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giovedì 3 dicembre 2009

Arte brutale

Che cosa spinge un/a ragazzo/a a voler entrare nel campo dell'arte?
Lo stereotipo dell'artista, qualunque esso sia, vuole che questo sia matto da legare, con complessi enormi, con turbe da far impazzire chiunque. E non dimentichiamo la sfrenata voglia di sesso (è mai possibile che in tutti i film biografie che ho visto, la componente sessuale è così predominante?).
Mi chiedo se sia solo questo.
Ci sono tanti modi di fare arte, ma quanti modi ci sono di vedere l'arte?
C'è una parola che mi piace tanto, che la preferisco a 'metodo' e che la uso spesso ed è 'poetica'. Che cosa indica la poetica? Secondo il Grande Dizionario Hoepli per poetica s'intende il complesso delle concezioni, delle idee artistiche, dei modi e delle forme proprie di un poeta, di uno scrittore, di un artista, di un movimento, di un'epoca: la p. leopardiana; la p. della nuova pittura.
Mi piace anche perché in ha la parola 'poesia'. Per poesia non intendo solo frasi in rima, figure retoriche ecc... (L'Attimo fuggente docet). Per poesia intendo "la lingua dell'arte".
Però adesso si vede la poesia come qualcosa di assolutamente stupido, roba da Baci Perugina. Guai a pensare così perché così si perde il senso dell'arte se l'arte può avere un senso. La poesia eleva lo spirito.
Persino la poesia, e così l'arte, può essere brutale.
Brutale perché è brutale prendere un pennello, intingerlo nel colore e riempire la tela; è brutale prendere uno scalpello e colpire la materia e potrei fare tanti esempi, ma innanzitutto è brutale adattare la Natura.
Ma questa brutalità la intendo come sacra così come mi è sacra la Natura.
L'arte è piena di contraddizioni quindi non ci si deve meravigliare se la stessa parola può avere un doppio significato e per spiegare qualcosa ci si deve affidare al suo contrario.
Nel mio prossimo post esporrò la mia ricerca continua, l'unione tra bestiale e sublime.

2 commenti:

  1. Anche questa volta un post interessante, soprattutto a proposito dell'arte brutale. Mi ricordo che in un'intervista lo scrittore Jean Genet faceva differenza fra 'violenza' e 'brutalità'. Come esempio diceva: se un uomo dà uno spintone ad un altro uomo per buttarlo in un burrone, questa è violenza, ma se tu prendi brutalmente per un braccio lo stesso uomo che sta per cadere nel burrone e lo trascini lontano dal burrone, questa è 'brutalità', ma tu l'hai salvato! Così anche l'arte 'brutale' può salvare.

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  2. Perfettamente d'accordo con Jean Genet e tu anche questa volta mi hai portato esempi su cui riflettere e accrescere la mia curiosità. Grazie.

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Grazie per i commenti