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sabato 9 aprile 2011

La bellezza dell'ignoto



illustrazione di Gustav Doré, inizio I canto della Divina Commedia


Il 7 aprile del 1300 Dante si è perso.
Infine ha scritto uno dei pilastri di tutta l'arte la Commedia (Divina è stata aggiunta dopo da Boccaccio). Avrebbe mai Dante scritto qualcosa di simile se non avesse mai incontrato l'ignoto.
Certo fa paura però ti fa scoprire doti che prima magari non ti saresti mai immaginato.
Perdersi per poi scoprirsi rinnovati e più forti.
La paura dell'ignoto rappresenta forse la sensazione più antica dell'essere umano e più si cresce, più, tendenzialmente aumenta.

Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura e la paura più grande è quella dell'ignoto (H. Phillips Lovecraft)

Alcuni però nel perdersi ci rimettono la vita.
Continuare però a percorrere strade già battute dagli altri non ti porta a niente. E poi è inutile cercare di controllare, pianificare tutto perché qualcosa scapperà via.
Inoltre spesso l'ignoto è ciò che spinge una persona a trovarsi delle risposte, a inseguire una religione.

La religione è una gruccia per coloro che non sono abbastanza forti per affrontare l'ignoto senza aiuto.
(Robert Anson Heinlein)

Però bisogna ricordare cosa è successo a Psiche: è stata abbandonata da Eros non appena lei l'ha scoperto.
Il terreno dell'ignoto è quello più arduo, ma anche quello più fertile: prima di sbucare alla luce, le piante aspettano dentro la terra buia.
E non solo per i sentimenti, ma anche per la mente l'ignoto è un concime.

La mente ama l'ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto (René Magritte)

L'ignoto è stato spesso rappresentato in passato come se fossero dei mostri, persino nelle mappe geografiche dove si pensava che il male celasse orribili creature.



Carta Marina


Carta Marina di Sebastian Munster, 1544

Tutto ciò che è ignoto, s'immagina pieno di meraviglie (Tacito)



In altre parole oltre al noto e all'ignoto, che altro c'è? (Harold Pinter)

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