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sabato 16 gennaio 2010

Scoprire la voce

Come ho già precedentemente scritto, il laboratorio in cui interpretai Maria Callas, e non nel canto ci tengo a precisare, mi ha portato a scoprire sempre di più la voce tanto che poi ho cominciato a studiare canto e così ho imparato a usare sempre di più il diaframma (indispensabile per chi vuol fare teatro), a cantare veramente di testa (dei mal di testa terribili, a momenti svenivo le prime volte), a far dei suoni rotondi e a cantar usando tutto il corpo. Un giorno avevo un male lungo il basso schiena. Normale, mi rispose l'insegnante, perché hai usato pienamente il diaframma. Cavolo, non sapevo che facesse così male.
Ma scoprire la voce per me non è solo saper cantare, ma anche scoprire la propria via come se la voce mi potesse indicare il mio cammino.
Nell'estate del 2007 ho fatto un esercizio che mi era stato suggerito da Ermanna Montanari, attrice del Teatro delle Albe: scrivere una specie di diario in cui riflettevo o meglio ponevo l'attenzione sui vari aspetti legati al teatro e in una pagina ho scritto: Sono una ragazza, un'aspirante attrice che vuole scoprire la propria voce. Ebbene in un libro consigliato da Ermanna, Pietre d'acqua di Julia Varley, attrice dell'Odin Teatret, edito da Ubulibri (se c'è qualcuno a cui interessa), dove sono scritte queste esatte parole nella pre-fazione: Accetto questa responsabilità, quella di scrivere questo libro, nell'illusione che queste pagine possano essere utili a un'attrice in cerca della sua voce.
Sono rimasta esterrefatta: è come se ci fosse stata una connessione, è come se, ingenuamente pensavo, avesse scritto questo libro appositamente per me.
La voce per me rimarrà sempre un mistero però è uno dei primi strumenti che uso per sondare un personaggio, per avvicinarmi a lui.

Poesia scritta da me (estate 2007):

La mia voce

La voce,
nasce dalle viscere del nostro corpo,
come se nascesse dal Centro della Terra.
Tutti la possiedono
anche chi non la può usare.
La voce
è la musica che esce
dal nostro strumento, il corpo.
Tutti la possiedono
anche chi non la può usare.

La voce
la puoi sentire vibrare in te,
però io non la conosco,
non so qual è il suo aspetto,
i suoi colori, la sua forma.
E così la sto cercando,
sto cercando la mia voce
lungo le vie di questa vita.
Sto cercando la mia voce
per far sapere a tutti che ci sono,
che non sono finita,
per conoscere il mio futuro
e la vera me stessa.
E quando l'avrò trovata,
la espanderò in tutto il mondo
e poi chissà
se qualcuno risponderà al mio eco.

Dietro ogni angolo,
si nasconde una gioia
o un pericolo,
ma io cercherò ovunque
la mia voce.


Mi auguro che, anche voi tutti che mi leggete, sarete accompagnati nel vostro cammino della vita dalla propria voce.

8 commenti:

  1. Sì Elena, la voce è un'impronta, un riflesso dell'anima. Cercarla, come fai tu, equivale a cercare se stessi. C'è un bel racconto di Marcel Schwob intitolato 'Beatrice', che esprime molto bene questo concetto voce = anima. Il narratore di questo racconto è innamorato di una ragazza, Beatrice, e anche lei lo ama. Insieme si giurano amore eterno e, dopo aver letto un distico di Platone: "Mentre baciavo Agatone, l'anima mi salì alle labbra/ Voleva, l'infelice, passare in lui!", si auspicano che le loro anime un giorno possano unirsi nello stesso corpo. "Beatrice ed io non pensammo più che a unirci così per abbandonarci l'uno nell'altro. Ma qui cominciò l'indefinibile orrore. Il bacio della vita non poteva legarci indissolubilmente. Occorreva che uno di noi si sacrificasse all'altro!". Poi Beatrice si ammala gravemente, e nel momento estremo confessa al suo amore "Nel momento della mia morte, voglio che mi baci sulla bocca e che il mio ultimo respiro passi in te!". Poi, Beatrice muore e il suo uomo la piange disperatamente, e si accorge che i suoi singhiozzi sono in realtà...i singhiozzi di Beatrice! "Avevo ucciso Beatrice e avevo ucciso la mia voce; la voce di Beatrice abitava in me, una tenue voce di agonizzante che mi terrificava...Non avrei dovuto saperlo? La voce è eterna, la parola non perisce. Essa è la migrazione eterna dei pensieri umani, il tramite delle anime; le parole giacciono disseccate sui fogli di carta, come fiori in un erbario; ma la voce le fa rivivere con la propria vita immortale. Perché la voce non è altro che il moto delle molecole d'aria sotto l'impulso di un'anima; e l'anima di Beatrice era in me, ma io non potevo comprendere e udire che la sua voce. Ora che stiamo per essere liberati, il mio terrore si calma; ma si rinnoverà; lo sento approssimarsi, questo orrore inesprimibile; eccolo che ci afferra - poiché io rantolo - e il mio rantolo, che è caldo e vibrante, E' IL RANTOLO DI BEATRICE"

