Pagine

martedì 4 novembre 2014

Gli esami non finiscono mai. Neanche quelli teatrali


il manifesto
In alto: Erika Leonelli, Mauro Benedetti, Isabella Catalano, Adele Contarini, Christian Vicari e Simona Melandri
In basso: Paolo Zanzi, Leonardo Ciavattone, Sara Tantaro, Marco Malefora e io.
Nel manifesto non è presente Laura Solla perché lei è stata aggiunta a metà mese e il manifesto era già stato fatto.




Da un mese ormai ho ricominciato con Il Circolo degli Attori, il laboratorio di teatro che seguo per il secondo anno.
E proprio il mese scorso abbiamo preparato uno spettacolo con testi di Achille Campanile (alcuni già affrontati in uno spettacolo a giugno) diretti dall'insegnante teatrale e attrice Alessandra Frabetti.
Il 30 ottobre abbiamo messo in scena questo spettacolo all'Osteria I Passatelli (c/o Mariani Lifestyle).
Com'è andata?
Vi lascio prima con alcune foto realizzate da Cristina Tedioli che ringrazio sentitamente così come chi ci ha ospitati.



Cristiano Caldironi, il nostro insegnante e direttore artistico






Adele Contarini e Paolo Zanzi


All'inizio c'è un monologo interpretato da Alessandra Frabetti ovvero Le disavventure di un polpo.




E infine eccomi con La rivolta delle sette.
Il pezzo è stato arrangiato e ridotto per l'occasione



Leonardo Ciavattone e...



...Simona Melandri ne La "o" larga




Ecco come eravamo
(nota: il ragazzo riccioluto che si vede sulla sinistra è Lando il nostro fonico al quale vanno i nostri ringraziamenti)





Sara Tantaro era la figlia di Alessandra Frabetti ne Il telegramma, una versione ridotta de Visita di condoglianze




Mauro Benedetti e Alessandra Frabetti ne Povero Piero trasformato in un dialogo tra moglie e marito.








Si passa poi a Il cagnolino









qui la formazione al completo: Adele Contarini ne la contessa Mabel, Paolo Zanzi ne il marito della contessa, Marco Malefora ne il falso veterinario e Alessandra Frabetti che fa da narratrice.






Laura Solla




Isabella Catalano che interpreta le parti recitative de Lord Brummel e Alessandra Frabetti fa da narratrice




Paolo Zanzi e Christian Vicari



E rieccomi qua ne Il suicida gentile




Christian Vicari è... lo potete vedere voi che parte fa



E Marco Malefora è l'altro ruolo maschile



(Sono qua che fulmino il tentato suicida perché mi ha dato della retorica. Io cerco di aiutarlo e lui mi dà della retorica :D )



Sara Tantaro




Spettacolo finito





Con una piccola sorpresa per la nostra insegnante, un mazzo da fiori (portato da Cristiano Caldironi) offerto da tutti noi.





Altri monologhi, dialoghi ecc... che qui non sono presenti sono La moglie nervosa con Simona Melandri e Mauro Benedetti che fanno moglie e marito e Christian Vicari che fa da cameriere, poi Paganini non ripete con Erika Leonelli che fa Paganini e Laura Solla ne la marchesa Zanoni. Poi L'amnesia del celebre Gambardella, monologo interpretato da Alessandra Frabetti che come pezzo finale interpreta anche La quercia del Tasso.
(Se verranno fuori altre foto con questi pezzi, le inserirò)



Cosa dire dello spettacolo?


