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giovedì 30 dicembre 2010

Morta la modella Isabelle Caro

Certe notizie, certe morti non vorresti mai sentirle eppure succedono.
Come la morte di questa ragazza, Isabelle Caro, modella francese.
Il suo nome forse non vi dice niente?
Forse queste foto vi fanno capire chi è:




Se ho scelto di voler mettere le prime due foto interamente senza censura, non è perché non ho rispetto della sua persona, anzi: lei ha coraggiosamente scelto di farsi vedere nuda, di mostrarsi senza censura e io ho voluto rispettare la sua scelta anche adesso dopo la sua morte.
Avrei preferito molto di più oscurare il marchio, ma non sapevo come fare.

Lei soffriva di anoressia sin da adolescente anche dovuta a una madre che le impedica di crescere, fisicamente e psicologicamente.
Con quelle foto di Oliviero Toscani è diventata la testimonial contro l'anoressia. Molti hanno preferito voltare o la faccia o la pagina, ma non farlo adesso e prova a guardarla negli occhi: sono quelli di chi ha voglia di vivere, di chi ha deciso di combattere, ma il suo corpo non ha retto.

E' morta il 17 novembre a Tokio per una pneumopatia. Si è saputo solo ora.
Aveva 28 anni.



"...Le sofferenze fisiche e psicologiche che ho subito hanno un senso solo se possono essere d'aiuto a chi è caduto o ha la tentazione di cadere nella trappola da cui io sto cercando di uscire”.


Aggiornamento 22 gennaio 2011: Credo che ormai lo sappiate: si è suicidata sua madre. Il marito parla per sensi di colpa per averla ricoverata. Non volevo parlarne però oggi ho visto un servizio su Isabelle e che parlava dell'anoressia. Hanno fatto vedere video su di lei, sulla sua voglia di vivere nonostante la malattia e veniva raccontata la sua storia: la madre aveva una storia d'amore con un artista emaciato e dall'unione nacque lei, Isabelle che le ha impedito di crescere e così la piccola a 13 anni smise di mangiare per non crescere. E LA MADRE SI E' FATTA VENIRE SENSI DI COLPA PER AVERLA FATTA RICOVERARE?! Per questo non ne volevo parlare perché ero arrabbiata.
Nel servizio, si vede Isabelle che dice di averla perdonata perché l'ha messa al mondo. Questa è stata una sua scelta però credimi se ti dico che la forza di vivere ce l'avevi tu: volevi innamorarti, volevi diventare madre appena ti era possibile, volevi diventare un'attrice di teatro, volevi vivere.
Purtroppo il tuo corpo non ha retto.
Ciao Isabelle.

Qui il suo blog in lingua francese

8 commenti:

  1. Forse disapproverai quello che sto per scrivere, ma non posso che dire quello che penso...
    Guardo le foto di quella pubblicità, e mi chiedo: cosa può suscitare un’immagine del genere?
    Io credo che le prime impressioni si possano suddividere tra: pena, ribrezzo e indifferenza.
    Queste foto in un certo senso fan l’effetto Darfur, no? Le foto sui volantini per la richiesta fondi per il Darfur mostrano quasi sempre un povero cristo pelle ossa che non sta più in piedi, spesso di pochi anni, con due ossa cave al posto degli occhi e lo sguardo privo di speranza perso nel vuoto…
    Cosa suscita una foto del Darfur? Pena, ribrezzo, indifferenza…nel caso della pena magari qualche "puro di cuore" che cerca di risanare i propri sensi di colpa nell’aver sprecato tutta la propria tredicesima in magicomiche abbuffate di Natale, spedisce anche qualche soldino al conto corrente indicato…nel caso del ribrezzo e dell’indifferenza il volantino viene straccito e gettato per strada…
    Qui la situazione è forse un pelino diversa…magari qualche cinico, vedendo la foto di una ragazza anoressica associata ad una casa di moda, arriva perfino a chiedersi "perché dovrei preoccuparmi per la solita ragazzina che ha tutto, viziata, con la fissa per la dieta…quando io non ho nemmeno la possibilità di comprarmi il Mercedes!?!"
    Questo è uno sfruttamento d'immagine: uno scheletro che cammina fa impressione, impatta, incolla la gente al video, ai giornali, ai cartelloni pubblicitari…E’ Questo che importa!!!!
    Allora non mi si venga a dire che si creano certe pubblicità per far discutere di un problema dilagante, per raccontare i disagi del proprio tempo!
    Cosa serve concentrare l’attenzione sempre e solo sul corpo, sull’apparenza?
    Non si va al di là…
    Il fatto è che è parte della natura umana rimanere a guardare, rimanere scioccati e poi…voltare le spalle!
    Con pubblicità simili non si aiutano le persone malate…con pubblicità simili si fanno i soldi perché si sfrutta questa verità e alla fine… si fa parlare di sé! Vero caro Oliviero?

