Pagine

martedì 31 agosto 2010

The Table of Earth

Finalmente riesco a fare un post su uno spettacolo teatrale nel quale ho avuto una partecipazione. Si tratta di "The Table of Earth" di e con David Moss.
E' tutto nato con un'e-mail in cui si veniva informati che stavano cercando persone per un lavoro vocale e, visto che, come forse avrete capito, io sono moooolto interessata dall'aspetto vocale, mi sono subito candidata mandando un mio curriculum e dopo un po' scopro che sono stata scelta.
"The Table of Earth" era inserito nel programma del Ravenna Festival alla sezione Notturni elettronici e venne rappresentato il 17 giugno 2010. Non solo io ero stata scelta, ma anche altri 6 ragazzi e ci siamo conosciuti il giorno prima dello spettacolo ovvero il 16 giugno.
Abbiamo subito conosciuto David Moss e subito noi ragazzi abbiamo potuto apprezzare la sua estrosità. Infatti, mentre ci spiegava (in inglese) il suo spettacolo, non potevamo fare a meno di notare che non c'era differenza tra lui mentre spiegava e mentre recitava. Inoltre mi avevano colpito la sua estensione vocale, la sua facilità di passare da una tonalità all'altra.
Cos'è "The Table of Earth"? E' una favola ecologica innanzitutto, una favola ecologica sperimentale dove la voce è una preziosa linea guida e si intreccia ad altre voci e ad altre storie.
Quando guardavo David Moss, mi sembrava di vedere un bambino gioioso che si divertiva come non mai.
E ora dopo le parole, eccovi il filmato realizzato dal Ravenna Festival:





Noi ragazzi, per tutta la durata dello spettacolo, siamo rimasti seduti ai lati degli spettatori, anche noi ad assistere. Poi avevamo un segnale e insieme ci avviciniamo al piccolo pezzo di terra per raccoglierla e tra noi ci doveva essere della sintonia: era un lavoro che facevamo insieme. Inoltre cantavamo quelle parole (che in realtà non hanno senso, solo quello di accomunarci) e David Moss ci ha dato le indicazioni di cantarle nelle tonalità che volevamo.
Ah, io sono quella con la maglietta verde.

Ed eccovi le foto di provenienza "The Table of Earth" David Moss & Tempo Reale, Ravenna


© Elisabetta Macumelli






E voglio anche raccontarvi del mio stage di danza butoh, una danza giapponese, ma non adesso.


Qui il sito ufficiale di David Moss

lunedì 30 agosto 2010

L'artigianato sta scomparendo?!

Ho visto qualche ora un servizio televisivo sulla scomparsa ormai degli artigiani ovvero la scomparsa dei lavori manuali. Questo è un problema molto sentito e anche grave in un certo senso: tutto ciò che ha a che vedere con la scomparsa di un mestiere, per altro molto utile ancora adesso, significa la scomparsa di un tipo di saggezza e non mi stancherò mai di dirlo: gli antichi sostenevano che nelle nostre mani risiede un tipo di conoscenza che è differente da quella mentale.
Questa denuncia mi porta anche a pensare che purtroppo anche nell'arte questa cosa sta succedendo: ormai gli artisti, non tutti, sono coloro che hanno un'idea e delegano il lavoro ad altri avendone però, ovviamente gli artisti, tutti i meriti.
ANCHE NELL'ARTE ORMAI IL LAVORO MENTALE VIENE CONSIDERATO PIU' NOBILE DEL LAVORO MANUALE.
Ma, sinceramente, io non ci sto. Non è che se vedo un artigiano provo una commiserazione mista a un senso di pietà. Io ho rispetto per il suo lavoro così come ho rispetto per uno che voglia fare arte. L'importante è che il lavoro sia poi degno o sbaglio?
E non dimentichiamo una cosa: se uno vuole fare arte deve anche sporcarsi le mani, almeno un po'. Sennò sarebbe troppo facile. Giusto?

mercoledì 25 agosto 2010

La mia mostra "Squarci di colore"

Eccovi, finalmente, il video sulla mia mostra. In realtà sono due: il primo realizzato mezz'ora prima dell'inaugurazione ed è in tono scherzoso. Il secondo invece è stato realizzato il 29 luglio, cioè il giorno prima della chiusura. L'intervistatrice è una mia cara amica, una musicista mentre chi filma è un'amica di quest'ultima.Ci sono anche due nuovissimi quadri fatti apposta per la mostra.




