E' un ricordo questo che spesso ho scritto nel blog, uno dei pochi belli che ho nell'infanzia ma talmente potente da continuare a sostenermi anche adesso, anche in quei momenti nei quali mi sembra sprofondare.
Ormai è diventato un ricordo cristallino che a volte mi chiedo se io abbia sognato o no.
Poi lo sento nelle dita, lo sento in quei gesti, in quella magia che stavo provando, una magia così palpabile e vibrante.
Quando ero bambina mi immaginavo come figlia di Madre Natura e sentivo un forte legame con il tutto.
Ero al primo o secondo anno delle elementari durante la ricreazione che la facevamo nel parco della scuola.
Come capitava spesso, me ne stavo tristemente da sola quando vidi un angolo coperto dalle foglie. Eravamo in autunno.
In quell'angolo vidi che passava il vento così mi avvicinai e con le mani disegnai in aria delle traiettorie che poi le foglie, sollevate dal vento, avrebbero seguito. O almeno così io mi sentii di fare.
Intanto dietro di me si fermarono alcuni bambini e i maestri.
La magia non durò molto, ma di certo non è finita lì perché l'ho sentita nelle mie mani.
Questo mio ricordo continua a sostenermi e il legame lo sento vivo.
E poi qualche mese fa ho partecipato come Driade della Vite e qualche settimana dopo vedo questa foto di Luca Piccinini che ringrazio fortemente.