tag:blogger.com,1999:blog-6384361518327919899.post2404051838195122099..comments2023-08-16T11:20:33.829+02:00Comments on Farfalle eterne: Il senso dell'autoritrattoAlmaCattleyahttp://www.blogger.com/profile/16991976947098109599noreply@blogger.comBlogger5125tag:blogger.com,1999:blog-6384361518327919899.post-75001504989397915532009-10-31T20:42:53.479+01:002009-10-31T20:42:53.479+01:00Ringrazio tantissimo Enigma e Michiamomari,e per e...Ringrazio tantissimo Enigma e Michiamomari,e per essere volute passare e lasciare una loro traccia anche qua. E anche se un po' in ritardo ringrazio sempre Andrea che mi conduce a nuovi testi su cui riflettere.<br />Grazie infinite a tutti!AlmaCattleyahttps://www.blogger.com/profile/16991976947098109599noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6384361518327919899.post-50411901127820344202009-10-31T17:10:01.898+01:002009-10-31T17:10:01.898+01:00ciao.. il post che ha pubblicato Veggie mi ha cond...ciao.. il post che ha pubblicato Veggie mi ha condotto a te..! passo per ringraziarti, hai scritto cose troppo belle, e per dirti che è stata una gioia conoscerti.Michiamomari, ehttps://www.blogger.com/profile/18441373538223617827noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6384361518327919899.post-69834461917673192682009-10-31T13:01:50.365+01:002009-10-31T13:01:50.365+01:00CùCù...
é permesso?
Arrivo dal blog di Veggie...
H...CùCù...<br />é permesso?<br />Arrivo dal blog di Veggie...<br />Ho letto su "a voi la parola" di oggi e volevo complimentarmi^^<br /><br />Purtoppo sono di fretta e quindi non sono riuscita a leggere tutto il tuo blog..<br /><br />Ma vedo che ti piace l'arte, la fotografia, il teatro... FANTASTICO!!!<br />Tornerò sicuramente a leggere con più calma, ora devo scappare!<br /><br />A presto!(Mai più)Enigmahttps://www.blogger.com/profile/14703529320837836435noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6384361518327919899.post-54222990849390171652009-10-25T21:49:06.613+01:002009-10-25T21:49:06.613+01:00(seconda parte)
"I soggetti che ama di più - ...(seconda parte)<br />"I soggetti che ama di più - fra cui certamente gli otto che danno vita a questa raccolta - sono spesso scrittori come Stevenson e Proust, ormai molto lontani nel tempo e nello spazio. Ma anche quando Pericoli ha effettivamente conosciuto e frequentato i suoi modelli - come nel caso di Montale e di Calvino -, l'idea di partenza, e il risultato, non cambiano. Il loro volto, sebbene familiare, rimane per Pericoli, prima che una sembianza da restituire, una mappa di cui servirsi per trovare ciò che si cerca, e che spesso si cela allo sguardo. Prendiamo il caso di Kafka, cioè di quello che col tempo è finito per diventare il volto della letteratura in assoluto. Di Kafka esistono, come si sa, poche fotografie, che coprono però l'intero arco della sua esistenza. Se nelle prime lo scrittore si concede all'obiettivo e sembra mosso innanzitutto dal desiderio di non deludere chi vuole vederlo - in primo luogo il fotografo -, col passare degli anni ogni disponibilità viene meno. Kafka tenta di nascondersi, e negli ultimi scatti l'istinto di fuga prende fisicamente la forma di una sorta di strabismo divergente. Proprio qui - cioè nel momento in cui un ritrattista convenzionale di fronte all'evidenza di un enigma getterebbe la spugna - comincia il lavoro di Pericoli, che non si accontenta di restituire un volto, ma vuole piuttosto aprirlo - o, come dice lui, scardinarlo, usando come grimaldello tutto ciò che di quel volto si sa, o si riesce a immaginare. Ora, per molto tempo i ritrattisti occidentali, da Rembrandt a Warhol, hanno tentato di nascondere ciò che scorgevano dietro una superficie pittorica sempre più perfetta, e sempre meno distinguibile dal suo oggetto. Il movimento di Pericoli procede in senso diametralmente opposto, e non esclude il ricorso a una modica dose di violenza - nei confronti del soggetto, ma anche del proprio stile, sempre pronto a essere capovolto, abbandonato o smentito. Lo testimoniano le pagine di questo album, in cui sono raccolti, insieme ai ritratti «finiti» anche alcuni degli infiniti tentativi, ripensamenti e scarti di cui è intessuto il lavoro dell'artista in generale, e di Pericoli in particolare. Perché, come diceva ancora Steinberg, «non è possibile trovare del nuovo senza prima abbandonare qualcosa».Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-6384361518327919899.post-41130442571931198082009-10-25T21:48:05.749+01:002009-10-25T21:48:05.749+01:00I tuoi post danno sempre spunti interessanti per r...I tuoi post danno sempre spunti interessanti per riflessioni e divagazioni. Riguardo al ritratto di un volto umano ad esempio, che sia un autoritratto o meno poco importa, non posso non pensare a uno dei miei disegnatori preferiti: Tullio Pericoli. Non ricordo se ti avevo già parlato di lui, ma secondo me è uno dei migliori ritrattisti in assoluto. Se ti capita, cerca in libreria i suoi ritratti editi da Adelphi, e sfoglia il libro per osservare i suoi ritratti a matita. Io non mi stanco mai di guardarli e imparare da lui. Ora ti trascrivo un brano scritto da un critico che riguarda proprio Pericoli ed è molto utile per capire cosa è in fondo un ritratto, e fino a che punto conta la somiglianza col soggetto.<br /> <br />«Fare un ritratto è difficile. Bisogna prima passare un momento critico in cui rapidamente - se si è fortunati - ci si sbarazza di tutti i luoghi comuni sull'arte del disegno». Quando (di rado per dire la verità) prendeva la parola, Saul Steinberg tendeva ad andare dritto allo scopo, senza troppe spiegazioni. Lo stesso vale per Tullio Pericoli che della sua opera non ama discutere - ma se lo fa, è altrettanto concreto. C'è quindi da credergli quando sostiene che fra i luoghi comuni a proposito del ritratto di cui parlava Steinberg, il più tenace e insidioso, quello che impone che fra il ritratto e il suo oggetto debba sempre e comunque esserci una somiglianza, è il primo da eliminare. Oltre che di innumerevoli teorici, la somiglianza è stata - e continua a essere, sotto diverse spoglie - il cruccio di quasi tutti i ritrattisti, quando scoprendo l'opera finita si sentono immancabilmente ripetere dal modello che qualcosa - nella piega della bocca, nell'arco delle sopracciglia, nel computo complessivo delle rughe - non torna. Da lì prende in genere avvio una discussione che coinvolge, appunto, concetti contrapposti di somiglianza, e in molti casi si conclude con un brusco raffreddamento dei rapporti. È un'eventualità cui Pericoli, per scelta, si sottrae. <br />(prima parte)Anonymousnoreply@blogger.com