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sabato 4 settembre 2010

Stage di danza butoh con Masaki Iwana

E' da poco iniziato settembre ed era ora!!!
Vabbé, ecco che vi parlo dello stage di danza giapponese butoh con Masaki Iwana. Tutto ciò è stato possibile grazie al Festival Homunculus dei Tanti Cosi Progetti (qui il sito)
Sapete che cos'è? Eccovi la pagina di butoh anche se, consultandola prima di fare lo stage, non ci ho capito molto e, a dir la verità, non vi saprei neanche dire cosa sia e, continuando a leggere, capirete il perché.
I giorni dello stage erano dal 22 al 25 giugno, quattro ore ogni giorno (tranne l'ultimo che erano tre), lezioni in inglese.
Le prime ore erano basate sull'allenamento, un duro allenamento che ricordava molto anche lo yoga, ma c'erano tanti altri esercizi mai affrontati prima, esercizi che andavano a smantellare la poca conoscenza che si ha del corpo nella concezione occidentale.
Per esempio: prima ci ha fatto camminare lungo il perimetro della stanza e poi camminare all'indietro. Naturalmente guardavamo all'indietro per vedere dove andavamo e lui ci ha subito fermato: non era necessario tutto ciò per svoltare. E quindi ci ha fatto riprovare: dritti, la testa che sembra tirata su da un filo e ragazzi, provateci! Può sembrare una cosa sciocca, ma ci si accorge che non si conoscono per niente le possibilità del nostro corpo. Altro esercizio: camminare davanti e poi indietro al battito delle mani
Poi ancora esercizi che servivano per eliminare il superfluo, quello che Masaki Iwana chiamava "rumore". Un altro esercizio era: gambe parallele, ginocchia piegate, braccia tese e procedere di lato senza fare "rumore" e far 1, 2, 3, e fare che il 3 poi diventi 1 quando si cambia gamba quando si vuole andare avanti dirigendosi sempre di lato.
Poi improvvisazioni... Masaki non ci ha mostrato direttamente cos'è la danza butoh, ma ci ha lasciato delle suggestioni con le quali lavorare. La prima è stata la Fioritura. Non ci ha detto nient'altro solo di fiorire.
Tutti stesi a terra, supini, con la musica scelta direttamente da Masaki, e tutti noi dovevamo fiorire.
Solo che non eravamo in un incontro di prendere coscienza di noi stessi, ma in uno stage di danza butoh e quindi Masaki Iwana, giustamente, ci ha dato le indicazioni:

- Non muovere solo le braccia e il busto. L'energia proviene dal basso. Non dimenticarsi delle gambe e dei piedi e soprattutto dei fianchi;
- Troppi movimenti distolgono l'attenzione;
- Il movimento non è danza. La danza è qualcosa che parte dall'interno;
- Il tempo della musica e il tempo che noi sentiamo possono non coesistere;
- Sentire il "profumo" attorno a noi, nell'aria;
- Essere fluidi nella danza e non bloccati;
- Finire quello che si è iniziato.

Insomma, la danza butoh è una danza interiore.




Poi ci ha fatto fare degli assoli in due gruppi.

Osservare gli altri improvvisare è stato molto importante perché si imparava sempre.

Secondo giorno ancora allenamento e esercizi e poi improvvisazione. Viene introdotta una nuova improvvisazione: La goccia sulla tovaglia. Quindi è importante visualizzare il momento in cui una goccia di vino - qualunque marca va bene :) - quindi posizione come si voleva e cercare di "essere" una goccia e impregnarsi, espandersi...

Poi ci ha fatto provare una danza che è una camminata molto lenta, dove il piede è come un pennello quindi il piede "traccia" in avanti la sua linea, poi poggia parte per parte e, quando il piede è poggiato completamente, si va con l'altro.

Terzo giorno: allenamento, esercizi e l'improvvisazione Fioritura, ma con qualcosa in più: una malattia, un disagio così da introdurre una nuova linea guida:

- alternare positivo e negativo.

Poi un nuovo esercizio: I Leaf of Lotus (Io Foglia di Loto). Quindi ginocchia leggermente piegate, braccia estese lateralmente e girare su se stessi. Come detto prima, non bisogna muovere il busto, ma partire dal basso, dai fianchi perché se si parte dalle braccia, i fianchi non seguono. Invece bisogna partire e finire insieme con tutto il corpo.
Ancora assolo.

Quarto giorno: tre ore sole perché Masaki Iwana dopo ha il suo spettacolo quindi maggior spazio alle improvvisazioni, Fioritura, I Leaf of Lotus, La goccia di tovaglia e poi gli assoli.
Altri consigli:

- Mai cercare di partire da una posizione quotidiana (io ero partita seduta). C'è bisogno di qualcosa, un movimento, che cattura l'attenzione;
- Il pubblico (soprattutto pagante) è crudele, è come quello del Colosseo, delle Corride (togliendo i tori però);
- Mai cercare di esagerare con le espressioni facciali. Gli occhi devono essere limpidi e in linea con tutto il corpo. Mai sovraccaricare.



Alla sera lo spettacolo Magnetic Field di Masaki Iwana ed eccovi i video di valmontina







Tutto viene lasciato alle suggestioni e alle sensazioni di chi guarda e mi rendo conto che guardare dal vivo è tutt'altra cosa. Ancora non saprei dirvi cos'è in realtà la danza butoh, qualche idea ce l'ho però rimane un mistero.
Com'è Masaki Iwana? Lui è stata una persona di poche parole, linguaggio basico (soprattutto per farci capire meglio anche se spesso la traduzione non rendeva). Dopo il suo spettacolo, ho avuto il piacere di mangiare fuori con lui e coi componenti dei Tanti Cosi Progetti e mi ha consigliato più potenza nel corpo. E nel guardarlo, uno non si aspetterebbe che ha più di 50 anni!

Spesso parlava di Kazuo Ohno e di Tatsumi Hijijata cioè di coloro che hanno fondato la poetica della danza butoh ed eccovi alcuni video di loro.

Eccovi Kazuo Ohno:








e Tatsumi Hijikata (1928 - 1986):







La danza butoh ha incominciato a svilupparsi negli anni '50 quindi nel dopoguerra. Il Giappone non usciva da una buona situazione come potete ben immaginare e oltre ai morti, la guerra ha generato (come sempre se mi permettete) anche molte persone invalide. Ed è stato guardando a loro che ha incominciato a prendere vita questa danza.

Che dire di me dopo questa esperienza? Dico che sono felicissima di aver fatto questo stage che di sicuro non mi farà diventare una danzatrice butoh o una massima esperta, però il mio intento èstato pienamente soddisfatto: trovare nuovi modi di esprimermi nel teatro e non solo con la voce.

Curiosità: Kazuo Ohno è morto il 1 giugno 2010, 3 settimane prima di questo stage. Aveva 103 anni essendo nato nell'ottobre del 1906. Ecco qui l'articolo del Sole24ore sulla sua scomparsa.

Prossimo post: il film Vermillion Souls di Masaki Iwana presentato sempre nel Festival Homunculus.

Aggiornato

1 commento:

  1. Credo che la danza, al di là del movimento, sia un qualcosa di molto più complicato di quello che è dato di vedere ad un'osservazione esterno... La danza è fluidità, è elettricità... Io che sono istruttrice di karate ma che in passato sono stata agonista, ho sempre pensato al karate come "alla mia danza"...

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Grazie per i commenti