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martedì 7 maggio 2013

Cogliere l'essenza in un ritratto

Quando si cerca di fare un ritratto, si cerca soprattutto di farlo il più somigliante possibile eppure c'è qualcosa di ancora più importante: cogliere l'essenza di quella persona.
Provate a pensarci.
Dopotutto il nostro viso è la nostra carta d'identità. Sin da quando siamo nati guardiamo i volti delle persone. In un viso si può leggere la sua storia personale.

Io faccio ritratti da quando andavo alle elementari. Ovviamente allora ero acerba col disegno ovviamente, ma già in quegli anni cercavo già di indagare in quei volti.
Quando magari guardo normalmente una persona, sono più rilassata e molte "informazioni" mi arrivano distrattamente, ma provate a guardarmi mentre vi faccio un ritratto e vedrete uno sguardo indagatore, preciso come se dovessi scoprire degli indizi.

Mi piace ritrarre, vedere le singole particolarità del volto di un viso ed è anche per questo che mi dispiace nel vedere visi gonfi perché rifatti.
A volte sono io stessa che chiedo per ritrarre (quando te lo chiedo io non mi devi niente, se invece me lo chiedi tu mi paghi. Io lavoro così) e a volte qualcuno si imbarazza, declina perché dice di non essere abbastanza bello. A me non interessa la bellezza intesa in quel senso (ho ritratto sia persone "belle" secondo il canone estetico che "brutte" sempre secondo quel canone), mi interessa proprio la particolarità, anche la virgola fuori posto.
Inoltre ritraendo persone, mi accorsi di quanto la bellezza di un viso dipenda dalle proporzioni: bastano pochi millimetri e il viso cambia.
E inoltre mi serve per ritrarre visi.
Non mi piace quando vengono realizzati tutti quei visi uguali un po' come fa Milo Manara che niente da dire sulla sua tecnica (e figuriamoci), ma le donne sono tutte ritratte nella stessa identica maniera anche se appartengono a nazionalità diverse.
Ho fatto lui come esempio perché è un nome riconoscibile, ma non è il solo.


Inoltre negli anni, mi accorsi che disegnando un viso, stavo tracciando una mappa del loro carattere, del suo vissuto.
Alcuni ritratti mi vengono benissimo anche la prima volta, altri invece mi tocca di farli e rifarli. Che cosa nascondono in quei visi?

Una volta ho provato a ritrarre una mia amica una delle prime volte che ci conoscevamo.
Non ce la feci, non riuscivo a catturare la luce del suo viso. Mi disse che anche Morandi (il pittore) le disse la stessa identica cosa.

Oggi ho incontrato Letizia, la youtuber che mi fece due video: uno per le mie opere e uno per il mondo di Aulonia. 
E' venuta a Ravenna e le ho fatto vedere la mia mostra. 
Come ringraziamento per i suoi due lavori, io le ho fatto un ritratto da una sua foto.
Vederla emozionata per il ritratto è stato gratificante.

Il viso è qualcosa di strettamente personale e a volte uno può far fatica a riconoscersi un po' come quando si sente per la prima volta la propria voce registrata.
Alcuni vedono nei ritratti che faccio addirittura i loro parenti (che io non conosco).


Ecco il ritratto che ho fatto:







Ed ecco lei con il quadro che preferisce.






Purtroppo qui la foto è venuta un po' mossa.

Dice che ho colto la sua essenza e per me non c'è ringraziamento migliore di questo.

2 commenti:

  1. Il ritratto è bellissimo! Lo sguardo è magico e hai reso benissimo i ricci che non sono facili da gestire, mi immagino da disegnare!

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  2. grazie. ho usato due tipi di matite: una dura per disegnare e sfumare e una molto morbida (una 6B)per i capelli e le parti più scure.

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Grazie per i commenti