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mercoledì 12 gennaio 2011

Princess Mononoke

Come posso non ammirare Miyazaki? Come posso non restare affascinata di fronte ai suoi film?
E soprattutto come si fa a dire che i film d'animazione sono roba per bambini?!

Ho da poco rivisto per l'ennesima volta Princess Mononoke, uno dei suoi film che preferisco in assoluto.




ATTENZIONE SPOILER:
Il film è pregno di quella spiritualità che non solo è giapponese, ma appartiene al resto del mondo e Miyazaki in questo film del 1997 approfondisce ciò che aveva affrontato in Nausicaa e la Valle del Vento del 1984
Nello stile di Miyazaki i personaggi del film vivono delle loro emozioni e non sono mai interamente buoni o cattivi: ognuno si muove spinto dalle sue convinzioni, ognuno ha le sue motivazioni.
La complessità dell'essere umano e la sua contradditorietà spiccano in questo film così come negli altri di Miyazaki e alla fine ci si affeziona ad Ashitaka e a San però non si può non provare qualcosa anche per Lady Eboshi
La maledizione di Ashitaka ci tocca tutti e lui, all'oscuro di tutto nel suo villaggio Emishi, si trova coinvolto in una lotta da cui non uscirà nessun vincitore, ma solo vinti.





Molti hanno chiamato questo film come ambientalista, ma non è così: in questo film c'è tutto! La tragedia, la speranza, l'amore, l'odio, la lotta per la sopravvivenza... Qui viene rappresentata la guerra e non solo a livello simbolico. Qui viene rappresentato la totalità dell'essere umano.
E' come se l'intera storia dell'umanità venisse raccontata da quando è comparsa a ha iniziato a scontrarsi con la Natura.
E cosa succederà poi dopo che al dio della foresta è stato privato della testa, dopo che dal suo corpo sono partite masse che imputridevano tutto quello che toccava?




La foresta è rinata ma non sarà come quella di prima, dice San perché il dio della foresta è morto. Ashitaka ribatte che non è morto perché il dio della foresta rappresenta la vita e quella si trasforma continuamente.




Ecco la canzone con sottotitoli inglesi.
E' un uomo a cantarla, Yoshizaku Mera.

  


Curiosità:
Come titolo del film c'erano in ballo Princess Mononoke e La leggenda di Ashitaka. Alla fine si è scelto per il primo titolo perché si pensava che avesse più appeal per il pubblico.
C'è stata una censura o meglio un adattamento troppo libertario nel finale. Nella versione italiana Lady Eboshi ha capito che la natura è sacra e perciò costruirà una città migliore e Jigo ribatte che stavolta la Natura ha avuto la meglio. Questo potrebbe far pensare che Miyazaki sia utopistico o peggio ingenuo, ma così non è nella versione originale: infatti la città non è migliore, ma solo buona e Jigo dice più o meno che non si può vincere contro i matti.

Fonte: L'incanto del mondo - Il cinema di Miyazaki Hayao di Anna Antonini ed. Il principe costante (lo consiglio caldamente a chi ama il suo cinema: c'è scritto di tutto anche se avverto che è aggiornato fino a Il Castello Errante di Howl) però si capisce molto il lavoro di Miyazaki e lo indaga proprio nella sua totalità.



Aggiornamento 12 febbraio 2014:
Non solo l'adattamento italiano è pessimo nel finale ma anche nel resto come potete leggere in questo post.
E leggendolo ho potuto capire ancora meglio le intenzioni di Miyazaki e che avevo visto bene il film nel suo messaggio universale di vita.

5 commenti:

  1. Ah, anch'io lo adoro! Ho visto tutte le sue creazioni... è un grande!
    Poi, in linea generale, io sono una grande appassionata di manga, quindi tutti ciò che viene dal Paese del sol levante passa tra le mie mani... e devo dire che, soprattutto su certe tematiche, la sensibilità dei giapponesi è molto differente e molto più sviluppata rispetto alla nostra...

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  2. A me piacciono le cose giapponesi, film compresi e trovo molto bella la tua recensione sul film della Principessa Mononoke*.*
    Ti ho vista nel blog di Aisling e ho deciso di passare di qui per curiosità, beh ho fatto bene, hai un bel blog^^

    mi aggiungo ai tuoi sostenitori!
    a presto Almacattleya, un bacio!
    Ali*

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  3. @ Veggie: Adesso io sto colmando la mia lacuna ovvero vedere gli altri film di Miyazaki che non ho visto. Ieri da una mia amica ho visto Laputa.
    Anche a me piacciono molto i manga e ho anche quello di Miyazaki.
    E' vero che la sensibilità, la lentezza dei giapponesi è particolare però non bisogna neanche vederli come dei fenomeni: anche loro hanno dei difetti e anche loro compiono cose di cui è meglio non essere fieri.

    @ Alice: Grazie infinite per essere passata e per essere voluta diventare una mia sostenitrice :) Ti auguro una buona permanenza sul mio blog e mi impegno a volerlo sempre migliorare non solo per te, ma anche per tutti quelli che decidono di passare per di qua.

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  4. Un film bellissimo, forse non il migliore di Miyazaki, considerato il peso caricato sulle spalle dei suoi protagonisti, ma sempre da brividi.
    Ashitaka che rimprovera gli abitanti della città mostrando l'odio coltivato dal conflitto con la natura mi fa ancora sobbalzare sulla sedia.

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  5. sono in discreta fase miyazaki, quindi mi cercherò pure questo. promette bene ;)

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Grazie per i commenti