Pagine

venerdì 29 novembre 2013

La libertà del palloncino, mio racconto in (meno di) 500 caratteri

Ieri su Youtube incappo in questo video e mi dico: "Perché no?"



Dopo diversi tentativi, mi era venuto in mente di scrivere su un palloncino e poi alla fine ho pensato che questa sensazione poteva essere perfetta per il nuovo capitolo di Aulonia e quindi ieri sera eccomi occupata, dopo alcuni mesi, ad aggiornare il blog di Aulonia (vedi qui).
Oggi leggo il racconto di Romina Tamerici (clicca qui) e mi è venuto in mente che potevo adattare quello che avevo scritto per ripostarlo al blog.
Ed è stato un duro lavoro perché si trattava di rientrare nei 500 caratteri (il linguaggio da sms è proibito!).
Quindi cava tutta la prima parte, cerca di togliere alcune frasi, altre le adatti e alla fine ho raggiunto i 473 caratteri.
Spero di aver fatto un buon lavoro.
Ecco il risultato finale:

martedì 26 novembre 2013

Fiabe, compagne dell'infanzia e non solo

Manca poco meno di un mese a Natale e già le strade si riempiono di persone intente a comprare i regali.
Oltre a cosa pensare a regalare alle persone per me più care, mi concedo anche dei regali per me stessa.
E in questo caso si tratta di fiabe.
Il primo che ho comprato è il secondo volume delle Fiabe Sonore (l'anno scorso è uscito il primo)


E poi i due volumi della Taschen sulle fiabe dei fratelli Grimm e di Andersen





Cosa dire?

giovedì 21 novembre 2013

I magnifici Quindici (terza e ultima parte)

L'amico blogger Daniele Riva in uno dei suoi blog realizza un post sulle mie analisi dei Quindici in una sorta di maidelenette di Proust.
E' stata una sorpresa per me e infatti l'ho ringraziato.
Inoltre mi piace quando c'è questo senso di comunione tra i blogger, davvero come fosse una catena.
Quindi ho deciso di realizzare adesso la terza e ultima parte.

Qui la prima parte
Qui la seconda parte



Premessa: come si è riscontrato, nelle varie edizioni i nomi di alcuni volumi possono cambiare e persino gli argomenti così come lo stesso volume può avere una numerazione diversa nelle altre edizioni. L'edizione rappresentata qui sopra è quella che ho io (immagine trovata su Google) e perciò è su questa edizione che io mi baso.


E iniziamo subito dall'undicesimo volume, Feste e costumi
Come dicevo per quanto riguardava il decimo volume Noi e il mondo, uno dei meriti per me di questa enciclopedia è di avermi fatto conoscere le altre culture, i punti di differenza e quelli di contatto.
Le feste rappresentano un punto di comunione per quel popolo e ciò che sembra strano a noi, a loro possono sembrare strane le nostre.
L'importante è che poi non ci sia alcuna "voce" di sottofondo che mi dica cosa devo pensare.
Più che altro mi si dice "Se tu vivessi qui, festeggeresti questo..."
Quindi io sarei potuta nascere in un altro luogo?
Quello che mi rende appartenente a questa cultura è perché io sono nata qui?
(Piccolo aneddoto: viene raccontato che il tipico Santa Claus con la barba bianca e il giubbotto rosso è quello degli Stati Uniti. E per me era strano perché quello era il tipico Babbo Natale che vedevo io nelle raffigurazioni. Allora il concetto di importazione non mi era ancora arrivato (ero davvero piccola) così mi chiesi se vivevo negli Stati Uniti.)
A vedere questo volume così festoso, letteralmente, un adulto potrebbe contestare che un mondo così è assolutamente naif, privo di realtà oggettiva.
Eppure quell'innocenza è parte del bambino così come il senso della paura. Ricordo che nel volume degli animali in estinzione si cominciava parlando degli animali già estinti e si parlava di loro attraverso delle storie come di un bambino che chiede a una persona adulta.
Anche se appartiene a un'altra cultura, un bambino che legge non sente la differenza. Magari è incuriosito perché quell'animale non l'ha mai visto prima però è facile che si identifichi con lui.
Così come quando nel decimo volume, all'inizio dei bambini di diverse culture chiedevano ai loro parenti come era nato il mondo.
Inoltre spesso da quelle pagine non è che si possono trarre delle informazioni vere e proprie ovvero di dati. A volte viene dato il senso di quella festa, da dove prende il nome


immagine presa dal blog dei Topipittori
(cliccate sopra per vedere meglio)


domenica 17 novembre 2013

I magnifici Quindici (seconda parte)



Qui la prima parte.

