sabato 22 agosto 2009

E non finisce mica il cielo part 2

E dopo una riflessione sul concetto di "arte", ecco un momento leggero. Come avete potuto leggere in una mia poesia, non considero la leggerezza come qualcosa di stupido, ma come qualcosa simile ad un respiro, ad una boccata d'aria.
Quindi, eccovi alcune finestre sul cielo che ho colto il mese scorso.


Lascio a voi le impressioni di queste foto. E ricordate che abbiamo i piedi sulla terra per crescere e la testa nel cielo per sognare.

mercoledì 19 agosto 2009

Il dilemma dell'arte

A volte mi viene un dilemma e cioè: quello che sto facendo è arte?
Mi spiego meglio. Credo che quasi nessuno possa spiegare esattamente cosa sia l'arte. Poiché è qualcosa come l'aria: impalpabile e inafferrabile.
A volte si dice "l'arte del cucinare", ma questo modo di dire è esatto? Secondo me no, almeno non del tutto. Prendiamo per esempio una torta di compleanno. Una torta è bella e buona e si consuma subito. L'arte può essere bella e buona e consumarsi subito?! Non credo e un'arte che è così si chiama moda. La moda è qualcosa di passeggero e a noi ci sono arrivati capolavori che hanno anche millenni, che hanno sfidato il tempo.
Forse questo dilemma mi viene perché mi rendo conto che sono giovane (ricordo che al momento in cui scrivo ho 26 anni compiuti da 2 mesi) e che sono all'inizio del mio cammino. Forse anche molti artisti da giovani si chiedevano se quello che facevano era giusto però so che sulla questione 'arte' hanno scritto. Qua di sotto riporto alcuni loro aforismi:
-L'Arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentare con novità (Ugo Foscolo)
-L'Arte è enigma e inquietudine. Un guardar oltre il precario teatro della vita scoprendo l'eterno nascosto sotto la cangiante apparenza (Giorgio de Chirico)
-L'Arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità (Thomas W. Adorno)
-L'Arte è un passo che va dalla Natura verso l'Infinito (Kahlil Gibran)
-L'Arte è un passo nella conoscenza verso l'Ignoto (Kahlil Gibran)
-Non esiste cosa che l'Arte non possa esprimere (Oscar Wilde)
-Se il mondo fosse chiaro, l'Arte non esisterebbe (Albert Camus)
-Nessun uomo ne sa mai abbastanza di qualsiasi Arte (Ezra Pound)
-Meta suprema dell'Arte è di cogliere l'assenza delle apparenze (Alessandro Morandotti)
-Fare Arte in questo periodo significa definire una porzione dello spazio non solo nel presente, ma nel suo passato e nel futuro (Giò Pomodoro)
-L'Arte non riproduce il visibile, piuttosto crea il visibile (Paul Klee)
-Artista è soltanto chi sa fare della soluzione un enigma (Karl Kraus)
-L'Arte è una bugia che permette di svelare la verità (Pablo Picasso)
-Fare Arte è creare come un Dio, comandare come un re, lavorare come un schiavo (Constantin Brancusi)
Beh cosa posso dire io che non stoni? Di solito si dice che l'Arte è un dono però questo dono è come un sorriso che più si dona e più si è ricchi. Quindi io mi sento responsabile nel donare, nel creare meraviglie, nel far anche riflettere, nel far emozionare e credo che solo il Tempo potrà dire se alla fine io sono stata davvero un'artista.
Per adesso io dono.
Come ho specificato qualche post fa, anche quando uso la parola "artista" nei miei confronti, non è per vantarmi. Ho troppo rispetto di questa parola per farlo. Soprattutto in questo periodo dove la parola "artista" viene usata per qualunque cosa e per giustificare qualsiasi cosa. Dove basta un successo per esser considerato a posto, dove il successo viene considerato l'unico fine e dove i soldi imperiano. Io non voglio diventare così, non voglio diventare vittima di questo stupido mercato.
Aggiornato

lunedì 17 agosto 2009

Le farfalle della notte

Come avete potuto ben capire, le farfalle mi piacciono tantissimo, forse anche troppo! Però non si deve dimenticare la loro controparte: le falene.
Per quanto sono ammirate le farfalle, per quanto sono disprezzate le falene. Ma perché tutto questo disprezzo? Forse perché non belle, non hanno colori e sgargianti e sono sgraziate? Può darsi. Oppure perché sono creature della notte e da sempre le creature della notte vengono demonizzate. Magari anche questo.
Però bisogna considerare una cosa: le falene cercano la luce e credo che in fondo cerchiamo tutti la luce quindi le falene sono molto simili a noi.
Ed ecco a voi delle foto di una falena che ho visto qualche giorno (o sarebbe meglio dire notte?). Era lì sul tavolo, ferma e immobile, e io ho ripreso a fotografarla e lei rimaneva lì immobile. Mi piace pensare che abbia capito che non volevo farle del male e che non la ritenevo un inutile insetto.




