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martedì 16 aprile 2013

La "primavera eretica" della non-scuola

E' stata strana per me questa non-scuola poiché non vi ho partecipato (il mio primo spettacolo l'ho fatto nel 2004)
Anche se guardavo lo spettacolo delle altre scuole, sapevo che vi avrei partecipato e non vedevo l'ora.
Questa volta però no, l'avrei solo visto da spettatrice.
Comunque eccoli qua: 240 ragazzi che spaziano dai bambini agli universitari e all'inizio pensavi come faranno. 
Il soggetto è Pinocchio e sapete che non mi piace tanto (vedi qui).

Però... ecco che comincia.

Lo spettacolo non è cominciato neanche da cinque minuti ed ecco il terremoto. 
Niente di serio, ma più di 200 ragazzi che salgono sul palco fa davvero impressione.
E' come essere circondati da una mandria impazzita.


(foto presa da qui)

E' al dio Dioniso che il Teatro delle Albe si rivolge, all'energia che ne fuoriesce come se i pori della pelle si fossero aperti, all'abbandono di sé di questa forza demonica e per i loro 30 anni, il Teatro delle Albe ha voluto fare le cose in grande.
Diversi Pinocchio si susseguono come se crescesse rimanendo però al massimo un adolescente.
Si celebra la coralità dove ognuno è un pezzo importante, dove quello in ultima fila è fondamentale tanto quello in prima fila, dove quello che non si vede è importante tanto quello che si vede.
A volte venivano citati spezzoni di testo come se i non-scuolini fossero davvero delle marionette. Marionette sì, ma non vittime, marionette con un'anima.
E il Pinocchio veniva fatto rispettando il testo originale eppure chissà perché sembra la prima volta che lo sento. Sembra completamente nuovo.
Anche se conosco la forza della non-scuola di rinnovare i testi, rimango ogni volta stupita.
Una primavera eretica come quella vitalità travolgente, sboccia di continuo puntuale ogni anno così come la non-scuola ed è Marco Martinelli a giostrarla così come nell'Eresia della Felicità a Santarcangelo di Romagna
Ogni non-scuola è una primavera eretica.
Sarebbe una semplice primavera, ma c'è sempre chi cerca di ostacolarla, c'è sempre qualcuno che vuole sviarla, catalogarla, incasellarla in stereotipi. Per questo è eretica.


Anche se non ho partecipato, ci sono stata col pensiero e mentre vedevo lo spettacolo mi venivano in mente tutti i miei spettacoli, una festa continua.
Mi viene in mente il mio primo spettacolo e mi ricordo di come sentivo: era come se ogni vena si fosse aperta inondando il mio corpo di sangue.


Lo spettacolo è stato fatto in cinque giornate e nell'ultima c'è stata anche una parata.


E' spezzettato, mosso, la qualità video non è ottima, la bici era sempre in mezzo e per poco non venivo travolta dalla parata. Colpa mia: la bici s'era incagliata e non riuscivo ad andare indietro.
Spero che l'energia si senta, un'energia che ha attraversato il centro di Ravenna arrivando a Piazza del Popolo, la piazza principale.

Ecco una cosa ho scritto appena tornata a casa: C'era energia pura tra di loro che riempiva, come un fiume impetuoso va a colmare un lago vuoto così come la parata ha attraversato il centro.



Insomma, non si può fermare l'energia, la primavera non si può arrestare e questo lo si dice a chi vuole una vita anestetizzata.
Per questo si parla di una primavera eretica.

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