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  2. "...Perché la voce non è altro che il moto delle molecole d'aria sotto l'impulso di un'anima..." Sembra una spiegazione scientifica eppure non so, ha un certo fascino. Già nell'antichità si associava il respiro all'anima e credo si possa chiamare la voce come il suono del respiro e così dell'anima.
    Più avanti voglio dedicare un post al canto, non al mio però, in generale, ma sarà un canto speciale.
    Grazie per questi racconti che mi riporti. Brevi, ma racchiudono un'immensità di sensazioni.

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  3. Penso che scoprire la propria voce sia un processo importantissimo... Io per tanti - troppi! - anni sono rimasta in silenzio lasciando che un corpo scomodo parlasse al posto mio... Adesso però ho capito di avere una voce, e voglio imparare ad utilizzarla per non rendere più il mio corpo bersaglio e dimostrazione di ciò che non riesco a dir a parole...

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  4. Falla risuonare, liberala e vedrai che quella voce parlerà per te.

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  5. Una ricerca costante ed infinita, lunga almeno quanto la vita stessa.
    Ma la voce dentro di noi chiama, sussurra, guida... ed è essenziale saperla ascoltare, conoscere e seguire!

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  6. Grazie per essere passata e non posso fare che concordare con quanto hai scritto.
    Ritorna pure quando vuoi. Sei sempre la benvenuta.

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  7. A parte Beatrice , potrei dire che anche il silenzio , ovvero il non parlato ha enorme significanza . Parlare dell'origine puramente fisica della voce è banale , parlare invece del mistero di come erano strutturate , faccio due esempi : La Callas e monteserrat Caballè , è impossibile . Parlando della relatività un noto matematico fece quest'esempio : se uno fosse nato a bordo di un pallone stratosferico , in quota, come si sarebbe sviluppato , quale fisica , quale voce ? Altrettanto l'etologo Lorenz disse : un pulcino nato cieco e senza naso come avrebbe riconosciuto la madre ? Dal chioccolio , ma dopo si contradisse perchè il pulcino si sarebbe fatto figlio del primo suono gradevole che avrebbe udito . Ma come al solito sono arido e riduttivo . La voce in senso esteso è il timbro sonoro della nostra psiche e/o anima . Nella voce ci siamo noi , solo noi , con il nostro vissuto , i nostri crucci , speranze , sogni . Ecco che a mio avviso ( modesto ed opinabile ) la nostra voce evolve sempre , muta a seconda di ..Poi si sa come tutte le maschere che il grande Mishima ha elencato , anche la voce viene da noi mascherata , cambiata a seconda dei casi e delle circostanze e solo a volte quando bisbigliamo in un alito profumato " ti amo " ecco che allora è la nostra , magari tremante , ma nostra .
    Walter

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  8. Di certo non mi voglio dimenticare del silenzio e credo che merita un discorso a parte per quanto è magico e significativo.
    Io non mi volevo basare solo all'origine fisica della voce. Infatti nella poesia che ho scritto, ci sono queste parole: "Tutti la possiedono/anche chi non la può usare."

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Grazie per i commenti