Pagine

sabato 13 aprile 2013

L'importanza dell'interpretazione

Certi poeti non dovrebbero recitare le proprie poesie.


L'altro ieri sera ho partecipato a una gara poetica indetta dal poeta ravennate Franco Costantini chiamata Certamen dove poeti dilettanti, alle prime armi e professionisti si sfidavano ed io mi sono iscritta.
Ascoltando gli altri, non potevo sopportare la maggior parte delle poesie e accanto avevo una mia amica attrice. 
Eravamo tramortite.
Il punto è semplice: puoi anche scrivere la più bella delle poesie, le tue parole potrebbero toccare il cuore, l'anima alle persone, ma se non la reciti bene, se non le dai un ritmo, se non lo vari, se sei monotono, la mortifichi completamente.
La bellezza della poesia svanisce e diventa uno sforzo ascoltare le parole.
C'erano delle poesie dove si raccontava della gioia, ma quella gioia non c'era nella voce.
L'interpretazione è quel quid in più, quello che può fare la differenza, e non parlo solo della poesia, ma in tutto, nel teatro, nella canzone, nella musica e anche nella pittura.
Per questo l'iperrealismo, tranne alcune poche eccezioni, non mi piace come tecnica pittorica. Non ci vedo l'interpretazione, non ci vedo il dilemma dell'arte ovvero l'approccio a quello che vedi, la trasformazione.
Non ci vedo la tua impronta.


Lettura di poesie di Vittorio Reggianini


Tornando a me ho portato tre mie poesie. Non avevo portato quaderni, solo la mia memoria
Nel primo turno portai tutte e tre ed ebbi un buon riscontro. Ero piuttosto emozionata nonostante la mia familiarità con il palcoscenico. Forse perché le persone potevo vederle nei visi (a teatro difficilmente vedi gli spettatori per le luci intense). Stavo anche per incepparmi, ma sono andata avanti cambiando le parole (vedi gli anni sul palco cosa ti portano? Non crediate che anche i più grandi attori abbiano sempre la memoria perfetta. Sanno come andare avanti)
Poi ci fu il secondo turno. Decisi di portare solo la prima poesia, che era raggiunta meglio agli spettatori, però la recitai in un altro modo. 
Cantandola.
Stavolta niente errori e per fortuna che ho ascoltato il mio istinto. L'ho cantata come doveva essere prendendomi il tempo necessario, non avendo fretta e dopo...
Ho avuto un'ovazione che mi ha sorpreso tanto che Franco Costantini mi diede il premio per l'"interpretazione più audace" ancora prima che il concorso fosse finito.
Ero emozionatissima.
Il pubblico sa essere sincero quando gli sei giunto ed è a questa sincerità che sono grata.

Poi ci fu il Premio della Giuria e quello del Popolo.
Io sono arrivata seconda (il primo era uno spettacolo sentirlo).
Ci furono altri premi come il Miglior Endecasillabo, il Miglior Titolo, la Migliore De-performation...
Mi dispiace per un poeta che non è stato premiato. Se lo meritava senz'altro.

Ecco la poesia che ho portato alla fine


nella gara la cantai più intensamente verso la fine


Non soltanto mi sento grata agli spettatori e alla giuria, ma anche a questa mia piccola poesia scritta nel 2002 che fa ricordare anche a me, e non soltanto a chi la leggo, una cosa molto importante:



Tu puoi illuminare...


Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per i commenti