Eccovi la recensione della mia mostra pubblicata sul Corriere della Romagna il 30 luglio 2010:

"Squarci di colore" in mostra alla galleria ArtStudio
Libertà sul pennello per l'artista ravennate Elena Vignoli

Ravenna. Si conclude oggi alla galleria ArtStudio la piccola, ma sorprendente mostra "Squarci di colore", personale dei dipinti della giovane artista ravennate Elena Vignoli.
Già conosciuta come attrice e autrice nella fervida scena cittadina del teatro di ricerca (mia nota: prima o poi riuscirò a mettere il video del mio spettacolo teatrale, siate fiduciosi), la Vignoli ha però alle spalle un background artistico (si è diplomata nel 2007 all'Accademia di Belle Arti) e nella fattispecie pittorico, con una evidente propensione allo studio sul cromatismo.
-I colori hanno sempre avuto una grande importanza per me, fin da piccola. - spiega la pittrice - Li ho sempre considerati sinonimi di libertà sebbene spesso ti pongano anche dei limiti. Ho sempre continuato a osservare, a cercare la luce e sperimentare nuovi accostamenti -
E proprio la grande audacia nell'uso dei contrasti le procura nel 2008 una segnalazione al Concorso di Pittura di Alfonsine per l'opera Brume Crepuscolari - un acrilico su tela che troviamo esposto - (2:39), in cui la sagoma oscura di un albero in primo piano sembra dar vita (ma allo stesso tempo inghiottire) a un tramonto delineato da poche ma potenti ed espressive pennellate. Da segnalare poi gli omaggi a Rembrandt (3:53) e a Caravaggio (3:36) eseguiti per la tesi di laurea, l'ammaliante L'eretica (3:29) - piccolo dipinto realizzato dalla Vignoli per il manifesto del suo spettacolo al recente festival "Ravenna viso-in-aria" - e Bisogno d'Amore (1:44) in cui una figuretta femminile appena definita esce interrogativa da un fondo nero e sembra crescere sguardo dopo sguardo.
Ottime premesse, insomma, per un'artista che sarà d'uopo tenere d'occhio.

Alessandro Fogli

lunedì 23 agosto 2010

Il mio viaggio a Verbania

Per una settimana sono stata a Verbania, un capoluogo piemontese che si affaccia sul Lago Maggiore. Non è un luogo nuovo per me perché ci sono già stata (qui ci abitano dei miei zii), ma ritornare e osservare è sempre una novità per me perché anche se i luoghi sono gli stessi, quello che vedi cambia sempre.
Dopotutto qui c'è un patrimonio naturale incredibile e si sa che la Natura non è mai la stessa.

Queste sono le foto fatte nel giardino dell'Isola Madre:




lunedì 9 agosto 2010

Racconto sulla Felicità

Cari ragazzi (e ragazze) purtroppo non posso contare su un computer mio però cerco, appena possibile, di postare qualcosa. Questa volta è un mio racconto.



