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martedì 27 settembre 2016

Wild

E' un ricordo questo che spesso ho scritto nel blog, uno dei pochi belli che ho nell'infanzia ma talmente potente da continuare a sostenermi anche adesso, anche in quei momenti nei quali mi sembra sprofondare.
Ormai è diventato un ricordo cristallino che a volte mi chiedo se io abbia sognato o no.
Poi lo sento nelle dita, lo sento in quei gesti, in quella magia che stavo provando, una magia così palpabile e vibrante.

Quando ero bambina mi immaginavo come figlia di Madre Natura e sentivo un forte legame con il tutto. 

Ero al primo o secondo anno delle elementari durante la ricreazione che la facevamo nel parco della scuola. 

Come capitava spesso, me ne stavo tristemente da sola quando vidi un angolo coperto dalle foglie. Eravamo in autunno. 
In quell'angolo vidi che passava il vento così mi avvicinai e con le mani disegnai in aria delle traiettorie che poi le foglie, sollevate dal vento, avrebbero seguito. O almeno così io mi sentii di fare. 
Intanto dietro di me si fermarono alcuni bambini e i maestri. 
La magia non durò molto, ma di certo non è finita lì perché l'ho sentita nelle mie mani. 
Questo mio ricordo continua a sostenermi e il legame lo sento vivo. 

E poi qualche mese fa ho partecipato come Driade della Vite e qualche settimana dopo vedo questa foto di Luca Piccinini che ringrazio fortemente.





Mi sono letteralmente commossa nel vedermi che mi ha fatto subito ritornare in mente quel ricordo.
E' una magia che si è espressa in diverse forme, in tutte quelle che le mie mani  e non solo riescono a fare.
E sin da bambina sto rinnovando questo legame con Madre Natura.



Alle medie l'avevo raffigurata come una donna in trono, capelli lunghi e lo scettro (peccato non averlo ancora).
Poteva assomigliare all'Imperatrice dei Tarocchi, carte che non conoscevo allora.



del mazzo Rider Waite
qui la spiegazione



Ora poi non sono più una bambina, ma una donna.



Spirito dell'albero di James Fodor


E conservo ancora in me quel lato che chiamo la divina natura del bambino selvatico, un legame invisibile e allo stesso tempo concreto con la natura, con la sua espressione e creatività.






Questo libro di Emily Hughes ve lo consiglio fortemente (anche se contesterei il titolo perché in originale è Wild ovvero Selvatica e non Savage che è Selvaggia. Non sono sinonimi)




di Kate T. Parker


Ed è con questa forza prorompente interna che continuo a vivere, anche quando sento di sprofondare, anche quando il corpo a volte mi dice chiaramente di arrendermi a certi stati d'animo.
E se capita di sprofondare allora mi lascio avvolgere dal buio e dentro mi immagino di lasciarmi guidare.



di Fosco Maraini
(qui potete leggere il mio post sul suo libro L'isola delle pescatrici)




di Eric Javier


E continuo a ballare sia interiormente che fuori come è successo due anni fa quando ho visto il cielo oscurarsi e sembrava quasi che stesse giungendo uno squalo.













Il vento era impetuoso e mi aveva incollato la gonna alle gambe.
L'aria era tutta elettrizzata e sentivo tutto ciò sulla pelle.
Ero da sola.
Anzi, non completamente sola.
Ero con tutto il mare, con la tempesta, con la sabbia.
Ero con il tutto.




I am half child, half ancient (Sono metà bambina, metà antica)
Bjork


Concordo

1 commento:

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