
  3. @ Veggie: proprio per questo realizzo questi post, per svegliare chi è un po' intorpidito e anche il solo fatto che sia accaduto dall'altra parte del pianeta e anche più di 50 anni, non vuol dire che sia finita.
    Se proviamo a guardare la storia intera, possiamo vedere quanto il tempo sia ciclico e non una linea retta. Certe cose che sono accadute adesso non di meno sono accadute nel passato.

    @ Romina Tamerici: Infatti. Non si tratta di qualcosa simile a una calamità naturale che non puoi far nulla (tranne avere le dovute protezioni). Qui si tratta di qualcosa che non è scritto, di qualcosa che appunto non è evitabile quindi perché farlo? Ci sarebbero tante risposte e magari nessuna può rispondere perfettamente e non si tratta nemmeno di quella cattiveria che l'uomo può possedere. Qui si va ben oltre.

    RispondiElimina
  4. Sono stato di persona la scorsa primavera ad Hiroshima e ho avuto modo di visitare i luoghi della tragedia. E’ stata un’esperienza devastante. Il museo della bomba, sito a poche centinaia di metri da quello che fu l’epicentro, contiene innumerevoli testimonianze di quel lontano giorno di agosto: abiti e giocattoli, orologi con le lancette bloccate alla 8:15, dovunque mi giravo era un pugno nello stomaco. Immagini, ricostruzioni… difficile uscire da quel museo e rimanere uguali a quando si è entrati.

    RispondiElimina
  5. già vedere queste immagini è terribile, essere là lo è senz'altro di più. Provo a immaginarlo, ma credo che la devastazione maggiore la si provi senz'altro ad essere là.

    RispondiElimina

Grazie per i commenti