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domenica 14 agosto 2011

Donne che corrono coi lupi




"Ah sì, è un libro femminista." Mi dice una ragazza quando le faccio vedere entusiasta Donne che corrono coi lupi e allora storco il naso.
Che cosa vuol dire femminismo adesso? Spesso il significato di una parola cambia attraverso i secoli. Un esempio è la parola "tiranno": nell'antichità non aveva di frequente l'accezione negativa che si ha oggi.
Il femminismo è stato in passato un movimento utile e questo va detto (e lo è anche adesso perché molto ancora non è cambiato), però spesso il femminismo viene usato come arma contro gli uomini ed è qui che io mi dissocio: io non sono contro gli uomini, ma contro gli uomini che violentano così come contro le donne che fanno ciò. Oppure alcune donne giustificano con "femminismo" il loro voler farsi correggere, esageratamente, dalla chirurgia estetica perché Il corpo è mio e quindi lo gestisco io. Peccato che così l'autenticità non esiste più
(nota del 30 ottobre 2016: A parlare del femminismo ne ho parlato anche qui)
Detto questo, vi dico assolutamente che Donne che corrono coi lupi è un libro che può essere letto da tutti anche dagli uomini.
Scritto nel 1993 dalla psicanalista junghiana e cantadora Clarissa Pinkola Estés, il libro affronta diversi temi riguardante la Donna Selvaggia, il femminino che risiede in ogni donna sin dall'antichità. Per questo è molto utile per le ragazze più giovani proprio perché spesso sono le più ingenue e una vera Donna Selvaggia non lo è. Infatti la Estés spiega attraverso fiabe e leggende diversi passi e come in questo caso viene affrontato il tema di Barbablu





di Gustave Doré, 1862


di Walter Crane




Attraverso fiabe conosciute, è molto più facile la comprensione, ma anche in quelle che per noi sono estranee, perché non appartenenti alla nostra cultura, è anch'essa facile perché il linguaggio delle fiabe, dei miti e delle leggende è semplice.
La fiaba fa vedere non solo il pericolo, ma anche come ci si salva.

Una fiaba che non fa parte della nostra cultura, ma ha alcuni tratti in comune, è Vassilissa la Bella, di origine slava.
L'inizio è come Cenerentola: a una bellissima ragazza muoiono i genitori e lei si ritrova a vivere con la matrigna e le due sorellastre perfide, ma Vassilissa ha una marcia in più: la madre le ha donato una bambola che la guiderà a patto che lei la nutri.
La bambola le sarà molto utile quando Vassilissa viene costretta ad andare da Baba Yaga, una sorta di strega, a prendere il fuoco.


di Ivan Bilibin, 1911


di Viktor Vasnetsov, 1917

La bambola salverà Vassilissa da eventuali pericoli perché Baba Yaga è terrificante, ma allo stesso tempo dà preziosi consigli. Bisogna solo domandare la cosa giusta perché "...se troppo saprai, presto invecchierai." così lei dice.


Questi sono alcune delle fiabe che vengono presentate da Clarissa Pinkola Estés e queste fiabe attraversano il mondo perchè una è la donna come uno è l'uomo e il libro si rivolge anche a loro: insegna loro come accogliere la Donna Selvaggia, come riconoscerla e come soprattutto non cercare di umiliarla.
Anche fiabe recenti vengono narrate come Il Brutto Anatroccolo e Scarpette Rosse (è proprio prendendo ispirazione dalle sue considerazioni sull'ultima fiaba che ho scritto il post sull'autodistruzione), entrambe di Hans Christian Andersen.

Inoltre, Clarissa Pinkola Estés racconta della sua esperienza di cantadora, ovvero di raccontastorie, e parla di suoi incontri con altre donne simili, con le donne tehuane che hanno altre considerazioni sul corpo della donna, con donne possenti però aggraziate come farfalle, con donne dal corpo segnato da cicatrici e smagliature che però quando ballano sanno essere potenti come il fuoco che brucia.
E parla dei lupi, di come sono organizzati, di come vivono e della loro vita.



Lupo di Alfred Wierusz-Kowalsky, 1895



Moonlight, Wolf di Frederic Remington, 1909 ca.



Insomma, Donne che corrono coi lupi rappresenta uno di quei libri che ti guidano lungo la lettura e lo farà anche dopo che l'hai finito.

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