Continua l'amarcord coi Quindici, l'enciclopedia che ha accompagnato i bambini italiani dagli anni '60.
Adesso saranno passati sotto esame i volumi dal 6 al 10.

Quindi ecco il sesto volume, Gli animali preistorici
Accennati nel quinto volume degli animali, ecco quello che porta direttamente i bambini indietro nel tempo.
Ecco, devo averlo smantellato questo libro (o è stato mio fratello?) perché la copertina è tenuta insieme con lo scotch (e qualcuno magari griderà allo sacrilegio).
Comunque, a parte questo, sfogliare questo volume è quasi come entrare dentro questo mondo misterioso.
Sulla validità di alcune cose che dice non saprei dire poiché non escludo che molte altre scoperte siano state fatte, magari alcune che hanno fatto rivedere delle cose nelle quali si credeva prima e di questo se ne rende conto lo stesso volume con Quello che i fossili non possono dirci.
Sono delle supposizioni che faccio anche perché non me ne intendo quindi se c'è qualcuno appassionato di dinosauri che vuole precisare, è il benvenuto.
I testi, rispetto ai volumi precedenti, cominciano ad essere più ampi anche se non mancano le immagini.
Una delle cose che più mi piacciono è il paragone sempre con l'adesso e anche il cercare di fare capire ai bambini il tempo.
A proposito di questo, c'è appunto la pagina intitolata Quanto è lungo un milione di anni?
E si semplifica questo tramutando 100 milioni di anni in un solo anno.
Così la Terra si è formata 46 anni fa, i primi esseri viventi sono comparsi 34 anni fa ecc...
E se tu hai 9 anni, vuol dire che sei nato da tre secondi.
(dal libro)

sabato 16 novembre 2013

Ravenna tra le città candidate per Capitale della Cultura 2019. Si festeggia!!!


Piazza del Popolo (la piazza principale) a maggio



E così la corsa per la candidatura per Capitale europea della Cultura 2019 continua.
Ieri è stata pubblicata la short-list delle sei città che adesso se la devono vedere.
Oltre a Ravenna, ci sono Siena, Perugia-Assisi, Lecce, Matera e Cagliari.
Da ventuno città a sei.
Le città escluse sono Aosta, Bergamo, Caserta, Erice, Grosseto, L’Aquila, Mantova, Palermo, Pisa, Reggio Calabria, Siracusa, Taranto, Urbino e Venezia.


Un tripudio di festa ieri e oggi tutti ad incontrarci al Comune.
E' bello vedere una città che si abbraccia.
E vedere che Ravenna sia in effetti un "mosaico di culture".
Il sindaco Fabrizio Matteucci apre l'intervento.
Si sono anche letti anche alcuni interventi e il primo è stato quello di Ouidad Bakkali, giovane assessora della Cultura di origine marocchina (infatti le prime parole sono state nella sua lingua d'origine).
Culture come quelle d'origine, culture come diverse forme d'arte...
Cultura come la ricchezza della diversità


giovedì 14 novembre 2013

Ravenna capitale della cultura? In attesa della prima selezione (Aggiornato)





vista della Darsena di città
foto presa da qui


Più volte nel mio blog ho parlato di Ravenna e della sua candidatura a Capitale della Cultura 2019.
Ieri è partita una delegazione di 10 persone attive nel mondo della cultura e non solo (leggi qui) che interverranno di fronte ai giudici e questi ultimi sceglieranno domani dalle 4 alle 6 candidate per la prima selezione.
In tutto le città italiane sono 21.
Che dire?
A questo punto si può solo aspettare.


mercoledì 13 novembre 2013

Le scelte che compiamo (10 anni col teatro)

