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domenica 11 settembre 2011

Parole di Kahlil Gibran per l'11 settembre



Dieci anni fa gli Stati Uniti d'America si resero conto di non essere più al sicuro.
Io ero a casa di mia nonna, stavamo guardando la tv quando il programma (non ricordo quale) venne interrotto per dar spazio all'attentato. Vedemmo in diretta.
Non si è al sicuro neppure in quello che viene considerata la nazione più potente del mondo.
Se c'è stato un complotto, se i servizi segreti sapevano tutto e hanno taciuto non so come non so in caso di altre congetture.
In dieci anni il mondo è cambiato e nei paesi occidentali si fa largo una guerra silenziosa soprattutto nei confronti di quelli che vengono dalle vicinanze dell'entroterra "colpevole".
Sono cambiati i modi di approcciarsi, molti sono diventati più sospettosi e si ha paura di un ennesimo tentato.
Non solo in quell'attentato sono morte delle persone, ma anche alcune nostre certezze.
Alcuni vedono questo giorno come il presagio di qualcosa di terribile.
Io preferisco lasciarvi con alcuni passi tratti da Il Profeta di Kahlil Gibran, un libanese.



Kahlil a 15 anni


Autoritratto con Musa di Kahlil Gibran, 1911 ca.


Non sono in ordine come nel libro, ma ho voluto tracciare un percorso.





E un vecchio sacerdote disse: Parlaci della Religione.



Il volo dell'anima di Louis Janmot, 1854

Ed egli disse:
Ho forse parlato di qualcos'altro quest'oggi?
Non è forse religione ogni atto e ogni riflessione,
E quello che non è né atto né riflessione, ma una meraviglia e uno stupore sempre sgorganti nell'anima, perfino mentre le mani tagliano la pietra o attendono al telaio?
Chi può separare la sua fede dalle sue azioni, o la sua convinzione dalle sue occupazioni?
Chi può disporre le sue ore davanti a sé, dicendo: «Questa è per Dio e questa per me stesso. Questa per la mia anima e quest'altra per il mio corpo?»
Tutte le vostre ore sono ali che si aprono la strada attraverso lo spazio da sé a sé.
Colui che indossa la sua moralità soltanto come il suo migliore indumento starebbe meglio nudo.
Il vento e il sole non produrranno nessuna lacerazione nella sua pelle.
E colui che definisce la sua condotta secondo l'etica imprigiona il suo uccello-canoro in una gabbia.
Il canto più libero non viene attraverso sbarre e fili metallici.
E colui per il quale lo stare ad adorare è una finestra, da aprire ma anche da chiudere, non ha ancora visitato la casa della sua anima le cui finestre sono aperte da aurora ad aurora.
La vostra vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione. Ogni qualvolta vi entrate portate con voi il vostro tutto. Portate l'aratro e la forgia e il maglio e il liuto,
Le cose che voi avete foggiato nella necessità o per il diletto. Poiché nella fantasticheria voi non potete sollevarvi al di sopra delle vostre realizzazioni né cadere più in basso dei vostri insuccessi. E portate con voi tutti gli uomini:
Poiché nell'adorazione voi non potete volare più in alto delle loro speranze né umiliare voi stessi più in basso della loro disperazione.
E se volete conoscere Dio, non siate pertanto un risolutore di enigmi.
Piuttosto guardatevi intorno e vedrete Lui mentre gioca con i vostri bambini.
E guardate entro lo spazio; vedrete Lui mentre cammina nella nube, mentre stende le Sue braccia nel lampo e mentre discende in pioggia.
Voi vedrete Lui mentre sorride nei fiori, poi mentre si solleva e mentre agita le Sue mani negli alberi.





E uno degli anziani della città disse: Parlaci del Bene e del Male.