Un giorno qualsiasi un giovane sentì parlare della Felicità come la cosa più preziosa della Terra. Incuriosito, chiese ai suoi parenti e ai suoi amici più cari che cosa fosse, ma nessuno gli diede una risposta esauriente. Anzi, i più non seppero come rispondere. Questa cosa però invece di scoraggiare il giovane curioso, gli diede una spinta più forte per cercarla e se nessuno dei suoi conoscenti più stretti gli poteva rispondere, avrebbe cercato la Felicità, il Suo Significato, altrove.
E così girovagò in tutto il mondo, conobbe molti popoli differenti, diversi modi di vivere, ma ancora la Risposta non fu soddisfatta perché la trovava, ma c'era sempre qualcosa che non lo soddisfaceva.
Il suo girovagare nel mondo lo portava sempre a non fermarsi mai, a sperimentare, ma proprio per il suo stile di vita nomade, credeva che era meglio non relazionarsi con altre persone perché non sapeva quando e come li avrebbe rincontrati.
Gli anni passarono e lui divenne sempre più vecchio e malato e soprattutto stanco e insoddisfatto.
Decise di ritornare nella sua città natale e scoprì che la sua casa era ancora lì. I parenti che gli erano rimasti, e che prima di allora non lo avevano mai visto, ma sempre sentito parlare, decisero di non chiedergli niente.
Così il giovane divenuto anziano si sedette sulla sedia a dondolo di suo nonno a mirare il suo giardino. Gli pareva tutto strano: quello che una volta era un ramoscello era divenuto anch'esso un albero robusto e fiero. Inoltre tutto attorno sembrava cambiato però si ricordava perfettamente di quando da bambino correva libero in quel giardino circondato solo dalla Natura e da ogni Sua Manifestazione.
Inebriato da quella Sensazione si fece servire il suo tè preferito e lo bevve lentamente perché tutto ciò gli ricordava di quando era...
La tazza cadde, il vecchio si immobilizzò in una smorfia che sapeva di rammarico e di consapevolezza e non poté più cambiarla.
Mai più.





P.S.: Chi ha letto questo racconto come un invito ad accontentarsi, dovrebbe forse rileggerlo.

mercoledì 4 agosto 2010

Leggerezza, il video

Stanotte c'è stato un temporale, completo di pioggia a dirotto, tuoni e fulmini, uno di quelli che ti portano a rimboccarti le coperte e a dormire sotto il cuscino. Io cercavo solo di dormire e in un certo senso ero cullata da tutti quei rumori, mi facevano compagnia.
Quando stamattina mi sono svegliata, ho visto il balcone un attimo allagato e con una piccola sorpresa, che vedrete, portata da chissà cosa, forse dal vento o dalla pioggia o da entrambi.
Quello scenario mi sembrava perfetto per ambientare una mia poesia "Leggerezza" scritta qualche anno fa e che vi avevo presentato quasi all'inizio del mio blog.





Leggerezza, leggerezza,
tanti credono che tu sia stupida,
vuota e frivola,
profonda quanto una pozzanghera.
Ma io ti conosco.
Io so che in quella pozzanghera,
si nasconde un oceano
dove la luce raggiunge gli abissi.
In te c'è il dolore,
ma lo porti fino al sole,
facendolo sciogliere in ricordi lontani
permettendo a noi umani...

...di vivere.


Aggiornamento 19 ottobre 2016:
Ho aggiunto adesso la musica. Si tratta del Preludio n°20 di Chris Zabriskie

Ritorno con due miei video

Ritorno con miei video, ma questo è un ritorno precario.




Lugo (RA), 23 luglio 2010, dopo il concerto di Lugocontemporanea
Sia chiaro che non sono una vera musicista, ma quando davanti a me si era presentata l'occasione di suonare l'arpa, strumento per cui ho una predilezione, non mi sono intimorita. Anzi, ero emozionata dall'idea di averla tra le mani che mi sono lasciata andare dopo un po'.
Infatti quei cinque minuti trascorsi per me non hanno avuto un tempo reale, non hanno avuto un tempo preciso.
Ribadisco però che non sono un'arpista, ma il piacere di aver suonato l'arpa mi ha fatto sentire in quel momento realizzata.




musica: Graveyard - A night with two moons di Jack Dangers

Si nota che ho una nuova videocamera?
P.S.: Qualche giorno fa ero su Youtube e vedo una piccola annotazione: mandare un video creativo a un canale per un contest e questi saranno esaminati dal Guggenheim. Mancavano 5 ore dalla scadenza e così ho mandato il video di "Bisogno d'Amore".