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giovedì 30 maggio 2013

L'indifferenza della gente comune verso l'arte

Domani finisce la mia mostra "L'eterno femminile" e diversi sentimenti si fanno vivi in me, dall'orgoglio e la gioia di aver portato un progetto che cullavo da tempo, alla rabbia nel vedere tanti miei concittadini che andavano di fretta senza guardare, senza dare una sbirciatina, senza stare lì e magari quelli che si fermavano se ne stavano protetti dalla vetrata perché tanto "si vede bene anche da così.". Non ho mica scritto all'ingresso "Lasciate ogni speranza, o voi ch'entrate."
Vabbé queste sono cose di cui mi sono lamentata anche nei giorni scorsi (piccola nota: sto parlando ovviamente di ciò che ho scritto su Facebook dove ho riportato tutto questo), comunque oggi è successa una cosa che mi ha fatto salire la rabbia fino alle stelle.
Oggi viene Paolo, un signore che conosco di vista e che mi ha visto interpretare una mia poesia. Era rimasto colpito. Lo vedo l'altro ieri e gli dico della mia mostra quindi oggi è venuto.
Parliamo un po', gli dico che molti poeti non dovrebbero neanche leggere le proprie poesie perché non sanno come fare, non sanno come interpretarle e gli ho detto la prima parte di "A Silvia" a memoria.
Dal parlare della poesia al parlare di teatro il passo è breve e quindi gli ho raccontato della mia prima esperienza teatrale quando ho fatto impallidire tutti perché, spinta dall'emozione del momento, avevo preso la scala (cosa che dovevo fare) e la sbattevo con forza per terra ad ogni "merda" che dicevo.
Visto che parlare di esperienza teatrale mi sembra un po' strano (il teatro lo si fa) gli ho fatto proprio lì davanti due mie performances attoriali: una tratta da un testo di Moresco dove interpretavo (non cantando) la Callas e un'altra dove cantavo la canzone di Ursula (e l'ho fatta interamente anche il dialogo con Ariel).
Chi mi ha visto lo sa: quando recito, anche se non sono sul palco, do una carica mostruosa (tanto che un attore mi disse che sembravo una valchiria) e so dosare i registri.
Pensate che qualcuno si sia fermato? Per niente tanto che a quel signore, al quale ho fatto anche paura, è sembrato strano pure lui. La gente passava, magari voltava la testa verso di me, ma nessuno si prese la briga di ascoltarmi.
Mi sarebbe anche piaciuto che qualcuno mi dicesse: "Ma sei scema?" oppure "Ma sei matta?": almeno è rimasto lì ad ascoltarmi.
Il mio pensiero va subito a Ravenna che si candida per diventare capitale.
Io ci spero con tutto il cuore, sono stata anche per un po' di tempo volontaria, solo che così, con l'indifferenza della gente, come la vogliamo mettere?
A volte quando vado a vedere dei spettacoli teatrali o anche a delle inaugurazioni con un mio amico, questo subito mi dice: "Ma conosci proprio tutti."
Per forza. Siamo sempre tra di noi.
Se per caso viene qualcuno che è estraneo al mondo dell'arte è perché magari l'abbiamo invitato noi.
Ma raramente capita che qualcuno si incuriosisca e venga a vedere e non basta andare al Mar o al teatro Alighieri per sentirsi apposto con l'arte.
L'arte è intorno, è nei muri con quei disegni che li guardi e ti chiedi come diavolo ha fatto, è in quell'artista di strada che magari non ha una voce orecchiabile però senti che c'è della verità, è in quella piccola galleria e non importa che tu sappia a memoria la storia dell'arte, tranquillo non te la chiederò.
A volte mi verrebbe da prenderli questi miei concittadini con la forza, ma così cosa faccio? Alimenterei solo la loro indifferenza.
E poi di cosa avete così tanta fretta? Io non vi chiedo soldi, non vi chiedo niente solo un po' del vostro tempo e un po' di attenzione.
Anche perché non è che mi sta bene quando sento dei miei concittadini che si lamentano che a Ravenna non c'è niente: non è vero assolutamente!
A volte può capitare di avere l'imbarazzo della scelta.
E non si tratta solo dell'arte, ma anche della vita in generale.
Se non lo fate neanche con la vita, quante cose perdereste e il peggio è che non ve ne rendiate neanche conto.
Tutte le giornate sembrano uguali, monotone, senza un piccolo guizzo di colore e il vostro panorama è lo stesso  dei cavalli coi paraocchi.
Complimenti, che bella vita.
Che vita trascorsa nel pieno della sua bellezza.
Complimenti davvero.

Se siete d'accordo con quello che dico, vi prego tantissimo di condividerlo.


P.S.: Sono grata a chi ha dedicato un po' del suo tempo a vedere le mie opere anche se sono pochi.
P.P.S.: Naturalmente parlo di Ravenna, ma non credo che sia l'unica città italiana con questo problema.


Ecco le due performances:






Importante:

Non è che delusa, rinuncerò all'arte. Figuriamoci. Io continuo imperterrita per la mia strada anche perché non riesco a pensare a me stessa senza la pittura, il teatro e tant'altro. Non è voglia di protagonismo: figuriamoci. E' solo che nell'arte io ho trovato le mie ali e se si hanno delle ali, bisogna fare una sola cosa: volare.

2 commenti:

  1. Avevo già visto il secondo video che hai postato, e mi sa che a suo tempo ti avevo già scritto che mi era piaciuto un sacco... ^__^
    Bravissima anche nel primo, comunque!...

    Riguardo al discorso sull'indifferenza della gente nei confronti dell'arte... a me sembra che sempre più la gente stia diventando indifferente nei confronti di tutto, concentrata soltanto sulla propria vita e sulle proprie cose, senza dare molto importanza a niente di quello che sta intorno... E questo, decisamente, non è bello... Purtroppo a volte sono i ritmi quotidiani che non prevedono pause e non danno possibilità di scollamento dai propri impegni... Però io credo che tutti bisognerebbe imparare a prenderci un po' di tempo per noi stessi...

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  2. in effetti la parte finale del discorso è dedicata a questa mancanza di attenzione non solo verso l'arte, ma anche nella vita di tutti i giorni.
    Posso capire che a volte si ha fretta, ma non è che questa fretta deve diventare il nostro movimento quotidiano.
    Poi alla fine si corre, si corre e poi non si va da nessuna parte.

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Grazie per i commenti