Allegoria della vita di Guido Cagnacci, XVII secolo

Ed egli rispose:
Del bene in voi io posso parlare, ma non del male.
Poiché che cosa è il male se non il bene torturato dalla sua stessa fame e sete?
In verità quando il bene ha fame cerca cibo perfino in caverne oscure, e quando ha sete beve perfino da acque morte.
Voi siete buoni quando siete in uno con voi stessi.
Tuttavia quando non siete in uno con voi stessi voi non siete malvagi.
Poiché una casa divisa non è un covo di ladri; essa è solo una casa divisa.
E una nave senza timone può sì vagare senza meta tra isole perigliose eppure non andare a fondo.
Voi siete buoni quando vi sforzate di far dono di voi stessi. Tuttavia voi non siete malvagi quando cercate un profitto per voi stessi.
Poiché quando vi sforzate per un profitto voi non siete che una radice che sì abbarbica alla terra e succhia al suo petto. Sicuramente il frutto non può dire alla radice: «Sii come me, maturo e pieno e sempre a far dono della tua abbondanza».
Poiché per il frutto il far dono è un bisogno, come il ricevere è un bisogno per la radice.
Voi siete buoni quando siete pienamente desti nel vostro parlare.
Tuttavia voi non siete malvagi quando dormite mentre la vostra lingua vacilla senza proposito.
E perfino il parlare che incespica può forse rafforzare una lingua debole.
Voi siete buoni quando camminate verso la vostra meta fermamente e con passi arditi.
Tuttavia voi non siete malvagi quando vi andate zoppicando. Perfino quelli che zoppicano non vanno a ritroso.
Ma voi che siete forti e rapidi, badate a che non zoppichiate dinanzi allo zoppo, ritenendo che sia gentilezza.
Voi siete buoni in modi innumerevoli, e voi non siete malvagi quando non siete buoni.
Siete soltanto bighelloni inconcludenti e fannulloni.
Peccato che i cervi non possano insegnare la rapidità alle tartarughe.
Nel vostro intenso desiderio per il vostro sé gigante risiede la vostra bontà: e quell'intenso desiderio è in ognuno di voi.
Ma in alcuni di voi quell'intenso desiderio è un torrente che si precipita con forza verso il mare, trasportando i segreti dei pendii delle colline e i canti della foresta.
E in altri esso è un monotono corso d'acqua che si perde in anse e s'incurva e indugia prima che arrivi alla spiaggia.
Ma non fate che colui che desidera molto dica a colui che desidera poco: «Perché mai sei lento ed esitante?»
Poiché i veramente buoni non chiedono agli ignudi: «Dov'è la tua veste?» né ai senza-casa: «Che è successo alla tua casa?»





Allora Almitra parlò, dicendo: Noi vorremmo chiedere adesso della Morte.



Morte e vita di Gustav Klimt, 1916

Ed egli disse:
Voi volete conoscere il segreto della morte.
Ma come lo scoprirete se non lo cercate nel cuore della vita?
Il gufo i cui occhi vincolati alla notte sono ciechi al giorno non può svelare il mistero della luce.
Se voi volete osservare veramente lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita.
Poiché la vita e la morte sono una cosa sola, proprio come il fiume e il mare sono una cosa sola.
Nel profondo delle vostre speranze e dei vostri desideri si trova la vostra tacita conoscenza dell'aldilà;
E come semi sognanti sotto la neve il vostro cuore sogna della primavera.
Confidate nei sogni, poiché in essi è nascosto l'ingresso all'eternità.
La vostra paura della morte non è, che il trepidare del pastore quando sta al cospetto del re la cui mano si deve posare su di lui in tributo d'onore.
Il pastore non è forse gioioso sotto il suo trepidare, dal momento che egli porterà impresso il marchio del re?
Eppure non è forse maggiormente assorbito dal suo trepidare? Poiché cos'è il morire se non stare nudi nel vento e dissolversi nel sole?
E cos'è cessare di respirare se non liberare il respiro dalle sue incessanti maree, affinché esso possa sollevarsi ed espandersi e cercare Dio senza gravami?
Solo quando berrete dal fiume del silenzio voi canterete veramente.
E quando avrete raggiunto la vetta della montagna, allora voi comincerete ad ascendere.
E quando la terra reclamerà le vostre membra, allora voi danzerete veramente.




Allora una sacerdotessa disse: Parlaci della Preghiera.



