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mercoledì 25 maggio 2016

La timidezza e la recitazione

Tre giorni fa una ragazza mi ha spedito un'e-mail ringraziandomi per il blog (grazie a te e a tutti voi che leggete) e per chiedermi qualcosa.
Tra le domande fatte c'era una che si può riassumere così: chi è timido può fare teatro?
In effetti appena vediamo qualcuno recitare sul palco non penseremo mai che lui in realtà sia timido e che magari fuori da quel palco, da quel set, in realtà non ha nessuna voglia di andare alle feste, di partecipare ad eventi e preferisce starsene tranquillo.
Anzi, si aspetterebbe da lui o lei la stessa spavalderia, lo stesso coraggio scenico che ha mentre recita anche quando è fuori.
Il punto è che un attore timido è quasi inconcepibile e se lo è, di solito agli altri sembra solo asociale e scontroso.
Eppure il punto è questo: la timidezza non è un ostacolo alla recitazione così come l'introversione.
Prima di fare teatro ero chiusa, quasi a livello ermetico.
Poi è arrivato il teatro e me ne sono innamorata. Prima mi ha permesso di trovare un modo per esprimermi, poi un luogo dove sento di appartenere.
Ma forse il mio esempio non è tanto importante o significativo quindi vi parlerò di coloro che sono timidi e famosi. Due esempi sono Robert de Niro e Johnny Depp.
Johnny Depp ci ha abituato ormai con mille trasformazioni a volte riuscite, altre volte no eppure è proprio il suo mascherarsi che lo porta a recitare, a tirare fuori la sua recitazione.



Quest'anno ha tre film in uscita, uno diverso dall'altro, compresa la commedia Mortdecai. Con quale genere si sente più a suo agio?

"Nell'irriverenza. Mi sono sempre sentito più a mio agio in ruoli comici, perché ti offrono più scelta. E poi sapete che mi è sempre piaciuto nascondermi dietro una maschera, perché posso fare di più con il mio personaggio. Io, Johnny, sono timido, ma quando mi nascondo dietro una maschera non ho paura di niente". (stralcio di questa intervista)




Maya Kitajima di Suzue Miuchi
(vai qui per i post dedicati al manga La maschera di vetro)


La maschera (inteso anche in senso metaforico) permette anche di assentarci un attimo dal cervello pensante e trovare quel punto che può aiutare nella recitazione. Senza la percezione della maschera, magari non si ha il coraggio di mostrare quella parte intima di noi.
Alla fine diventa come quando da bambini si dava magari la colpa di un fatto, la responsabilità al proprio giocattolo dicendo "Non sono stato io a fare questo, è stato lui."
La maschera diventa così la nostra parte in ombra che ha il compito di portare alla luce tutto ciò che la nostra interiorità nasconde e che può essere utile.
E quando si parla di ombre, non è che si deve paure di esse.
(nota: sulla maschera e l'attore poi ce ne sarebbe da dire che un solo post non basta)



Purtroppo c'è ancora per lo spettatore, la convinzione che l'attore sia il personaggio. Vuoi magari per la totale immedesimazione dell'attore per il personaggio, vuoi per innamoramento, ma questo è un tremendo equivoco che può portare a delle delusioni per chi guarda. Un po' come per chi ascolta una canzone, scoprire che il cantante non ha scritto quel testo oppure non l'ha neanche vissuto.
Così poi c'è chi pensa che un attore finga anche nella vita, che le sue emozioni non siano autentiche.
Ma anche se il teatro e il set sono ambienti di finzione, la sincerità verso se stessi è fondamentale.



Recitare è come indossare un abito e appunto indossare il proprio costume di scena è un passo fondamentale per entrare nel ruolo.
L'abito aiuta molto nella postura, nel camminare e già si può vedere dall'esterno il cambiamento.
Appena lo si toglie, può rimanere ancora un po' o sparire (nota: c'è da dire che su questo punto ci sono diverse scuole di pensiero. Per esempio alcuni attori perfezionisti come Daniel Day Lewis rimangono nel ruolo anche durante le pause. Alcuni anche per tutto il tempo del film).
E con la timidezza si può parlare della maschera che poi è il significato etimologico di persona.



C'è anche da dire che alcuni attori pensano che la timidezza, anche la propria, sia un impedimento, qualcosa che li ha ostacolati durante la loro carriera.
Ovviamente tutto è come lo si vive. Può darsi che alcuni si siano sentiti ostacolati nel fare le giuste scelte oppure che non si sentono adeguati per quel ruolo (ci sono diversi attori, una è Carey Mulligan, che tengono molto a svalutarsi anche quando sentono che il loro ruolo è stato apprezzato).


Personalmente posso dire che il teatro mi ha aiutato ad aprirmi, ma non per questo mi ha reso l'anima della festa. Ritornando anche all'e-mail, alla fine le ho risposto che la timidezza non ostacola la passione.
Entrambe queste forze possono convivere.
Magari ci sono alcuni momenti nei quali ci si sente più titubanti, magari a conoscere una persona importante per il vostro cammino.
La timidezza può stemperare l'eccessivo trasporto dovuto magari all'ansia così come questa e l'introversione possono aiutare a vedere al di là dell'ovvietà di un personaggio rendendolo così non banale.




Spero che questo post possa aiutare ragazzi e ragazze simili a colei che mi ha scritto l'e-mail (che ringrazio fortemente) e posso dirvi questo: la timidezza e anche l'introversione possono essere fattori di arricchimento della vostra personalità che di certo sarà molto più ampia e non dipenderanno solo da ciò. 
Se poi sentite che la timidezza vi ha ostacolati per un progetto, magari pensate che quel progetto non era adatto a voi.
A volte la timidezza ha una funzione protettiva verso di noi.


Qui potete trovare una lista di attori timidi. Molti sono sex-symbol, alcuni premiati con l'Oscar... Alcuni hanno avuto problemi di depressione, altri fobie, ma sapete si tratta di vedere oltre la loro immagine.
Per quanto vi riguarda, fate ciò che sentite davvero e siate voi.




P.S.: Giusto per essere precisi, timidezza e introversione non sono sinonimi.
P.P.S.: Come avrete capito poi, non sono tanto per combattere la timidezza ed eliminarla, ma più un usarla a favore. Avrà un altro effetto da quello di sentirsi prigionieri della timidezza.

2 commenti:

  1. Secondo me, un po' di timidezza va superata per fare teatro, ma il bello è che il teatro ti dà una buona motivazione per farlo. Però essere timidi sul palcoscenico e timidi nella vita reale sono due cose completamente diverse: stare in scena è uno spazio protetto (anche se non sembra) in cui puoi fare qualsiasi cosa, tanto non sei tu a farlo, è il personaggio.

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    1. sono d'accordo che lo stare in scena sia uno spazio protetto dove non ci si sente giudicati. al di fuori non ci si sente così a proprio agio. Infatti, non a caso molti attori sono restii a ripetere le performances fuori dalla scena. Se non ci si sente a proprio agio, di solito si preferisce lasciare stare. Anch'io a volte ho preferito non fare dei pezzi che ho fatto perché non mi sentivo a mio agio.

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Grazie per i commenti