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lunedì 2 maggio 2016

Intervista a Maja Rogulich, un'anima preziosa

Ci sono alcune persone che anche il solo conoscerle, averle come amiche, ti fa dire "Come sono fortunata."
Persone con le quali hai un'affinità incredibile e non importa da dove venite o quanto sia la differenza di età.
Una di queste che sto presentando tramite quest'intervista, è una mia carissima amica che quest'anno compie 60 anni, ma al vederla, al sentirla, non glieli daresti.
Si chiama Maja Rogulich (il cognome ha l'accento sulla o e il ch si pronuncia come una c dolce), è nata a Spalato (Split) in Croazia e dall'età di 4 anni è stabile qui a Ravenna. Ha una vivacità mentale che la fa sembrare più giovane e nello stesso tempo una profondità di animo.
Tutto ciò potrebbe sembrare che siano delle frasi fatte anche perché si tratta di una delle mie più care amiche.
Per questo preferisco passare subito all'intervista





Ciao Maja. Eccoci qua. Per favore, parlami del tuo percorso artistico.

Il primo incontro artistico è stato con Maria Greco, Maestro di musica che a quel tempo dirigeva la Corale Polifonica di Ravenna. Questo perché mio padre, che cantava alla Corale di Spalato, ne cercò una a Ravenna. Quindi andando alle prove con mio padre, ho incominciato coi canti di polifonia di Giovanni da Palestrina (nota: uno dei più grandi compositori musicali del 1500, compositore di madrigali, magnificat...)







Vergine bella, che di sol vesta,
coronata di stelle, al sommo sole
piacesti si che 'n te sua luce ascose,
amor mi spinge a dir di te parole:
ma non so 'ncominciar senza tu 'aita
e di colui ch'amando in te si pose
invoco lei che ben sempre rispose,
chi la chiamo con fede.
Vergine, s'a mercede
miseria estrema de l'umane cose
già mai ti volse, al mio prego t'inchina;
soccorri alla mia guerra,
ben ch'i sia terra e tu del ciel regina.


Avevo quattro anni e mezzo.
Nello stesso tempo mio zio Giuseppe Tesselli, detto Fì, mi insegnava le operette, le orchestre brasiliani con contaminazioni europee tipo Franck Pourcel e con mia cugina Ebe, tutto quello che c'entrava con la musica jazz.





Quando ho avuto 8 anni, ho iniziato a cantare alla Polifonica.
A 15 anni sono ritornata, dopo uno spostamento, e ho cantato sotto la direzione di Giuseppe Montanari e William Galassini (nota: due direttori d'orchestra)
Ho smesso di cantare a 34 anni.
A 14 e 15 anni ho collaborato il direttore d'orchestra Paolo Olmi nell'organizzazione di alcuni concerti per le scuole con l'associazione musicale Angelo Mariani.
A 23 anni ho collaborato all'interno dello staff del Negrillo (nota: locale degli anni 80 a Marina di Ravenna) per i concerti jazz. Vennero nomi come Kenny Drew, Toni Esposito con la sua orchestra e altri ancora.





Ho anche organizzato per il Festival di Jazz di Ravenna alla Rocca Brancaleone e vennero Woody Herman, Max Roach, Charles Mingus...




(E la sua storia potrebbe continuare ancora)


Congratulazioni per tutto ciò. Ma dimmi, tutto questo percorso artistico ti ha poi portato a una ricerca spirituale?

Tutto questo ha aperto dentro di me ampie strade di ricerca, spaziando dalla musica, letteratura, poesia, architettura e anche Alta Moda, quest'ultimo per influenza di mia madre Anka Ivanišević che è stata una sarta di alto livello..
Quello che mi ha spinto è stata una grande curiosità che spaziava dall'architettura musicale a quella estetica come se nell'arte ci fosse un disegno comune e io posso dire di averlo visto e seguito.
Era tutto lì, come una ragnatela, tutto interconnesso.
C'era un'armonia tale che da una singola cosa ne scaturivano altre come se vibrassero.
Per esempio: quando ho visto per la prima volta le architetture di Tadao Ando, ho sentito una familiarità con le architetture musicali di Adone Zecchi che ha musicato in polifonia contemporanea il Paradiso di Dante con il brano Donne ch'avete intelletto d'amore.





Tempio dell'acqua 





(non ho trovato il brano indicato musicato da lui ma ho trovato questo di cui Adone Zecchi è l'autore)


E questo è solo uno dei tanti incontri meravigliosi.




Grazie. In cosa sei impegnata adesso?


Da diversi anni realizzo scialli, foulard e coccarde in seta dove io stessa realizzo tutto dall'inizio cucendo e dipingendo a mano (nota: potete vedere foto di lei all'opera in questo post del 2012)






velo






coccarde da mettere al collo







qui si vede il Battistero degli Ariani


Mi piacerebbe che le donne potessero indossare abiti preziosi inteso anche nel senso di materiali come il bisso, la seta... e tutto questo per dare un senso alla loro preziosità.
Spero che quest'attività si ampli. Speriamo che mi segua la mia buona stella.
Per il futuro vorrei cantare e dipingere la seta guardando il mare.






foto scattate ad ottobre con l'aiuto di una mia amica che fa fa modella



Grazie mille e ora ultima domanda. C'è qualcosa che ti preme dire ai lettori del blog?


Io sono stata una bambina molto fortunata perché l'arte stessa è stata la mia sorella maggiore. Mi ha fatto percorrere le vie della gioia e dell'entusiasmo.
Quindi vorrei che tutti i bambini potessero fruire dell'arte a 360 gradi, sin dalla nascita.
Per i giovani consiglio di ascoltare i silenzi profondi della propria anima e di farsi sedurre da essa.





Che dire?
Ripeto, io mi sento molto fortunata ad avere un'amica come lei e come altre persone che sono accanto a me.
La sua arte, il suo modo di essere traspare in quello che fa.
E' una persona limpida e fresca e spero tanto, con tutto il cuore, che lei possa espandere se stessa.
Questa mia intervista è un piccolo tentativo e l'ho fatto con immenso piacere.


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