A volte ci sono delle scelte che ti pongono in una strada e dopo diversi anni ricordi quella data con enorme affetto come se fosse una data importante di tutta la tua vita.
Ed è così per me il 13 novembre del 2003.
Non è neanche il giorno dello spettacolo, ma quello del primo giorno di laboratorio della non-scuola.
Perché ho scelto questa data quando non quella dello spettacolo?
Dopotutto lo spettacolo rappresenta il brivido, l'emozione, si sta sul palco e senti ogni tua emozione spandersi.
Ci si può sentire in bilico come camminare sul filo e, nel frattempo, senti l'adrenalina.
Quindi perché oggi?
Ovviamente il mio primo spettacolo con un laboratorio della non-scuola rappresenta per me una tappa fondamentale.
Ricordo ancora adesso la grinta che avevo, quando presi la sedia e a furia di dire "Merda, merda, merda" la sbattevo per terra.
Interpretavo Herna de Le presidentesse di Werner Schwab, una signora bisbetica, molto bigotta, che desidera solo dei nipotini da suo figlio ed è innamorata del macellaio Wottila.
In quel frangente, non ne potevo più di sentire "Merda, merda, merda" da un'altra delle "presidentesse", molto lasciva e così (parlo ovviamente di me come personaggio), mi alzai, gridando "Basta!!!!", facendo cadere indietro la sedia e riprendendola, alzandola e sbattendola.
Nelle prove era qualcosa di molto più calmo e sereno. 
Allo spettacolo ero una furia tanto che le guide (ovvero chi gestisce il laboratorio e che appunto ci guida) hanno temuto che rompessi la base che ci sopraelevava.
Ricordo adesso vari momenti e poi quello dove prendevamo gli applausi, uno ad uno e quelli che ho ricevuto erano immensi.
Diversi ruoli poi si sono succeduti fino a qualche anno fa quando ho deciso di smettere perché ormai quella fase era finita.
Quindi perché il 13 novembre?
Perché tutti noi prima o poi ci poniamo delle scelte da fare e non sappiamo come andrà a finire.
Io mi appassionai al teatro, mi resi conto che il gioco del teatro era molto familiare a me e inoltre che ormai il teatro faceva parte di me.
Si aprii un mondo per me fatto di sensi, un mondo istintuale ed io non è che decisi di farne parte, sentivo di doverci essere.
E' come accorgersi di avere i sensi di un animale selvatico e in effetti stare sul palco è come se la tua vista si ampliasse, senti gli odori di ciò che è intorno, l'intuito si amplifica...
E' come una scuola di istinto.
Ma questo non riguarda solo il teatro.
Ogni volta che si fa una scelta e ci accorgiamo che la nostra natura si sta rivelando... Beh, allora sarebbe da sciocchi non seguirla.
Per questo ricordo il 13 novembre e con questo ogni giorno che sono stata là, ogni giorno che ho continuato con testardaggine.
Ricordo di aver lasciato entrare il teatro nella mia vita, di avermi influenzato tanto nella mia vita e la sua influenza continua ancora adesso.
Che cosa succederà adesso?
Non lo so. Al momento sto cercando di finire un progetto teatrale, il secondo dopo L'eretica.
E ovviamente c'è anche la pittura.
Inoltre mi sto interessando anche all'illustrazione e grazie ai corsi che ho fatto (prima con Simone Rea, dove oltre alla pittura con l'acrilico ci ha fatto fare un esercizio di illustrazione, e poi con Morena Forza e Alessandra Fusi) mi sto accorgendo che per illustrare, non basta disegnare.
E' una continua trasformazione questa e vedere dove ti porta.


di Christian Schloe


idem


Anche perché per rivoluzionare la propria vita non è necessario compiere grandi imprese che debbano entrare nel Guinness dei Primati.
Basta anche un piccolo cambiamento.


E voi? Quali sono le scelte che vi hanno portato in una strada diversa da come credevate fino a un attimo fa?




Qui il post sul mio primo laboratorio e qui su tutti i laboratori della non-scuola che ho fatto.

domenica 10 novembre 2013

I magnifici Quindici (prima parte)

Chiacchierando su Facebook sull'infanzia degli anni '80 e '90, sono saltati fuori i Quindici.

questa è l'edizione che ho io
immagine trovata su Google


Che dire dei Quindici?
Diversi libri della mia infanzia li ho dati via (alcuni con mio pentimento), alcuni li ho persi (con mia rabbia) e invece altri li ho fatti rimanere e tra di questi ci sono anche loro, i favolosi Quindici.
Da quella chiacchierata, è ritornata per me la voglia di rispolverarli, di leggerli.
A volte alcune cose vissute nell'infanzia rimangono cristallizzate (Love forever) lungo gli anni. Altre volte invece succede che il ricordo che avevi non è lo stesso di come lo trovi e quindi molte volte ci si trova con lo smarrimento (Davvero guardavo/leggevo quella roba?) oppure con delusione (Ma non era come lo ricordavo!!!)
E i Quindici?
Supereranno la prova della realtà?
Ma soprattutto supereranno lo scontro con gli anni?
In effetti quest'enciclopedia ha accompagnato i bambini italiani dagli anni Sessanta.
E visto che sono quindici (ma và?) ho deciso di dividere questa mia rilettura in tre parti così da non far venire fuori un malloppone.
Perché io a fare dei mallopponi sono un'esperta assoluta soprattutto quando ci metto le immagini, ma sto cercando di guarire. 
Abbiate pazienza.