giovedì 13 agosto 2009

Consigli per chi vuole intraprendere la strada dell'arte

A volte quando dico a chi è di questo campo che anch'io voglio esserci, mi guardano come se dovessi andare da qualche parte e in più mi dicono "Buona fortuna". So benissimo cosa intendono: "Questo campo non è dei migliori per quanto riguarda i soldi...Per avere l'affermazione dovrai aspettare anni...Sarà molto difficile...Per mantenerti all'inizio dovrai far altri lavori..." Più che un viaggio mi sembra una scalata di una montagna e per di più a mani nude, ma va bene così. Non sono mai stata amante delle cose facili in e delle strade già spianate. Adesso mi sto dando da fare e se mi perdonate quest'insolenza, vorrei dare dei consigli a chi come me vuole intraprendere questa scalata. Forse non sono la più adatta perché ancora non ho finito di scalare però forse proprio per questo, posso capire l'impazienza di arrivare fino in cima, la voglia di aver tante cose da dire e da fare e la voglia di comunicarle a tutti...

Per cominciare, perché volete intraprendere questa "strada" ?
Consiglio che tutti quelli che vogliono far questo campo (e in particolare quello dello spettacolo) per emulare il loro mito (anche solo per incontrarlo) abbandonino l'idea perché la loro motivazione non è sufficiente così come dovrebbero abbandonarla tutti quelli che vogliono intraprendere questa strada solo perché così si sentono più fighi, sono ricchissimi a volontà, possono andare a tutte le feste... Beh mi dispiace molto deluderli, ma tutto ciò avviene raramente. In più queste motivazioni sono talmente deboli che alla prima difficoltà crollerete. Invece se vuoi intraprendere questa strada perché è più di una passione, è qualcosa che ti fa sentire vivo e non farlo è come toglierti un organo vitale, bene siete i benvenuti. Forse è banale ciò che ho scritto e sa di frase fatta però è sincero.

Bene inteso su cosa volete fare (questo dovrebbe essere chiaro già da prima) non vi dico quale strada sia la migliore (autodidatta o insegnamento?). Siete voi che sapete già qual è il meglio per voi. Comunque bisogna anche dire che spesso le due strade s'incontrano e che "l'insegnamento" non è dato solo dalle scuole specializzate, ma anche da corsi, laboratori... Assorbite tutto ciò che vi circonda e anche tutto ciò che è estraneo al vostro mondo perché in esso potete trovare degli spunti interessanti e degni d'attenzione. Siate curiosi e chiedete anche a chi è più esperto di voi, a chi è già nel campo. Se capisce che la vostra volontà è forte, non disdegnerà di darvi qualche consiglio (anche più utile dei miei) però forse tenderà ad essere vago perché l'importante è arrivarci da solo e con la propria testa.
Perché dentro voi c'è già un potenziale, una strada da percorrere solo vostra. Dentro di voi c'è già una vostra autenticità il che non vuol dire che sapete già tutto e che l'imparare cose nuove siano inutili. Voglio solo dire che dipende da voi soltanto. Se qualcosa non vi piace, lo capirete da voi. Comunque ascoltate, è importante che lo facciate. Ascoltate anche chi vi è magari all'inizio antipatico, chi vi sembra burbero e poco propenso al dialogo, ascoltate comunque e sempre e siate umili.
Ma che cos'è l'umiltà? L'umiltà non è da confondersi con un volersi mortificare, con tenere sempre la testa bassa. Essere umili vuol dire che voi avete le vostre idee, avete le vostre qualità e sapete che per "crescere" avete bisogno dell'aiuto degli altri. Dopotutto umiltà deriva da humus che vuol dire appunto "terra". La terra siete voi, la pianta ciò che volete intraprendere, ma solo il nutrimento della terra non basta per far sì che la pianta cresca, ma siete voi a sapere quali componenti ha la terra e che pianta c'è dentro di voi. Umiltà, non falsa modestia! Questo però non vi deve far intendere che voi potete tutto e subito: la preparazione ha bisogno di tempo e alla fine vi accorgerete voi quando buttarvi, ma se capita (come è successo a me) che credevate di essere pronti invece avete ancora bisogno di tempo, non ve la prendete con voi stessi. Anzi, rendetevi conto che senza quell'avventura, non vi sarete mai resi conto di una "debolezza" del vostro lavoro.
E non crediate che dopo che siate arrivati alla cima della montagna, la scalata sia finita. Sarebbe un grave errore pensar questo, peccherete di ingenuità. E allora quando finirà la scalata? Mai! Però vi accorgerete quando i raggi del sole si posano su di voi. A volte ci si arrampica su un masso che credevamo forte e invece poi si sgretola. A quel punto dovete essere forti e pensare se vale la pena andare ancora avanti o no. L'importante è che siate decisi. Però sappiate che se decidete di abbandonare questo campo non per sacrificio, ma perché sentite che la vostra strada è un'altra, non sarete mai perdenti in particolar modo se siete sinceri con voi stessi.
Prima ho detto che l'importante è ascoltare i consigli però non avevo aggiunto che l'importante è valutarli secondo voi. Nessuno vi può obbligare a seguire qualcosa che non vi convince del tutto, del quale non capite l'importanza.
Spesso può capitare che la strada intrapresa cambi. Non abbiate paura perché tutto ciò entra nella normalità se di normalità si può parlare in questo campo. L'importante è che non rinneghiate, almeno non del tutto, il passato, ciò che siete stati perché è questo che vi ha portati fin qui anche a quel cambiamento.
Credo di aver detto tutto (forse anche troppo) e scusatemi se vi ho annoiato. Come avete potuto notare, ho utilizzato molto spesso il condizionale perché, come ho detto qualche capoverso fa, anche questi sono consigli e, per giunta, io sono all'inizio di questa scalata. Magari c'è qualcosa che non vi convince e se volete, potete comunicarmelo. Però sappiate una cosa: ciò che ho scritto, come tutto quello che ho scritto finora, è qualcosa di sentito.
E mi raccomando: lavorate perché il genio (e l'arte) è un percento ispirazione e novantanove percento sudore (Thomas Edison) e infine gli esami non finiscono mai (Eduardo de Filippo)

