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martedì 29 marzo 2016

Innocenza


di Laura Makabresku


Parlare di innocenza in questi tempi.
Sarò ingenua? Sentimentale? No, consapevole.
L'innocenza non è solo il contrario di colpevolezza.
Non è solo una qualità che appartiene ai bambini, ignari di come possa essere il mondo.
Negli archetipi, l'Innocente è il punto di inizio del viaggio dell'Eroe.
E' l'apertura, la fiducia nel mondo ed è facile vedere in ciò un bambino, ma per proseguire il suo viaggio, l'innocente dovrà assaggiare sperimentare il mondo e assaggiare così l'amarezza.
Molte volte si parla appunto della perdita dell'innocenza e nelle fiabe spesso viene rappresentata nel perdersi nel bosco e/o affrontare il personaggio cattivo o comunque l'antagonista.
Quindi poi l'innocenza sarà perduta per sempre?



                                                                     di Laura Makabresku

Io non direi.



A volte quando si dice che nella vita è importante rialzarsi dopo ogni caduta, io mi chiedo allora: "Sì, è importante ma cambierà qualcosa nel modo di vedere il mondo?"
Perché spesso capita che magari qualcuno si rialzi però veda il mondo in maniera diversa e se in questo può essere un bene, non lo è quando il cambiamento ti incattivisce.
Avete presente quando uno dice: "Poiché gli altri sono stati stronzi con me, allora io lo sarò con tutti gli altri."?
E l'innocenza?
Per questo mi affido alle parole della curandera (sciamana, in spagnolo guaritrice ed è dell'area americana centrale  e meridionale come il Messico e i popoli andini) e psicanalista junghiana Clarissa Pinkola Estés in quel libro che per me è una Bibbia ovvero Donne che corrono coi lupi.
Sta parlando della Donna Scheletro, leggenda inuit, e della fiducia soprattutto nella parte della storia dove il pescatore si addormenta di fronte alla Donna Scheletro e in lui scende una lacrima.


dalla narrazione di Alberto Villoldo e illustrato da Yoshii



(...) Per innocente s'intende spesso una persona che non sa, un sempliciotto. Etimologicamente significa non dannoso, non colpevole. In spagnolo (nota: l'autrice è molto legata al Messico essendo anche la terra della sua famiglia d'origine) inocente è una persona che cerca di non far del male a nessuno, ma è anche capace di curare il male che le hanno fatto, le ferite che le hanno inferto.
La Inocente è spesso il nome dato alla curandera, colei che guarisce gli altri. Essere un innocente significa saper vedere chiaramente di che cosa si tratta e porvi rimedio. Queste sono le possenti idee che stanno dietro l'innocenza. E' considerato non soltanto un atteggiamento teso a evitare il male agli altri o a sé, ma anche una capacità di ristabilirsi e reintegrare se stessi (e gli altri). Riflettete! Che grazia per tutti i cicli dell'amore!


Ma integrare in sé questa innocenza, intesa non più come ingenuità, è altrettanta amara se non di più.
Se la prima amarezza serviva per sperimentare il mondo, la seconda amarezza è necessaria per non abbandonarsi all'idea che il mondo sia solo un cumulo di macerie e rassegnazione.
Inoltre non voler fare del male può significare anche che quel male lo si è sperimentato e quindi sai bene che cosa possa significare. Lo si sa non soltanto perché ci si è informati, si è studiata la materia ma anche perché è stato vissuto.


Credo che conosciamo tutti Audrey Hepburn. 





fotografie di Bob Willoughby
realizzate durante il film Verdi Dimore di Mel Ferrer
dove compare appunto un cerbiatto


Quest'attrice nota per la sua grazia e l'eleganza, qualche anno prima di morire nel 1993 decide di abbandonare al cinema e dedicarsi all'infanzia lavorando per l'UNICEF e viaggiando verso alcuni dei luoghi più poveri della Terra come l'Etiopia, il Bangladesh, il Sudan, in Somalia...
Audrey Hepburn ha avuto un'infanzia segnata dalla Seconda Guerra Mondiale e lei stessa conobbe da bambina la povertà che la segnò poi nel fisico e non solo.
Suo figlio Luca Dotti disse che per certi versi, sua madre si sentiva anche un po' in colpa nell'essere sopravvissuta.
Chi ha lavorato accanto a lei ricorda sempre la sua gentilezza, la sua grazia non solo nel vestire ma anche nel modo di porsi.
Chi può dire che cosa nascondesse nel suo animo? E che cosa pensava nel vedere povertà e guerra che sembrano non finire mai?
Fare il possibile con la consapevolezza che non tutti si salveranno.


Avrete notato che in tutte le foto ci sono dei cerbiatti e ovviamente non è un caso.
Di sicuro l'intento non è puntare sulla carineria anche se capisco quanto questi cuccioli possano suscitare tenerezza. (nota: io poi adoro tutta la famiglia)
Il cerbiatto, come animale spirito guida rappresenta appunto l'innocenza, la gentilezza e la cedevolezza per non parlare dell'amore incondizionato.
Così come per la Cerva.



di Mark McInnis


Potrebbe quasi sembrare facile dimostrare gentilezza, ritornare all'innocenza iniziale conservando la propria consapevolezza, ma si tratta di un'autentica sfida.
Innanzitutto perché queste qualità non possono essere false e approfittatrici.
Inoltre non sempre si ha voglia di essere gentili.
E allora? Si tratta di sforzare se stessi?
No, perché si tratta sempre di qualcosa che non è sentito.

Clarissa Pinkola Estés diceva che l'innocente è colui che sa vedere chiaramente e sa porvi rimedio. Questo semplice atto del vedere non sempre è facile perché, per porvi rimedio, io mi devo staccare un attimo dal mio giudizio e non sempre l'esperienza vissuta conta perché lo stesso fatto può avere esiti differenti che dipendono dal tipo di persona.
Vuol dire anche vedere ogni singola possibilità, vedere come le strade si dipanano e considerare i diversi aspetti.
Inoltre questo insegnamento non è accompagnato dal torpore, ma da un'acuta vigilanza e una fiducia sul proprio intuito.
Anzi, si tratta di vere e proprie guide quando si tratta di rassegnarsi a uno stile di vita che non contempla l'altro come un altro se stesso anche se differente; quando sembra che la propria vita stia seguendo uno schema dove tutto è già prestabilito; quando ci si allontana da se stessi e più si va avanti, più sembra che non si stia vivendo.
Perché un'altra sfida riguarda il come ci vediamo, il come ci siamo trattati, che cosa ci siamo fatti mancare perché magari pensavamo di non meritarlo, perché non era per noi (magari dicendoci una bugia)
Ed io, come sempre, vi mando un dolce abbraccio.

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