Ieri stavo leggendo informazioni sulle perle, sul come averne cura, sul come pulirle e sul come scoprire se sono vere o no.
Ecco, c'è questo test curioso chiamato Tooth Test che si tratta di passare il dente sulla perla (ovviamente molto leggermente poiché la perla si può rovinare).
Se la perla è vera sentirete la superficie non perfettamente liscia come succede con quelle coltivate.
La formazione della perla succede quando un elemento di scarto, non un granello di sabbia come alcuni suppongono, entra nell'ostrica. Per difendersi, l'ostrica avvolge questo elemento di scarto con diversi strati di nacre conosciuta meglio come madreperla
Per le perle coltivate guarda qui.
La natura è davvero portatrice di esempi di vita.
Non è solo una "matrigna".
Quando ho saputo che la superficie della perla naturale non è perfettamente liscia mentre quella coltivata lo è, ho pensato subito alla bellezza delle persone sia dentro che fuori.
di Edmond Dulac
Si dice che ognuno di noi custodisce una perla dentro di sé, ma leggendo questo mi verrebbe da dire che ognuno forma la sua perla durante la sua vita.
La perfezione a sé non è indice di bellezza.
In una perla ci sono diversi fattori che determinano la sua bellezza e non c'è perla che sia identica ad un'altra.
Inoltre cose imposte non le rende autentiche.
Ma quali sono queste cose imposte?
Imposte vuol dire che c'è l'intervento di qualcun altro.
Nel caso della perla naturale, la conchiglia potrebbe dire: "Eh, è successo." ma anche la conchiglia coltivata potrebbe dirlo dopotutto se si vuole renderla come un esempio umano, mica era consapevole.
Se parliamo di bellezza estetica, l'esempio può essere più chiaro.
Se mi faccio per esempio chirurgia estetica (ovviamente non sto parlando di quella ricostruttiva), diventerei uno qualunque. Perderei la mia autenticità anche perché spesso i propri desideri dipendono da aspettative altrui.
Quando si tratta di bellezza interiore, del come vivere la propria vita, la situazione diventa più complessa anche perché poi la consapevolezza il più delle volte la si acquisisce dopo.
E se invece io sono già consapevole di quello che mi sto facendo?
Ma anche in questo caso conta una cosa: ciò che mi sto facendo mi è stato imposto da altri?
Ovviamente le mie sono riflessioni anche perché non mi sento portatrice della Verità Assoluta.
Comunque su una cosa ne sono sicura: nella vita è importante realizzare se stessi.
Non si tratta di competere contro altri e neanche contro se stessi.
Si tratta semplicemente di permettere che ci realizziamo nella nostra più autentica verità.
Solo così potremo sentire e vedere la nostra perla.
P.S.: Una perla che nasce può far pensare ad Afrodite Anadiomene
P.P.S.: Della nascita della perla ne parla anche Marcella Andreini qui. Vi consiglio di leggere il post.
Molto interessante amica mia cara....
RispondiEliminaAvevo costruito la mia perla o la mia perla si era formata in me...
per cause accidentali ma naturali , tutto svanì, come potrei ritrovarla?
Aspettando che anch'io raggiunga altre coltivazioni di perle?
Ma non sara' mai più la stessa....
Un bacio grande grande!
La nostra perla non sarà mai quella di prima. Non ci possiamo fare niente. Continuerà ad andare avanti.
RispondiEliminaPuò sembrare svanita perché non riusciamo a sentirla, perché magari si guarda ad altro.
Sono fiduciosa che riuscirai a vedere la tua perla. E tu?
La perfezione è sopravvalutata... In realtà le cose troppo perfette sembrano quasi false, perché l'imperfezione fa parte della natura. Pensa ai quadrifogli, sarebbero degli errori genetici, in fondo!
RispondiEliminaSì, so cosa stai pensando: proprio io che dico queste cose... Diciamo che continuo la ricerca della perfezione anche se so che è impossibile raggiungerla. Quindi non ne faccio un'ossessione, solo uno stimolo di miglioramento :)
Posso ben capirti e ti riporto questa citazione dal libro Il collare della tigre di Cristobal Jodorowsky, citazione valida per ogni campo dell'arte:
RispondiElimina"...Moebius, il famoso disegnatore da sempre intimo amico degli Jodorowsky, mi confessò un giorno che il suo modo di disegnare proveniva dall'imperfezione del suo tratto e che solo quando aveva accettato questo limite era addiorato il suo stile geniale che tanto ha saputo donare al mondo del fumetto. Aveva fatto del suo handicap un alleato prezioso, una virtù..."