venerdì 7 agosto 2009

Tesi: pittura-teatro

Ed eccomi col grande finale dei miei anni in Accademia: la tesi. Cosa fare? All'inizio pensavo di "indagare" sul rapporto pittura-teatro, ma mi veniva in mente una sola cosa: la scenografia. Così ho abbandonato il progetto e ho pensato a delle alternative e il mio professore di Storia dell'Arte le stava a sentire tutte. Ero passata dal voler fare il rapporto tra musa e pittore (sconsigliata dal professore perché diceva che poi andavo sul gossip) al voler fare i ritratti nella storia dell'arte. Alla fine, parlando con un regista e drammaturgo che conosco, scopro che nel legame tra pittura e teatro c'è molto di più della scenografia. Per farvi un'idea di quanto si possa nascondere, vi riporto il sommario della tesi:

INTRODUZIONE pag.1
Luce e ombra pag.2
Scenografia pag.3
La percezione del colore pag.6
Costumi pag.8
LA PITTURA NEL TEATRO pag.12
Il Bauhaus pag.14
Il teatro di Picasso pag.20
IL TEATRO NELLA PITTURA pag.29
Caravaggio, il più teatrale dei pittori pag.30
Rembrandt, il maestro della luce pag.44
Fussli, il pittore di Shakespeare pag.57
LA PITTURA NEL CINEMA pag.66
Cinema muto pag.67
Cinema sonoro pag.73
L’ALTRA ARTE – TESTIMONIANZE pag.81
Ermanna Montanari pag.82
Gianni Plazzi pag.86
EPILOGO pag.91
RINGRAZIAMENTI pag.92
BIBLIOGRAFIA pag.93

