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venerdì 15 aprile 2016

Biancaneve di Michelangelo Rossato (+ intervista)

Ormai lo sapete: vado pazza per le fiabe e le reinterpretazioni mi piacciono. A patto che abbiano senso.
Purtroppo non lo si può dire per diversi film che stanno uscendo.
I libri illustrati, in questo caso, possono riservare certe sorprese.
Appena ho visto la copertina della versione di Biancaneve di Michelangelo Rossato, l'innamoramento fu istantaneo e folle e quando mi è capitato questo post, avevo una sola azione da fare: dovevo prendere questo libro a tutti i costi.





Così ho fatto domenica e alla sera lo sfogliai poco prima di dormire.
Sono rimasta stregata dalle illustrazioni e mi sentivo tanto un'esploratrice nello scoprire i simboli delle forme e dei colori oppure nel vedere i tanti rimandi ad alcune popolazioni antiche come nel caso delle pettinature.
Per esempio Biancaneve ha un'acconciatura che ricorda le donne della popolazione amerinda degli Hopi


di Edward S. Curtis



Così ho contattato l'autore per fargli i miei complimenti e per chiedergli se accettava di essere intervistato da me.
Ecco qui.


Mi trovo qui con Michelangelo Rossato autore e illustratore di Biancaneve edito da il Gioco di Leggere Edizioni. Raccontaci di te Michelangelo e di come hai iniziato ad appassionarti alle fiabe.


Ciao a tutte e a tutti. Mi chiamo Michelangelo Rossato, sono nato vicino a Venezia e fin da bambino ho sempre avuto un grande amore per le immagini dei libri, soprattutto le illustrazioni delle fiabe classiche. Tra i miei primi ricordi ci sono le incisioni di Dorè delle fiabe di Perrault e una splendida Biancaneve illustrata da Kubasta.












Dopo il liceo mi sono affacciato al mondo dell'illustrazione grazie alla scuola Ars in Fabula di Macerata, dove ho continuato i miei studi artistici. Mi sono laureato in Illustrazione con una tesi riguardante i legami tra fiaba e società matriarcali.










Ho notato come ci sia una forte presenza lunare nella fiaba sia nell'essere citata che rappresentata dalla matrigna. Ci vorresti spiegare questo legame?


Biancaneve può essere letta come una fiaba lunare. Se leggiamo il testo dei Grimm fra le righe possiamo cogliere degli indizi che evocano la ciclicità della natura e la sua danza di vita, morte e rinascita. I tre colori che aprono la fiaba, ad esempio, sono i colori della luna (bianco, rosso, nero) e sono anche i colori delle Triplici Dee del passato. Anche le figure femminili presenti nella storia sono legate alle fasi lunari: la bambina Biancaneve (la luna crescente), la madre Regina (la luna piena) che diventa megera (la luna calante). Le fiabe sono antichissime, dense di materiale archetipico. Parlano di un tempo lontanissimo in cui si praticavano riti che abbiamo dimenticato. È affascinante rileggerle e poterci trovare mille significati e interpretazioni.



Biancaneve ha un'acconciatura che ricorda molto le donne della popolazione degli Hopi. E' stata questa una scelta stilistica oppure ha un suo significato?

È una scelta estetica ma ha anche un significato profondo. L'acconciatura si chiama Poli Inta ed è la pettinatura iniziatica delle bambine Hopi. È la zia materna che acconcia la nipote con questa particolare pettinatura "a farfalla". Gli Hopi o "popolo della pace" hanno origini matriarcali: l'iniziazione femminile era centrale nella loro cultura.
Biancaneve è una fiaba con molti riferimenti alle antiche iniziazioni femminili matriarcali.


I sette nani non mi sono apparsi come dei semplici minatori ma come delle creature che appartengono al bosco come se loro stessi fossero del bosco. Non hanno un'apparenza umana. Per te cosa rappresentano?

I Grimm non descrivono i nani. Ci dicono solo che sono sette. Quindi mi sono divertito a immaginarli come volevo: non li ho rappresentate come persone nane, ma come i nani del folklore: creature ctonie, figli della terra, che non hanno nulla a che fare con gli umani. Li ho disegnati come se fossero fatti della stessa materia degli alberi. Per me sono degli spiriti guida, personaggi discreti e misteriosi.









