Pagine

venerdì 18 febbraio 2011

Il Cigno nero




Cazzo!

Scusate la parola poco fine, ma è quello che ho detto tra me e me con un filo sottile di voce appena è finito il film.
Sì. perché ca**o (una volta scritto per intero basta ed avanza) raramente un film mi ha fatto sentire così sperduta, ma anche sedotta, raramente sentivo il mio corpo tremare d'inquietudine, ma anche di piacere. Raramente ciò che sentiva il mio corpo era lo stesso di quello che sentiva la mia mente.




ATTENZIONE SPOILER:

Nina si sta preparando per quello che sarà il ruolo della sua vita ovvero il doppio ruolo di Odette/Odile rispettivamente cigno bianco e cigno nero solo che il suo carattere timido, sottomesso e frigido non permette di comprendere la controparte oscura. Inoltre sua madre, una ballerina in pensione le tarpa continuamente le ali (non a caso ho scelto questa frase) con il suo controllo ossessivo.
La presenza di Beth, la prima ballerina precedente scacciata in malo modo, e quella di Lilly, nuova ballerina molto sensuale continuano a farle dubitare di se stessa così come il regista e coreografo Thomas Leroy.
Soprattutto Lilly e Thomas si trovano in una posizione ambigua: agiscono per incitarla a farle conoscere il suo lato oscuro, per liberarla o solo per farle del male?
E cosa sono quelle continue visioni? Sono reali o finte?
Ma soprattutto: cosa le sta succedendo al corpo e alla mente?




Il tema realtà e finzione, dove l'uno si mescola con l'altro, è usato molto spesso nei film soprattutto quando questi sono ambientati su un palco (basti pensare a Moulin Rouge) però qui ci troviamo a livello più profondo e alcune scene mi hanno ricordato La Mosca (che adoro!) di David Cronenberg.
Oltre alla recitazione della Portman e a una colonna sonora che sottolineava ogni momento alla perfezione, voglio ricordare la fotografia di Matthew Libatique (non lo conoscevo prima, ma ohi!) anch'esso nominato per l'Oscar, è perfetta per il film proprio perché non è perfetta, non è pulita, ma è nevrotica e danza con i ballerini con una grazia ed è sempre "dietro" alla Portman (guardate al film e capirete).
Il regista Darren Aronofsky pensava a questo film da anni e di certo ridimensiona il pregiudizio che si ha sul mondo del balletto: tutto grazia e calzamaglia, da femminucce eppure, e questo mi è stato detto tante volte, il mondo del balletto classico è forse il più duro in tutto lo spettacolo.




E adesso voglio lodare la Portman che si è trasformata fisico e mente per affrontare questo ruolo. Di certo non mi sono dimenticata dei comprimari (ed è ironico il ruolo di Winona Ryder ovvero di Beth, lei che era considerata una star e poi caduta in disgrazia dopo l'episodio di cleptomania), ma lei vince su tutto e un ruolo così ti può far cadere in rovina o ti può innalzare a star se già non lo si era capito prima.
Io le darei l'Oscar già da subito senza aspettare il 27 febbraio.


Occhio perché il Cigno nero è in agguato.




Ed adesso vi voglio lasciare con un Lago di Cigni interpretato da Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn e scusate se è poco:






Modificato

Aggiornamento 28 marzo: Come era giusto, Natalie Portman ha vinto l'Academy Award come migliore attrice protagonista. Sulle 5 nominations totali (miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, miglior montaggio), il Cigno nero ha vinto quell'unico Academy Award.

6 commenti:

  1. Non ho visto questo film, ma il tuo post mi ha davvero incuriosita... Correrò a colmare questa mia mancanza... ^^"

    RispondiElimina
  2. Un ottimo film, coinvolgente spiritualmente eppure estremamente fisico, degno della tradizione che il regista aveva inaugurato con The wrestler.
    La Portman incredibile, e la sequenza della metamorfosi da antologia.

    RispondiElimina
  3. cazzo è la parola perfetta:
    se non con il cigno nero, quando? :)

    RispondiElimina
  4. @ Veggie: se non hai il timore di lasciarti coinvolgere fisicamente e mentalmente e non hai paura di scene scabrose, questo film è perfetto.

    @ MrJamesFord: La scena della metamorfosi credo che rimarrà nella mia memoria per sempre: era un vortice, un climax sempre in crescendo e poi vedere quelle ali...Incredibile!

    @ Marco: Eh già, quando? Quando ci sono film così?

    RispondiElimina
  5. Si vede e si sente che il film ti è piaciuto molto. Bene! Abbiamo bisogno di sentirci parte di qualcosa, e se quel qualcosa arriva dal mondo dell'arte ancora meglio! Concordo sulla Portman, e secondo me ha ottime possibilità di vincere.

    RispondiElimina
  6. Abbiamo anche bisogno di perdere noi stessi.

    RispondiElimina

Grazie per i commenti