Prima ho voluto trattare di ciò che accomuna le due arti (Luce e ombra, Scenografia, la Percezione del Colore e i Costumi), poi ho voluto trattare di un teatro "pittorico" e di una pittura "teatrale". Per esempio, sapevate che Picasso è stato scenografo e anche drammaturgo? Infatti ha scritto due opere: Il desiderio preso per la coda e Le quattro fanciulle, quest'ultima mai pubblicata. E sapevate che il Bauhaus aveva un suo teatro?
Poi ho voluto cogliere in tre pittori elementi come la teatralità in Caravaggio, il contrasto luce e ombra in Rembrandt e la rappresentazione di spettacoli scespiriani in Fussli. Inoltre, ho voluto fare una piccola appendice che parlasse delle citazioni pittoriche nei film parlando anche di Salvador Dalì e la sua scenografia del sogno in Io ti salverò di Alfred Hitchcock. Piccola nota: solo dopo la tesi scopro che Dalì è stato contattato da Walt Disney per fare un piccolo filmato in Fantasia con gli elementi tipici del surrealismo di Dalì.
Infine una doppia intervista: la prima ad un'attrice teatrale, Ermanna Montanari che in gioventù ha studiato anche pittura e la seconda ad un pittore, Gianni Plazzi, che è diventato successivamente anche attore teatrale. E poi c'erano da fare tre dipinti e quindi ho voluto trattare un quadro dei tre pittori precedentemente menzionati: Caravaggio, Rembrandt e Fussli. Allora, per Caravaggio ho scelto Giuditta e Oloferne per il drappeggio rosso, presente anche nella morte della Madonna. Per Rembrandt, uno dei suoi innumerevoli ritratti e invece per Fussli un quadro tratto da Macbeth, la sua opera preferita assieme a Sogno di una notte di mezz'estate. Prima ci sono i dipinti reali e la mia interpretazione. Ah, per quanto riguarda Rembrandt, ho preferito concentrarmi sul viso. Per questo troverete l'inquadratura un po' sfalsata
Attenzione: io ho detto interpretazione non copia quindi non aspettatevi il quadro preciso preciso. Non sono, e non mi piace neanche farlo, una copista. Inoltre troverete nei quadri delle piccole intrusioni. Accettatele per come sono.


1)Giuditta e Oloferne, 1595-1596, Roma, Galleria Nazionale di Arte antica





Ed ecco la mia interpretazione:




2) Autoritratto, 1629 circa, olio su tavola, 37,9 x 28,9 cm, l'Aja, Mautitishius



Ed ecco la mia interpretazione:


3) Mrs Siddons nella parte di Lady Mcbeth che afferra i pugnali. 1812, 106 x 127, olio su tela, Londra, Tate Gallery


L'interpretazione di quest'ultimo quadro non c'è perché la tela è all'Accademia (si doveva lasciare un quadro). Quando l'avrò fotografata e quando sarà aperta l'Accademia naturalmente, metterò anche la mia ultima interpretazione
Come ho già detto poco fa, io non sono una copista e non mi piace neanche esserlo anche perché non ne sono capace e non ne sento il bisogno. Forse le mie interpretazioni deluderanno qualcuno, non sono come piacciono a loro, non se le ricordano così, ma almeno sono mie. Con questo non voglio dire che le mie interpretazioni sono migliori degli originali (figuriamoci, non me lo sognerei neanche), ma sono diverse.

Credo che tra i tre quadri, il primo sia minore, parlo tecnicamente, ma ho una bella storiellina da raccontarvi. Per fare il primo e anche il secondo quadro, mi sono basata sui quei cataloghi che trovi a 2 euro circa e da quello faccio la quadrettatura, il disegno, il colore... Più avanti prendo un libro su Caravaggio, vedo l'immagine di quel quadro e rimango allibita: nell'immagine c'erano colori che in quella che avevo preso in considerazione, non c'erano! Guardo anche l'autoritratto di Rembrandt e idem! In fretta e furia ho rifatto i due quadri anche perché c'era una scadenza di consegna da rispettare. Il terzo invece l'ho fatto con più calma. Poi fino ad allora avevo usato i colori ad olio, ma sapendo della consegna, decido di optare per gli acrilici, meno luminosi, ma si asciugano prima. I colori ad olio si asciugano in 1-2 settimane. Bene, visto che io uso tantissimo colore, la tela si asciuga in un mese e anche più!
Infine vi racconto per la stesura della tesi. Qualche mese prima della consegna della tesi, stavo digitando sul computer il testo quando ad un certo punto non procede più e mi dice se voglio ripristinare il testo. Lo ripristino, digito una sola lettera e il testo scompare chiedendomi se lo voglio ripristinare e così all'infinito per diverse settimane senza riuscire a digitare il testo. Ero arrivata ad un punto che lo stress mi usciva dalla pelle. La salvezza sta che uno (non me lo poteva dire prima?) mi dice che alla Biblioteca della mia città, la Classense, se non vai su Internet, è gratuito. E così ho passato pomeriggi interi a digitare il nuovo testo.
La discussione è avvenuta il 29 giugno del 2007. Tempo stupendo, mi hanno dato 5 punti arrivando così a 106. Ah vi dico, per chi non lo sapesse, che il massimo di punti è 10 nelle Accademie. Mi va benissimo così.

