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mercoledì 14 marzo 2018

Teatro Accademia Marescotti (nona parte)



Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte
Settima parte
Ottava parte


Penultimo appuntamento questo e in via eccezionale non si è cominciato sabato 10 ma venerdì 9 fino a domenica 11.




Per la prima parte di venerdì abbiamo avuto Valentina Cortesi, la nostra vocal coach.




Ci ha parlato dell'importanza della lingua, di come essa sia un fondamentale muscolo posturale, di come diversi disturbi che includono altre parti del corpo possano dipendere da essa


immagine trovata su Google



Come ogni muscolo, anche la lingua ha bisogno di essere riscaldata e qui non sto parlando della voce anche se comunque è sempre un riscaldamento vocale.
Un esercizio che ci ha fatto fare è stato quello di massaggiare in fuori la lingua con una spatola. Lo si può fare anche con un dito.
Che cosa porta questo massaggio? Porta innanzitutto a rilassare la lingua e anche tutti i muscoli collegati. Inoltre capita che la lingua sia poco mobile proprio perché è poco usata: la si sentirà tirare.
Nell'esercizio successivo ci ha chiesto di dire i numeri e poi di farlo a bocca chiusa
Quindi non si tratta di mugugnare perché anche così ogni numero deve essere distinguibile.
Come? Usando la lingua che sbattendo sui denti e sulle pareti della bocca crea suoni.
Questo esercizio aiuta per l'articolazione e la proiezione della voce. Quest'ultima inoltre non va confusa con il volume.
Urlare non vuol dire necessariamente farsi sentire. Anzi, bisogna anche qui saper controllare la voce perché troppo spesso non si riesce a capire ciò che si sente. Inoltre porta ad affaticare inutilmente la voce, a creare una voce meno ampia e meno gradevole da sentire.
Sentendo la differenza tra il prima e il dopo in molti degli allievi, si poteva sentire che se anche l'esercizio non era eseguito alla perfezione, la voce era poi più piena mentre prima magari era solo di gola.
Infine ci ha sentiti nelle nostre scene, nei punti più critici per la voce.
Molte volte ci ha detto "Ricordatevi che state parlando al pubblico anche quando state parlando a voi stessi." Quindi non si tratta di direzionare la voce al pubblico, a quello più lontano come si dice, ma anche di coinvolgerlo nella scena come se assieme ai nostri compagni di scena oppure accanto a noi da soli ci fosse un altro formato da tante persone.


Si passa venerdì pomeriggio con Chiara Roncuzzi, assistente alla regia, e qui in sostituzione di Cristiano Caldironi, impossibilitato ad esserci e sabato e domenica con Ivano Marescotti a supervisionare le scene.



qui mentre si riprendono le scene per poi rivederle e così di correggersi



Come Ivano Marescotti ci ha detto sin dall'inizio del corso del Teatro Accademia Marescotti e sia nei due corsi di 100 ore, tutti noi allievi saremo trattati da professionisti.
Questo vuol dire anche che se la scena presentata non è rappresentativa di tutto il percorso effettuato, non ci sarebbe stata nello spettacolo finale ma questo non vuol dire che se una scena non è portata è stato tutto inutile perché comunque c'è qualcosa che rimane, c'è qualcosa che si è imparato.
Alla presentazione dello spettacolo del primo corso del 100 ore, lui stesso ha parlato di teatro di ricerca ma non nel senso che spesso viene dato, ovvero un teatro sperimentale, d'avanguardia, bensì un teatro dove sia la ricerca il punto nodale
Andare a cercare, anche quando si pensa di aver già trovato.
Si è detto piacevolmente colpito da diverse scene perché si è potuto vedere ciò: la ricerca e il progresso che era visibile nella scena.
Mi ricordo che durante le prove prima dello spettacolo del 100 ore, Ivano Marescotti aveva parlato delle sculture de Le Prigioni o Gli Schiavi di Michelangelo, sculture palesamente non finite, corpi che sembrano lottare per emergere dalla massa di marmo (si parla delle sculture fiorentine)



Schiavo che si ridesta



Schiavo detto Atlante




Ecco, un lavoro non finito ma dove alcuni parti si possono intuire e altre invece ci si può domandare come sarà


Quindi al prossimo weekend ovvero questo dove andremo al teatro di Fusignano (Ra) sabato e domenica per provare lì e poi domenica sera alle 21 ci sarà lo spettacolo finale intitolato Olio su tela




foto di Steven Bortolussi


Le foto in bianco e nero sono di Chiara Roncuzzi e sono precedenti a questo weekend.


Decima (ed ultima parte)



2 commenti:

  1. È vero, c'è ricerca e ricerca! E l'andare a cercare come è inteso qui mi pare una cosa preziosa ma che non è affatto scontato riuscire a gestire bene: immagino sia facile esagerare e andare in tilt. Ti auguro, vi auguro, un'ottima ricerca, anche dopo questo bellissimo corso!

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    1. Sì è molto preziosa. A volte c'è stato l'impulso di chiedere di dirci qualcosa di più, soprattutto all'inizio, ma ciò non ci avrebbe spinto alla ricerca

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Grazie per i commenti