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  2. No, non disapprovo affatto ciò che scrivi anzi ti ringrazio per aver espresso il tuo sincero parere.
    Cosa potrei dirti? Non penso che Isabelle era una stupida e per me sapeva a cosa andava incontro e credo immaginava le diverse reazioni della gente anche quelle più ciniche come hai detto tu.
    La cosa che più mi infastidisce, e che vorrei cancellare, è quel marchio, .

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  3. Sai Veggie, penso che in parte tu abbia ragione, che la sofferenza dell'anoressia vada molto al di la di un corpo distrutto come quello che appare sui cartelloni, ma come si può in uno scatto, mostrare a persone ignoranti sull'argomento, la devastazione psicologica che deriva da anni di malattia?
    Penso che in fondo sia un modo come un altro, sicuramente provocatorio, per far discutere, per sollevare l'argomento, per spingere le persone fuori dal buio dell'ignoranza, per far si che s'interessino, che possano cercare di comprendere...
    Credo che non si volesse, con una simile campagna, trasmettere la sofferenza, non so nemmeno se sia possibile, credo che si volesse scuotere le persone proprio dall' indifferenza dietro cui troppo spesso si celano e per farlo era indispensabile che l'immagine fosse scioccante, l'indifferenza è un muro spesso da abbattere bisogna usare armi pesanti.

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  4. Trasmettere la sofferenza di chi ha passato anni nell'anoressia o anche in situazioni simili credo sia (quasi) impossibile.
    Non ho dubbi che la sofferenza vada oltre il corpo però questa campagna ha avuto il merito di scuotere l'indifferenza di alcune persone e questa è già una gran cosa.

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  5. Ehi, AlmaCattleya, scusa se ti rispondo solo ora, non ho avuto modo di riutilizzare il PC ieri...
    Comunque, un paio di cose vorrei aggiungere a quanto già scritto...
    Innanzitutto, non so se hai letto l'autobiografia di Isabelle Caro... ecco, penso che il mio precedente commento possa essere più contestualizzato se hai modo di fare quella lettura...
    Inoltre, rispondendo sia a te che a Cirillina, è vero, in una foto non si può racchiudere l'anoressia. Proprio per questo penso che sia un approccio sbagliato alla cosa. Oltre a quello che ho definito "l'effetto Darfur", il vedere un corpo così, sbattuto in primo piano, può stimolare in chi è ancora malata e proprio nel pieno dell'anoressia un comportamento ben preciso...l'EMULAZIONE!
    Non dimentichiamoci che un fisico del genere - per una persona anoressica che è completamente in mezzo all'anoressia e non contempla nemmeno per sbaglio la possibilità di uscirne - rappresenta un mito da raggiungere...

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  6. Non ho letto la sua autobiografia però conosco la sua storia.
    E hai ragione che c'è il rischio dell'emulazione. E' una cosa talmente delicata questa che bisogna andare coi piedi di piombo.
    Però a volte lo shock serve per risvegliare e scuotere.
    Inoltre le foto sono state fatte proprio per la settimana della moda che non la ritengo la prima causa dell'anoressia però contribuisce per chi ci lavora.
    In questo momento penso ad Isabelle Caro e magari qualcuno può contestare ciò che ha fatto, ma io sono convinta che lei abbia fatto il possibile e la sua frase è la conferma.

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  7. Sono d'accordo con te Veggie, per quanto riguarda la mitizzazione di un corpo simile da parte di una ragazza malata, ma d'altltronte se deve apparire su un cartellone meglio che lo faccia vicino alla scritta "no-anoressia" che non su mille passerelle e cataloghi di moda...

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  8. ho letto il suo libro l anno scorso.... ve lo consiglio...è sconvolgete.. in quelle pagine di assoluta tristezza si cela tutta la nuda e cruda verità della sua vita!

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Grazie per i commenti