Samuele bambino di Joshua Reynolds, 1776

Ed egli rispose, dicendo:
Voi pregate nel vostro affanno e nel vostro bisogno; se soltanto voi poteste pregare anche nel pieno della vostra gioia e nei vostri giorni d'abbondanza.
Poiché cos'è la preghiera se non l'espansione di voi stessi nell'etere vivente?
E se è atto al vostro conforto versare la vostra oscurità nello spazio, è anche atto al vostro diletto versare fuori quanto albeggia dal vostro cuore.
E se voi non potete che piangere quando la vostra anima vi convoca alla preghiera, essa dovrebbe spronarvi più e più volte, benché piangenti, fino a che giungerete ridenti.
Quando pregate voi vi elevate a incontrare nell'aria coloro che stanno pregando in quella stessa ora, e che non vi è possibile incontrare se non nella preghiera.
Fate dunque che la vostra visita a quel tempio invisibilmente non sia per altro che estasi e soave comunione.
Poiché se entraste nel tempio per nessun altro scopo che il chiedere voi non riceverete:
E se entraste in esso per umiliarvi voi non sarete sollevati:
O anche se entraste in esso ad implorare per il bene di altri voi non sarete ascoltati.
È sufficiente che voi entriate nel tempio invisibilmente. Io non posso insegnarvi come pregare a parole.
Dio non dà ascolto alle vostre parole se non quando Egli stesso le esprime attraverso le vostre labbra.
Ed io non posso insegnarvi la preghiera dei mari e delle foreste e delle montagne.
Ma voi che siete nati dalle montagne e dalle foreste e dai mari potete trovare la loro preghiera nel vostro cuore.
E se solo starete in ascolto nella quiete della notte li udrete che dicono in silenzio:
«Dio nostro, che sei il nostro sé alato, è il tuo volere in noi che vuole.
«È il tuo desiderio in noi che desidera.
«È il tuo impulso in noi che vorrebbe convertire le nostre notti, che sono tue, in giorni, che sono tuoi anche.
«Noi non ti possiamo fare richiesta di cosa alcuna, poiché tu conosci i nostri bisogni prima che essi siano nati in noi:
«Tu sei il nostro bisogno, e nel darci più di te stesso tu ci dai tutto».



Allora un muratore venne avanti e disse: Parlaci delle Case.



La casa gialla di Vincent Van Gogh, 1888

Ed egli rispose e disse: costruitevi in immagini un casolare nella terra selvaggia prima di costruire una casa entro le mura della città.
Poiché proprio come voi fate dei ritorni a casa nel vostro crepuscolo, così fa il viandante in voi, colui che è l'eterno lontano e solo.
La vostra casa è il vostro corpo più grande. Essa cresce nel sole e dorme nella quiete della notte; ed essa non è priva di sogni. Forse che la vostra casa non sogna? E sognando, non lascia forse la città per il bosco o la cima del colle?
Come vorrei poter raccogliere le vostre case nella mia mano, e come un seminatore spargerle in foreste e prati.
Come vorrei che le valli fossero le vostre strade, e i verdi sentieri i vostri angiporti, affinché voi possiate cercarvi l'un l'altro attraverso i vigneti, e giungere con la fragranza della terra nei vostri indumenti.
Ma queste cose non devono ancora esistere.
Nella loro paura i vostri antenati vi raccolsero troppo vicini gli uni agli altri. E quella paura durerà ancora per un po'. Ancora per un po' le mura della vostra città separeranno i vostri focolari dai vostri campi.
E ditemi, gente di Orfalese, che cosa avete in queste case? E cos'è che voi custodite con porte sbarrate?
Avete voi pace, quella quieta passione che rivela la vostra forza?
Avete voi ricordi, quegli archi scintillanti che si stendono attraverso le sommità della mente?
Avete voi bellezza, essa che da oggetti foggiati con legno e pietra conduce il cuore alla montagna sacra?
Ditemi, lo avete questo nelle vostre case?
O avete solo comodità, e la brama di comodità, quella cosa subdola che entra in casa da invitato, e poi diviene ospite, e quindi padrone? Sì, ed essa arriva ad essere domatore, e con uncino e sferza fa dei vostri desideri più grandi dei burattini.
Anche se le sue mani sono di seta, il suo cuore è di ferro.
Essa vi culla fino a farvi addormentare soltanto per stare accanto al vostro letto e schernire la dignità della carne.
Essa si fa beffe dei vostri sensi sani, e li depone nella lanuggine del cardo come fragili vasi.
In verità la brama di comodità sopprime l'entusiasmo dell'anima, e poi se ne va ghignando dietro al corteo funebre.
Ma voi, figli dello spazio voi senza riposo nel riposo, voi non sarete né intrappolati né domati.
La vostra casa sarà non un'ancora ma un albero di nave.
Essa non sarà una lucida pellicola che copre una piaga, ma una palpebra che protegge l'occhio.
Voi non piegherete le vostre ali affinché possiate passare attraverso delle porte, né chinerete le vostre teste affinché esse non urtino contro un soffitto, né avrete apprensione nel respirare per tema che dei muri debbano spaccarsi e crollare.
Voi non dimorerete in tombe fatte dai morti per i vivi.
E per quanto abbia di magnificenza e splendore, la vostra casa non conterrà il vostro segreto né darà asilo alla vostra aspirazione. Poiché ciò che è senza limite in voi dimora nella magione del cielo, la cui porta è la bruma del mattino, e le cui finestre sono i canti e i silenzi della notte.