Intanto facciamo alcuni passi indietro, alle prove.
Sono state dure un po' per tutti perché Alessandra Frabetti ci costringeva a cercare altro, a non affidarci agli stereotipi che sentivamo, ai barocchismi (per esempio usare le braccia come sventolare, ampliarle per dire una battuta ecc...). Inoltre, anche il modo di dire le battute. Sciolte, fluide, ma non troppo tremolanti. Non recitare in maniera troppo pomposa. Sii in quel momento e non vagheggiare troppo.
Erano dure sì, ma sin dall'inizio abbiamo subito apprezzato quello che ci diceva anche perché quando riuscivamo a fare quello che ci diceva, capivamo la differenza col prima. Sentivamo di aver fatto quel passo in più.
Con durezza poi non intendo, come spesso si sente dal di fuori, con l'essere arcigno ma più con l'essere diretto.
Era come se sentivamo lo sguardo penetrarci e non potevamo tornare indietro.
Anche durante le prove di quel giorno, alcuni si sono sentiti in maggior difficoltà e sono stati grandiosi perché sono rimasti lì senza fuggire da alcuna parte.
Inoltre, c'erano due fatti che ci giocavano contro ovvero il pubblico potevamo guardarlo negli occhi (molti si sentono imbarazzati per questo) e, cosa ancora più ardua, non eravamo in un teatro dove gli occhi degli spettatori sono comunque puntati su di noi.
Avevamo davanti gente che mangiava!!! Era uno show-dinner.
Vi riporto ciò che è stato per me.
Al primo pezzo ovvero La rivolta delle sette mi ero un attimo incantata. 
Il fatto è che l'ho quasi imparato a memoria. Solo le parti dove il sette e le sette si ripetono no. 
Ogni tanto guardavo il pubblico perché appunto è importante non stare troppo incollati sul testo.
Ritorno sul testo e non mi trovo più.
Momento di imbarazzo totale.
Rimango un attimo sul "Dove sono?"
Poi sento un'amica che fa un attimo di applauso.
Lo sento, mi ritrovo e parto con un'ulteriore spinta.
Sono stati pochi secondi, ma per chi è sul palco sono interminabili.
Comunque sono andata avanti e alla fine ero più sul "Sì, mi è successo. Si sarà notato un po' ma non è la fine del mondo." (piccola nota: incidenti simili accadono anche ai più grandi. L'importante è mantenere il sangue freddo, andare avanti e non commentare di fronte agli altri. Si va avanti)
Poi c'era Il suicida gentile.
Come avrete notato da alcune foto, chi non era coinvolto in un monologo era seduto, ma questo non vuol dire "Oh bene, mi posso un attimo rilassare e fare quello che voglio". Sei comunque visibile e quindi l'attenzione deve essere sempre presente.
Questo pezzo era il finale (se escludiamo La quercia del Tasso che è stata fatta come bis) e avevo notato, mentre ascoltavo i pezzi degli altri, che il chiacchiericcio del pubblico stava aumentando proprio come fosse un brusio.
Sin dalle prove sia la Frabetti che Cristiano ci dicevano: "Sappiate che il cappelletto ha la meglio su di voi. Quindi dovete in fare di modo di catturare il pubblico."
Ok, stavo pensando all'inizio del pezzo che dovrò fare.
C'è Christian che si alza dalla sedia e si punta l'indice alla tempia come se avesse appunto una pistola.
Io lo guardo, mi alzo e mentre vado al leggio dico la battuta: "Guardate, un uomo che si sta tirando un colpo di rivoltella."
Quindi dovevo fare qualcosa perché l'attenzione degli spettatori fosse su di noi.
Perfetto, so come fare.
Christian si alza, si mette la mano a mo' di pistola, io lo guardo e...
E grido spaventata.
Poi in preda al panico vado al leggio dicendo spaventata: "Guardate, guardate. Un uomo che si sta tirando un colpo di rivoltella."
E il pezzo va avanti.
Ma c'è stato un altro inghippo. 
Avevamo un solo testo e l'avevo dato a loro due (all'altro leggio) perché erano quelli con più battute.
Il punto è che mi ero dimenticata di una battuta.
Il pezzo presentava un ritmo serrato all'inizio per poi sfumare in una sorta di benevolenza.
Dopo che avevamo in tutti i modi, io e Marco, cercato di convincere Christian che non si doveva suicidare, trovavamo infine dei motivi validi per suicidarsi e la mia battuta era "Per la patria!"
Ma sono rimasta in questo stato diretto e silenzioso coi miei due compagni così che Marco mi ha suggerito a bassissima voce la battuta.
Solo che qual era il problema? Essendo passati alcuni secondi, non potevo farla come una battuta repentina quindi l'ho trasformata in una domanda.
"Per la patria?"
E alla fine si è andati avanti.



Ecco perché quel titolo.
Non importa quanti anni sei sul palco, quanti laboratori tu abbia fatto.
Ogni spettacolo è a sé.
Bisogna avere una prontezza di riflessi, ascolto completo con tutto il corpo.
Tutta l'esperienza che hai fatto ti è utile per capire quali possibilità tu possa percorrere.
Inoltre, mai dimenticarsi del pubblico.
Non bisogna essere autoreferenziali in questo.
Non siamo delle "scimmiette ammaestrate" ma neanche dei vanesi che vanno sul palco solo per farsi compiacere e questo indipendentemente se un attore è rinomato o no.



