Pagine

domenica 30 dicembre 2012

Abbandonarsi...

Abbandono. Sembra una brutta parola, vero?
Abbandono come la sindrome, la sensazione di essere ripetutamente lasciati soli e indifesi, come l'abbandono dei cani e gatti, o come l'abbandono dei bambini.
Comunque lo si voglia mettere non sembra dare sensazioni positive.

Ebbene io voglio parlare dell'abbandono di sé, dell'estasi.
Estasi parola greca che significa "essere fuori".

Abbandonarsi ai sogni, agli abbracci, ai baci, alle passioni, ma anche a tutti quei sentimenti che diamo per negative come la rabbia.
Lasciare che la nostra vela vada per sé, lasciarsi guidare, essere liberi di sentirsi governati da altro.

Abbandonarsi per essersi posseduti da altro.



E le guide di questo post sono le Menadi (o Baccanti), sacerdotesse del dio Dioniso



Narcisse: una baccante, disegno per un costume di Léon Baksti, 1911




Baccante dormiente di Karoly Brocky, tra il 1850 e il 1855


Baccante dormiente di Karoly Lotz





A volte si ha così paura di abbandonarsi alle emozioni. Si teme di perdere quel dannato controllo.

Ebbene danzate, danzate e danzate. E' il mio augurio per il nuovo anno.

Danzate quando vi sentite felici, quando vi sentite tristi, arrabbiati, gioiosi, date alla vostra danza una sua particolarità. che la renda unica e per favore...




Menade danzante, affresco pompeiano del I sec. d.C.


Danza delle Menadi di Cornelis Lens



Danza circolare di Franz von Stuck, 1910



Danza antica di Henry-Eugéne Delacorix


La danza di Henri Matisse, 1909-1910

...abbandonatevi ogni tanto.

Danzate, gioite, arrabbiatevi.
Insomma vivete

Intanto io vi metto una canzone che ha una musica dove potete abbandonarvi alla frenesia.
Andate qui.

E ascoltatela a tutto volume!


Aggiornamento 30 dicembre 2012:
Vorrei inserire un pezzo di un libro che per me è una Bibbia: Donne che corrono coi lupi

Durante una riunione, di notte, accanto al fuoco nei pressi della sorgenti di acqua calda, vidi una donna nuda di circa trentacinque anni. Aveva i seni svuotati dall'allattamento, il ventre striato dalle gravidanze e dai parti. Ero molto giovane e ricordo che fui dispiaciuta per i danni subiti dalla sua bella pelle delicata. Qualcuno suonava le maracas e il tamburo, e lei prese a danzare, muovendo in diverse direzioni i capelli, i seni, la pelle, le membra. Era bellissima, vitale, con una grazia che inteneriva il cuore. Avevo sempre sorriso alla frase "ha il fuoco in corpo", Ma quella notte lo vidi. Vidi la potenza nei suoi fianchi. Vidi a quanto mi avevano insegnato a ignorare, la possenza di un corpo femminile quando è animato da dentro. Sono passati quasi trent'anni, e ancora posso vederla danzare nella notte, e ancora sono colpita dalla potenza del corpo.


Auguro anche a voi di sentire il fuoco nei fianchi e parlo anche ai maschietti.


Modificato

10 commenti:

  1. "Danzate, gioite, arrabbiatevi.
    Insomma vivete"

    Ottima idea.

    Io non danzo e non mi arrabbio quasi mai, però posso riadattare il tuo bel motto?
    "Cantate, gioite, reagite.
    Insomma vivete".
    Versione per gente pigra, insomma!

    RispondiElimina
  2. Ovviamente parlo anche di una danza metaforica.
    e attenti a dire "non mi arrabbio quasi mai." (o frasi simili) anche perché ci si basa su ciò che è accaduto nel passato e non si può sapere cosa accadrà.
    Inoltre sono etichette e noi siamo ben più di un'etichetta. Non siamo dei capi che hanno un'etichetta nella quale c'è scritta la nostra composizione.

    Detto questo canta. A me piace cantare e lo faccio in quasi tutti i momenti della mia giornata anche per motivi diversi.

    RispondiElimina
  3. Questo post cade di proposito. Mi sono arrabbiata e sfogata con un amico per circa due giorni, che meraviglia: mi sono passati i dolori alla schiena (evidentemente dove scaricare lo stress)e oggi ballo e canto e mi sembra di aver vinto o comunque aver rinnovato la mi energia. Sì abbandonarsi a certi momenti credo sia molto salutare. Prima o poi vedrò che fine ha fatto il mio amico...:)

    RispondiElimina
  4. ed è così: arrabbiarsi (quando lo si sente) è salutare!
    E' inutile che uno mi venga a dire di quante persone si ammalano perché si arrabbiano (ed è successo)! Si rende conto di quante persone si ammalano perché non si arrabbiano? quanto il corpo soffre?
    a volte sono le persone che tendono a non arrabbiarsi per mantenere il quieto vivere (semmai il morto vivere) ad ammalarsi oppure a sbottare tutto in una volta sola perché non ce la fa più
    A due miei amici ho fatto l'esempio della pentola a pressione.

    RispondiElimina
  5. Di proposito ho sostituito "arrabbiatevi" con "reagite". Io tendo a non reagire nemmeno, invece secondo me sarebbe la cosa giusta da fare. La rabbia non è una cosa che amo manifestare o provare, ma per fortuna non siamo tutti fatti allo stesso modo. Ogni tanto mi arrabbio, sì, ma quasi sempre con la stessa persona e sto cercando di fare pace...

    RispondiElimina
  6. Non amo molto la parola "reagire": sembra che debba dipendere da qualcos'altro. Comunque parlo per me.
    ti dò un consiglio: non essere così sicura di te stessa, non pensare di conoscerti perfettamente tanto da sapere come reagire. e poi "fare la pace" non è obbligatorio. Soprattutto se uno non se la sente e lo sente più come un atto dovuto come lo è il perdonare.

    P.S.: Ti parlo proprio come se tu fossi una mia amica quindi spero che non te la sia presa.

    RispondiElimina
  7. "Il fuoco nei fianchi", grazie per l'augurio, spero ache per noi alligatori, fino alla punta della coda. Fuoco nei fianchi anche a te nel 2013-14-15 ...

    RispondiElimina
  8. Beh certo anche per voi alligatori :D
    e mi raccomando anche la punta della punta.

    e poi nel 2016, nel 2017... finché avrò vita.

    RispondiElimina
  9. Io non sono per niente sicura di me, anzi... va be', è una questione complessa e non voglio portare il post troppo fuori strada. Ti rispondo solo per dirti che non me la sono presa affatto!

    RispondiElimina

Grazie per i commenti