Allora Almitra disse: Parlaci dell'Amore.



Amore vittorioso o Amor vincit omnia di Caravaggio, 1602 ca.

Ed egli sollevò il capo e volse lo sguardo sulla gente, ed ecco scese una quiete su di essa. E con una voce intensa egli disse: quando amore vi chiama con un cenno, seguitelo, anche se le sue vie sono aspre e scoscese.
E quando le sue ali vi avvolgono abbandonatevi a lui, anche se la spada nascosta tra le sue penne vi può ferire.
E quando vi parla credete in lui, anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.
Poiché proprio come amore vi incoronerà così lui vi crocifiggerà. Proprio come lui è adatto per la vostra crescita così lui è adatto per la vostra potatura.
Proprio come lui ascenderà alla vostra altezza e accarezzerà i vostri rami più teneri che fremono nel sole, così lui discenderà alle vostre radici e le scuoterà mentre loro si abbarbicano alla terra.
Come fasci di grano lui vi raccoglie a sé. Lui vi trebbia per farvi nudi.
Lui vi passa al vaglio per liberarvi dalla vostra pula. Lui vi macina fino alla bianchezza.
Lui vi impasta fino a che voi siete manipolabili; e poi lui vi assegna al suo fuoco sacro, cosicché voi possiate divenire pane sacro per il banchetto sacro di Dio.
Tutte queste cose amore farà a voi affinché voi possiate conoscere i segreti del vostro cuore, e in quella conoscenza divenire un frammento del cuore della Vita.
Ma se nella vostra paura voi voleste cercare soltanto la pace d'amore e il piacere d'amore, allora è meglio per voi che copriate la vostra nudità e passiate dall'aia d'amore,
fuori nel mondo senza stagioni dove riderete, ma non tutto il vostro riso, e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
Amore dà null'altro se non se stesso e prende null'altro se non da se stesso.
Amore non possiede né vuole essere posseduto. Poiché ad amore è sufficiente amore.
Quando voi amate non dovreste dire: «Dio è nel mio cuore», ma piuttosto: «Io sono nel cuore di Dio».
E non pensate di poter dirigere il corso d'amore, poiché amore, se vi trova degni, dirige il vostro corso.
Amore non ha altro desiderio se non portare a compimento se stesso.
Ma se voi amate e dovete necessariamente avere desideri, fate che i vostri desideri siano questi: sciogliervi ed essere come un ruscello che scorre e canta la sua melodia alla notte.
Conoscere la pena di troppa tenerezza.
Essere feriti dalla vostra stessa comprensione d'amore; e sanguinare di buon grado e pieni di gioia.
E svegliarvi all'alba con un cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore; riposare nell'ora del meriggio e meditare l'estasi d'amore; ritornare a casa al vespro con gratitudine; e poi dormire con nel cuore una preghiera per la persona amata e sulle labbra un canto di lode.




Ho preferito lasciar parlare le parole di Kahlil Gibran perché credo che siano migliori di tutto quello che avrei detto.
Inoltre ho messo dipinti per creare contrasto. Spero di aver scelto bene e spero che così non abbia corso il rischio della retorica. Le vittime non se lo meritano.
Voglio solo dire una cosa: delle vittime degli "11 settembre" sparsi per il mondo (soprattutto quello Terzo) non se ne parla mai abbastanza.





 
 
I passi de Il Profeta li ho presi qui. Troverete anche gli altri


P.S.: Non credo in Dio, almeno non in quello cristiano, ma nel leggere le parole di Kahlil Gibran mi sembra che non parli di quel Dio, ma di una forza molto più misteriosa, immensa.

7 commenti:

  1. Solo silenzio e rispetto per questa tragedia accaduta 10 anni fa.

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  2. molto bello!! Un grande lavoro hai preparato per questa giornata di ricordo. Sono contenta di aver letto questo post. I passi che più mi hanno trasmesso emozione sono: Parlaci della morte, parlaci della preghiera e dell'amore.
    La scelta delle immagini è ben curata. Ripeto: sei davvero brava
    grazie
    angela

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  3. Vi ringrazio molto.
    @ Veggie: Già solo silenzio e rispetto per le vittime.

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  4. Grazie anche se in questo post ho preferito dire il meno possibile

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Grazie per i commenti