Quindi che altro dire?
Gioia immensa finale per questa esperienza e per averla condivisa coi nostri compagni di avventura.
Grazie mille Cristiano per averci concesso di essere guidati da Alessandra Frabetti alla quale va un ringraziamento enorme. 
Un ringraziamento speciale va poi a Patrizia Messere, parrucchiera. 
Anche lei fa parte del Circolo degli Attori, ma per alcuni motivi non ha partecipato allo spettacolo.
Comunque è venuta non solo a vederci, ma anche ad acconciarci.
Grazie ai miei compagni di avventure e grazie infinite a tutti voi che leggete.


11 commenti:

  1. Con quale sguardo colmo di temporale trafiggi il povero suicida :D

    E' vero, anni di esperienza teatrale a volte non valgono a eliminare incertezze ed esitazioni.
    Ma soprattutto, non valgono mai a sopire le emozioni.
    Quelle si rinnovano ogni volta.

    RispondiElimina
  2. Sta tranquilla, gli imprevisti capito a tutti. L'importante è reagire in tempi brevi e mi sembra che tu l'abbia fatto.
    Tra l'altro, dev'essere stranissimo recitare davanti a gente che mangia! :/

    P.S. Fai i complimenti a Sara per i capelli, da parte mia. Sono fantastici :)

    RispondiElimina
  3. Non sapevo che facessi teatro... brava! :)
    Io non ho mai iniziato per mancanza di tempo, ma per un periodo mi ero buttato nel mondo dei cortometraggi.
    Purtroppo non ho più tempo nemmeno per quello...

    RispondiElimina
  4. @ Christiane: Cerco di aiutarlo e mi dice "Retorica" XD
    Parlando di emozioni, prima di ogni spettacolo mi sento sempre eccitata come se fossi eccitata.

    @ Elisa Elena Carollo: Ma infatti sono tranquillissima. Dopo sono andata a parlare con Alessandra Frabetti riguardo alla mia scelta di fare l'inizio così e di trasformare in domanda quella battuta e ha detto che ho fatto bene. Anzi, momenti così sono una palestra per il futuro, per sviluppare ancora di più il senso del teatro.
    Già strano, ma è utile proprio perché ti allena a pensare sempre al pubblico. Così quando lo fai sul palco teatrale, ti abitui a pensare al pubblico.
    P.S.: Intenderai Patrizia per i capelli.

    @ Marco Grande Arbitro Giorgio: Già. Sono 10 anni che faccio teatro tramite laboratori e ho già fatto uno spettacolo mio. Spero di portarlo in scena.
    Beh, chissà. Magari riprenderai i cortometraggi più avanti. Mai dire mai ;)

    RispondiElimina
  5. No, intendo proprio Sara: la ragazza con i capelli corti color rosso/arancione!

    RispondiElimina
  6. Ah okay scusa. Credevo Patrizia per i capelli che ci aveva fatto :D

    RispondiElimina
  7. Beh anche... Ma io ammiro un sacco i tagli corti e particolari... Anche se a me non stanno bene...

    RispondiElimina
  8. Bellissimo questo resoconto della tua "avventura" teatrale, da ogni tua singola parola traspare quanto ci tieni, e tutto l'impegno che hai profuso... il post stesso è scritto con un'enorme passione, la stessa che,ne sono certa, riversi nella recitazione...

    P.S.= Lo sguardo che rivolgi al suicida è bellissimo...

    RispondiElimina
  9. @ Veggie: Grazie infinite. E sì credo sia la stessa passione. Anzi, poi sul palco è tutt'altra cosa, sono più intensa e non so quanto si capisca da quello che scrivo.

    P.S.: Ti stai rivolgendo allo sguardo fulminante, vero?

    RispondiElimina
  10. Da praticante a praticante mi complimento: perchè so quanto è faticoso e quanto ci si deve credere per fare teatro... e farlo bene.
    Luz

    RispondiElimina
  11. Grazie mille.
    E poi... Nonostante tutta la fatica che provo e il senso quasi di svuotamento che a volte avviene dopo aver realizzato lo spettacolo, non potrei mai abbandonare il teatro.

    RispondiElimina

Grazie per i commenti