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sabato 1 marzo 2014

L'eretica (mio spettacolo teatrale)



(il quadro che uso come manifesto)


FINALMENTE!!!!!!





L'eretica è il mio primo spettacolo teatrale da me ideato, scritto, interpretato e diretto, portato la prima volta in scena nella rassegna teatrale Ravenna viso-in-aria il 22 maggio del 2010 filmato dal "Progetto Cavur" (grazie Bruno Moroni!) per il Ravenna Studenti.
In più ringrazio Federica Maglioni per il mixaggio musica e voce.
L'inizio è un po' interrotto se notate bene.
Al testo ho poi apportato qualche leggera modifica che, a detta di chi l'ha vista tutte e due le volte, hanno apportato dei miglioramenti.
Al momento sono in preparazione con il mio secondo progetto teatrale e spero di poter replicare ancora questo spettacolo.
Ovviamente, anche fuori Ravenna.


Questo spettacolo è nato in me come un'esigenza, come un qualcosa che voleva essere lasciato libero di volare e di esprimersi. Da sempre sono innamorata del colore come manifestazione e potenza della luce e guardo incantata il mondo che ho davanti a me immergendomi nelle sensazioni che i colori mi suscitano. Questo spettacolo vuole essere una dichiarazione d'amore verso il colore eppure qualcosa inquieta ancora la ragazza protagonista, l'eretica, il tramite tra gli spettatori e il colore, perché la presenza di un colore è quasi asfissiante ed è il bianco, non più colore della purezza, ma colore che può annientare tutto e non lasciare più traccia


Interpretare una persona cieca non è facile come potete immaginare.
Quello che ho potuto fare è stato di sperimentare da me e, soprattutto, di osservare le persone che lo sono, di vederne i loro gesti.
Ho potuto vedere che l'immagine della persona cieca con la testa per aria e le mani davanti è solo uno stereotipo.
Inoltre ci sono alcuni che muovono le pupille come se stessero guardando in una parte precisa. Non sono fisse.


Una piccola curiosità: quasi un mese dopo lo spettacolo mi è stato detto del libro Cecità di José Saramago dove all'improvviso ci fu quest'epidemia di cecità e le persone vedevano bianco. E io non l'avevo mai letto prima!!!!
Il giorno dopo è morto lo scrittore.


P.S.: Sull'apparenza innocente e terribile del bianco ne avevo parlato qui in uno dei miei primi post.

9 commenti:

  1. Grazie Alma per questo tuo dono.
    C'è una curiosa coincidenza, che io ho invece scelto di raccontare in un mio scritto: anche io da bambino ho vissuto intensamente il conflitto tra bianco e colori. E guarda caso, la prima strada che ho seguito nel campo della creatività è stata la pittura (ho fatto il liceo artistico e due anni di accademia di pittura).

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  2. @ Ivano Landi: Grazie a te per avermi detto questa cosa. Quando ho parlato del bianco come colore all'apparenza innocente, uno nei commenti ha scritto che in Moby Dick c'è questo capitolo "La bianchezza della balena" dove dice che quel colore bianco atterriva.


    @ dramaqueen: Grazie infinite

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  3. Anche ne "La soglia" di Ursula Le Guin, un romanzo tra i miei favoriti che rileggerei un anno sì e un anno anche, l'essere che incarna il negativo è di colore bianco - come in Moby Dick... interessante :)

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  4. Non lo sapevo. Mi viene in mente che in alcune culture orientali, il bianco è il colore della morte, del lutto. Il bianco è il colore della tabula rasa, il colore delle ossa.

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  5. Che brava che sei!!
    Riguardo alla curiosità sul libro di Saramago, conoscendoti, non mi sorprende :)

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  6. Grazie infinite, Marcella! Un bacione.

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  7. Come dire, sembri nata per recitare! Scrivi che hai trovato qualche difficoltà nell'interpretare una persona cieca, ma in realtà dal filmato non sembra, sei estremamente naturale... complimenti!
    Bellissime le tue riflessioni sul bianco, tra l'altro... Pensavo infatti che, se si dispone di un prisma, è possibile operare una scomposizione in tutti i suoi colori della luce bianca, proprio perchè essa è costituita da uno spettro di colori... ed è quella che tutti li racchiude.

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  8. Grazie mille.
    Ovviamente le mie difficoltà nell'interpretare una persona cieca le avevo già tenute in conto molto prima dello spettacolo.
    Inoltre una delle difficoltà maggiori per un attore è riuscire a non distrarsi.
    In un contesto così, con il pubblico davanti e che riesci a guardarlo (sul palco teatrale molto difficilmente riesci a vedere le persone in viso perché le luci sono forti), la concentrazione deve essere massima. Quando l'ho replicato due anni, ho fatto diversi errori, ma bisogna avere la prontezza di andare avanti. In teatro non è che un attore si può permettere di dire: "Scusate, la rifaccio da capo." e poi anche i più grandi non sono immuni.
    La bravura non sta solo nell'interpretare bene la parte, ma anche di riuscire a mantenerla

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Grazie per i commenti