Spesso nell'illustrare una fiaba nota si può correre nel rischio di rappresentare ciò che è già stato fatto in precedenza. Questo può lasciare spazio alla sperimentazione come hai fatto tu. Ci puoi raccontare i passaggi essenziali per decidere cosa illustrare e come?


Quando si affronta un classico per me è fondamentale cercare di fare tabula rasa di quanto è stato creato in precedenza e affidarsi al testo. Se leggiamo le fiabe dei Grimm, notiamo che non ci sono descrizioni, e che lasciano moltissimo spazio all'immaginazione. Il problema è che siamo ancorati a immagini mediatiche, da cui a volte non è semplice slegarsi. Bisogna diffidare dalla "ricerca per immagini" di google (che sempre di più sta diventando l'unica fonte d'ispirazione, o meglio, di riciclo!) e ricominciare ad allenare l'immaginazione. Solo così è possibile dare vita ad immagini autentiche, non "prefabbricate". Leggere con attenzione il testo, farsi tante domande, pensare.




Guardando le illustrazioni, alcuni potrebbero dire che siano più per gli adulti per la ricercatezza e la complessità. Eppure credo che da bambina ne sarei rimasta affascinata anche se magari non capivo tutta la simbologia che c'è dietro. Che ne pensi? Hai avuto riscontri da parte dei bambini?

Ricevo moltissimi disegni da parte di bambini e bambine ispirati al libro. A loro è piaciuto molto, anche da quelli più piccoli. La convinzione che i libri per bambini debbano essere necessariamente semplici e facilmente comprensibili è qualcosa di molto recente, che abbiamo inventato noi adulti. Ugo Fontana, tra i miei illustratori preferiti del passato, realizzava illustrazioni raffinatissime e molto elaborate, ed è stato il padre dell'illustrazione italiana per bambini e ragazzi.
Se le illustrazioni di un libro sono misteriose, sofisticate, e lasciano degli interrogativi, stimolano positivamente l'immaginazione di chi le osserva. Questo lo dicono anche i neuropsicologi. Le bambine e i bambini sono affascinati anche da immagini che noi reputiamo complesse o troppo raffinate, persino da quelle spaventose. E non è fondamentale che capiscano tutto. Ci sono libri della mia infanzia che non ho ancora smesso di "esplorare" e di capire.
Un libro dura per tutta la vita.


Hai dei progetti dopo Biancaneve? Ce ne puoi parlare?

Posso dirti che sto lavorando a un'altra fiaba classica, con un'ambientazione molto diversa da Biancaneve.


L'intervista può concludersi e ti ringrazio molto per la tua disponibilità. Ma prima ti chiedo se c'è qualcosa che desideri dire, un messaggio per chi legge  

Grazie a te Elena. Vi saluto consigliando di leggere, per chi non la conoscesse già "La fantasia è un posto dove ci piove dentro" dalle Lezioni Americane di Italo Calvino.





Grazie a te Michelangelo per aver accettato di essere intervistato.
Quando poi ha parlato di Ugo Fontana, mi sono venute in mente le sue illustrazioni per Il principe rospo delle Fiabe Sonore (era segnato come Una).
Fu innamoramento istantaneo.
Purtroppo vedo sempre più come si stiano impoverendo le fiabe e non sto parlando solo degli ennesimi film che escono, ma soprattutto delle considerazione che molti adulti hanno verso di esse considerandole addirittura obsolete.
Eppure le fiabe sono sempre prodighe di tesori e questo libro lo è: aprirlo è come trovare un mondo antico che agisce ancora sul nostro presente, sul nostro mondo interiore.
Detto questo vi lascio con il book trailer






Qui invece trovate il sito di Michelangelo Rossato

Qui invece la sua pagina FB


E inoltre ringrazio tutti voi e spero di avervi incuriosito non solo a prendere questo libro, ma anche a considerare maggiormente le fiabe, con occhio (e orecchio) attento se già non lo facevate prima.


Aggiornamento 5 novembre 2016: Vi segnalo questo post dove viene fatta una recensione e analisi molto approfondita.


1 commento:

Grazie per i commenti