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martedì 8 dicembre 2009

Il fantasma della libertà

Questa volta vi parlo del mio quinto laboratorio teatrale.

Non si tratta di un solo testo, ma di più testi di Heiner Muller (Eppendorf, 1929 - Berlino,1995), drammaturgo e poeta tedesco. Forse questo autore è sconosciuto ai più qui in Italia, ma per importanza nel suo paese viene dopo Bertolt Brecht e di questo ne è considerato l'erede. Anzi, viene considerato dopo la morte di Samuel Beckett il più grande scrittore vivente di teatro. (fonte:wikipedia)


Heiner Muller,
foto di Roger Melis


I tre testi che abbiamo trattato sono prima Lysistrata 70, poi Der Gastarbeiter (il lavoratore immigrato) e La scarpetta di Cenerentola ovvero l'enigma della libertà.
Il primo testo è ovviamente un rifacimento della drammaturgia di Aristofane (che 4 anni dopo avrei reincontrato) dove le donne minacciano di prendere il comando. Il secondo parla di un lavoratore che dalla Germania ritorna a casa, in Croazia che dopo aver fatto l'amore stermina la sua famiglia e se ne va. Una particolarità del testo è che è composto soprattutto da frasi brevissime, quasi meccaniche, che non sembrano far trasparire alcuna emozione. Anzi, sembra che ci sia una completa freddezza. il terzo testo ricorda, sin dal primo verso, quando da bambini si gioca a nascondino solo che andando sempre più avanti sembra che sia un, due, tre, stella a essere raccontato e così abbiamo raccontato questa trasformazione. Nel testo il gioco viene raccontato in maniera tetra (per esempio come se quando ci si blocca, ci si impietrisce) e ogni tanto i due giochi si scambiano di ruolo.
Come succede poi a volte nei laboratori non-scuola vengono inseriti nuovi testi come La Libertà di Giorgio Gaber, significati tratti da vari dizionari della parola "libertà", un intervento di Hitler, che parlava appunto di libertà, e un mio testo sulla libertà in versione amletica che a posto del teschio c'è la maschera della Statua della Libertà.

Libertà o non libertà,
questo è il problema.
Se sia più stupido pensare di tenerti in pugno
oppure lasciarti andare via, sfuggendoti.
Dormire, morire, sognare...
Sì, sognare sì,
sognare di averti.

E così m'infilavo la maschera e alzavo la mano come se tenessi la torcia della Statua. Allora comparivano tutti gli altri tranne una ragazza in sedia a rotelle, anche lei con la maschera, che compare per ultima e che viene spinta da tutti noi riuniti in cerchio.
Per un bel po' siamo stati fermi col finale e per due motivi: quando eravamo con la torcia in mano (con la mano dovevamo farlo capire), facevamo come se la torcia cadesse e così la mano si trasformava in un saluto nazista, ricollegandosi così al discorso di Hitler, ma una ragazza non se la sentiva e così abbiamo cancellato l'idea. Ma la cosa che ci teneva più fermi era come far uscire la libertà in sedie a rotelle? Cosa farle dire? Abbiamo pensato a tutto e poi alla fine, ma molto alla fine, era farle dire Buffoni! che è un pezzo di quello che diceva la ragazza dopo il gioco nascondino/un, due, tre, stella.

Queste scelte, anche per quanto riguarda il nazismo, è da collegare ai diversi crimini fatti in nome della libertà. Sia inteso che per me la libertà è fondamentale, ma a volte, in nome di essa vengono fatte diverse scelleratezze. Si deve anche ricordare che Heiner Muller è vissuto in pieno regime, ha vissuto anche il dopo e contestava anche le ideologie sia del comunismo che del capitalismo.
Comunque io non sono qui per fare politica, anche perché se dovessimo parlare di queste cose non finiremmo mai, e adesso una lettera di scuse al signor Shakespeare:

Egregio signor Shakespeare,
so benissimo che il famoso dubbio amletico non centra per niente con il teschio, cosa che viene continuamente ripetuta in diversi spettacoli, ma le due cose stavano bene assieme. Spero che Lei mi possa perdonare, vero? Grazie, molto gentile.
Aggiornato: La ragazza che fa il suo intervento con il pezzo di Hitler è anche quella che dà inizio allo spettacolo con la battuta ARBEIT MACH FREI ovvero Il lavoro rende liberi che compare all'entrata del campo di sterminio di Auschwitz. Era un dettaglio che mi ero dimenticata di metterlo e ho voluto inserirlo perché mi sembrava che fosse importante e rilevante.

4 commenti:

  1. Mi fa piacere che hai intitolato questo post 'Il Fantasma della Libertà', chiaro riferimento al film di Bunuel, regista che adoro, e credo che piaccia pure a te. Sì, hai ragione, in nome della Libertà sono stati commessi e giustificati molti crimini nella storia, quindi bisogna usare questa parola sempre con cautela.
    Purtroppo non conosco Heiner Muller, e devo decidermi un giorno o l'altro a frequentare di più il teatro, e a tenermi aggiornato riguardo ai nuovi autori teatrali. Non so se nel vostro laboratorio non-scuola avete citato qualche verso di una delle più belle e famose poesia sula libertà, di Paul Eluard, spero di sì.

    "Sul vigore ritornato
    Sul pericolo svanito
    Su l'immemore speranza
    Scrivo il tuo nome

    E in virtù d'una parola
    Ricomincio la mia vita
    Sono nato per conoscerti
    Per chiamarti

    Libertà"

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  2. Ehm... mi ritrovo un attimo imbarazzata. In realtà Il fantasma della Libertà si riferisce al titolo dello spettacolo e ignoravo completamente che fosse un film di Luis Bunuel. Devo proprio decidermi a vedere i suoi film. No, non abbiamo usato quella poesia e mi fa piacere che tu me l'abbia mandata.

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  3. Mh...strano...Comunque chi ha dato il titolo al vostro spettacolo aveva sicuramente presente il film di Bunuel (che tra l'altro, ti ricordo, puoi vedere integralmente nel mio canale, perché è stata una delle prime cose che ho caricato. L'ho diviso in 10 parti).
    Riguardo la poesia di Eluard, quelli che ho citato erano gli ultimi versi, perché la poesia è molto lunga, e credo che sia facilmente reperibile su Google.

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  4. Se la guida sapeva del titolo credo di sì. Guarderò anche il film così scoprirò meglio questo regista.

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Grazie per i commenti