Passiamo al primo volume Poesie e rime

martedì 5 novembre 2013

Polline - Una storia d'amore

E così oggi ho preso il libro Polline (Kite edizioni) sceneggiato da Davide Calì e illustrato da Monica Barengo.




L'ho preso soprattutto per le illustrazioni.
Lo ammetto sin dall'inizio: ero scettica. Non capivo.
Cos'è che non capivo?
L'anatomia non capivo.
Questa testa grande e le mani piccole, il collo grosso e quant'altro. Non capivo.
Infatti una cosa che non capisco tanto sono le teste grandissime, macrocefale e il corpo piccolissimo un po' quelle che si vedono nel Surrealismo Pop e da allora le trovo dappertutto quasi come se fosse obbligatorio.
C'è da dire che finora le avevo viste in foto piccole o avevo dato uno sguardo distratto nel fumetto dedicato alla storia vera e drammatica di Io so' Carmela (Edizioni Beccogiallo Store) dove lei disegnava e sceneggiato da Alessia Di Giovanni.
Comunque ero anche curiosa. Curiosa di capire quale fascino suscitassero le sue illustrazioni visto che ne avevo sentito parlare parecchio e bene. E...
Devo dire che sono stata prevenuta.
Le caratteristiche che io vedevo erano prese a sé stante, mentre io dovevo vederle come una totalità.
Dopotutto mi è venuto in mente che anche nella pittura ci sono esempi simili.
Basti pensare ad Amedeo Modigliani.

sabato 2 novembre 2013

Le farfalle di Vladimir Kush + ciliegina (500.000 visualizzazioni)

Come avevo accennato nel post scorso, per le 500.000 visualizzazioni vorrei presentarvi delle farfalle speciali, quelle di Vladimir Kush.
Pittore e scultore contemporaneo russo (è nato nel 1965), si appassiona (e si vede) a Salvador Dalì grazie ad un libro dopo aver esperimentato diverse tecniche pittoriche.
Si nota subito quanto c'è di Dalì tale da confondere soprattutto in temi simili come l'uovo (vedi in questo post dove il primo quadro l'avevo trovato come di Salvador Dalì e invece ho visto poi che non era il suo).
Nel suo sito potete trovare i suoi quadri e sculture.
Inoltre c'è da specificare che sebbene sembra che si ispiri al surrealismo, lui preferisce chiamare il suo stile come un realismo metaforico.
E in effetti a guardare le sue opere e i titoli che lui dà, sembra che ci sia un gioco nello stravolgere la realtà oppure nel dare una sua interpretazione.
Inoltre i suoi quadri sono spesso degli enigmi e parlando di enigmi non si può non ricordare i quadri di René Magritte che ha indagato molto sull'uso della parola, sul suo significato e sul rapporto che ha con l'immagine.

Nulla viene lasciato al caso e si può trovare conferma nel leggere la sua pagina wikipedia ovvero della forte influenza che ha avuto da suo padre, un matematico.

Ovviamente, ho scelto le farfalle.
Spesso protagoniste, a volte semplici spettatrici eppure mai un elemento esclusivamente decorativo.
E come spesso succede nei suoi quadri, le forme si trasformano e questo succede anche con la farfalla che, simbolo di metamorfosi, di libertà, di effimero, compie il suo lavoro.

Nel suo sito poi, capita che assieme ai quadri ci sia una spiegazione.
Quando questo succede, inserisco il link però prima suggerisco di osservare bene prima il quadro da soli e poi dopo di leggere la sua interpretazione.




Freccia nel tempo
(vai qui)


venerdì 1 novembre 2013

Manca poco alle 500.000 visualizzazioni. Grazie

Manca pochissimo e per ringraziarvi spero che sentirete le farfalle sbocciare dentro di voi.



Illustrazioni di Catriz Welz-Stein (Catrin Arno)