In questo post parlavo, verso la fine, della fama che la mia città, Ravenna, aveva tra gli artisti e delle poesie dedicate ad esse. Ecco voglio dedicare questo post a queste poesie.
Credo sia inutile parlare di Dante, ma altri poeti sono rimasti colpiti dal fascino di questa città come è successo con George Gordon Byron venuto per amore di Teresa Guiccioli. In questa pagina potete leggere meglio.
Nel 1877, un altro poeta ossia Oscar Wilde (allora ventitreenne) visitò Ravenna entrandoci a cavallo. Un anno dopo scrisse una poesia dove riportò le sue sensazioni (qui in lingua originale) e con questa poesia vinse l'Oxford Newdigate Prize. La traduzione è di Masolino D'Amico.
Ravenna
1
Un anno fa respiravo l'aria italiana, -
Eppure, mi sembra, questa primavera nordica è bella, -
Questi campi indorati dal fiore di marzo,
Il tordo che canta sopra il piumato larice,
I gracchianti corvi, le colombe del bosco che svolazzano,
Le nuvolette che corrono per il cielo;
E bello è il capo dolcemente inclinato della viola,
La primula, pallida per amore non consolato,
La rosa che germoglia sul rampicante rovere,
L'aiuola di crochi, (che sembra una luna di fuoco
Cinta da un vermiglio anello matrimoniale);
E tutti i fiori della nostra Primavera Inglese,
Gli innamorati bucaneve, e la giunchiglia della stella lucente.
Sfreccia in alto l'allodola accanto al murmure mulino,
E spezza i fili di tela di ragno della prima rugiada;
E giù lungo il fiume, come la fiamma azzurra,
Tagliente come un dardo vola il re delle acque,
Mentre gli scuri fanelli cantano nel verde.
Un anno fa! - sembra poco tempo
Da quando vidi quell'altera regione meridionale,
Dove fiore e frutto sbocciano a vermiglia radiosità,
E come luminose lanterne le mitiche mele rilucono.
Piena primavera era - e per ricchi vigneti in fiore,
Scuri uliveti e nobili pinete,
Cavalcai a mio piacere; l'umida lieta aria era dolce,
La bianca strada risuonava sotto gli zoccoli del mio cavallo,
E meditando sul nome antico di Ravenna
Scrutai il giorno finché, segnato da ferite di fiamma,
Il cielo di turchese divenne oro brunito.
Oh, come il mio cuore arse di fanciullesca passione
Quando lontano oltre falaschi e stagno
Vidi quella Città Santa ergersi netta,
Coronata della sua colonna di torri! - Avanti e avanti
Galoppai, in gara contro il sole calante,
E prima che l'ultimo bagliore vermiglio fosse trascorso,
Fui entro le mura di Ravenna, finalmente!