E adesso vi lascio con l'epilogo della tesi che vuole essere un inizio per la vita futura:

Dopo questo viaggio nel mondo dell’arte, a me cosa rimane? Sicuramente è stata un’avventura in cose che destavano il mio interesse, ma che non ho approfondito pienamente. Mi sono sentita come una bambina davanti ad una matrioska: ogni volta che l’aprivo, ne scoprivo una nuova, e poi ancora un’altra fino a non trovarla più o meglio di trovare la sua essenza, l’essenza dell’arte. Non sono così presuntuosa da sapere cos’è l’arte, ma so cosa non è. Si dice che l’arte è l’imitazione della natura, ma, secondo me questa informazione è sbagliata, perché un’imitazione, anche se perfetta, è vuota, senza anima. Ma se ci mette l’interpretazione, e ciò vale non solo per il teatro, dell’autore sul soggetto, questo prende subito vita. Durante il corso della mia vita artistica che sto per apprendere, spero di camminare seguita dal mio istinto, quello che mi ha portato a scegliere fino ad ora la mia "interpretazione" sull’arte.



Aggiornamento 1° novembre 2014:
Qui trovate le interviste che ho fatto per la tesi e la bibliografia se vi interessa.


mercoledì 5 agosto 2009

Altri dipinti

Questi sono dipinti che non ho fatto in un anno di Accademia, ma che ho fatto negli ultimi anni dell'Accademia. Quindi sono da considerare dei dipinti a parte.


Come avete potuto ben vedere nei dipinti precedenti, io sono innamorata del colore! Qui però ho voluto esagerare.
Il dipinto l'ho fatto nel 2006 e l'ho voluto chiamare Liberty come quella corrente artistica del fine Ottocento, primo Novecento (chiamata così in Italia) caratterizzata da una natura molte volte stilizzata che spesso circondano bellissime donne come nei lavori di Alfons Mucha. C'è da dire però che nei suoi lavori, i colori sono tenui mentre qui il colore è così tanto che è aggrumato. Questi "grumi" li considero come delle piccole gemme. Dietro non c'era un pensiero, ma un'immagine precisa e una voglia di sperimentare, di esagerare. A volte mi sento una bambina nei confronti del colore, una piccola alchimista e qui ho voluto esagerare con le dosi.
Altri due dipinti, fatti nel 2007 molto prima della tesi.


Nei dipinti dei primi anni dell'Accademia, c'era sempre qualcosa che da afferrare: un raggio di luce (Luce sofferta), una colomba azzurra (Elevazione alla Purezza). Alla fine qualcosa si è mosso, qualcosa ed è una farfalla che con le sue ali sfugge alle mani di chiunque la voglia prendere, ma se sei lì e tendi la mano, la farfalla viene e ti soccorre anche. Il primo quadro si intitola Verso la luce ed questa farfalla piena di colore che è vicina ad una cavità di luce. Non vi voglio spiegare cos'è quella cavità di luce, vi voglio abbandonare, dolcemente, alle vostre sensazioni e percezioni. Io so cos'è, ma credo che sia presuntuoso da parte mia volervi obbligare a vedere ciò che voglio io e inoltre credo che spiegare la propria opera d'arte non fa parte dell'artista. Il secondo quadro è una ragazza, ma , che tocca le ali di una farfalla. Pensate che una signora alla mia ultima mostra ha detto che toccava due seni. In effetti, un po' assomigliano. Il quadro s'intitola Psiche e il suo significato risiede nell'Antica Grecia. Infatti gli antichi greci con il termine psyce davano molti significati: anima, farfalla, respiro, soffio vitale, vita e Psiche è la ragazza che assieme a Eros, forma, per me, uno dei più bei miti dell'Antica Grecia. In questo quadro ho avvertito di avere una padronanza del pennello che prima non sentivo. L'ho sentita soprattutto in quella sfumatura di verde chiaro. E' stato duro, ma ce l'ho fatta. Comunque non crediate che ora mi ritengo a posto. Ah, come potete ben notare le farfalle non sono come le si incontrano tutti i giorni: sono stilizzate, ideali (nel senso che fanno parte della mente).
Ecco, gli anni dell'Accademia sono finiti. Il prossimo post sarà sui dipinti della tesi e verrà introdotto così anche il mondo che nel secondo anno mi folgorò per sempre: il teatro.


Aggiornamento: qui potete leggere il mio post sul mito di Eros e Psiche e sono anche inserite molte (se non quasi tutte!) delle opere ispirate a questo racconto che viene considerato come la madre di tutte le favole.

domenica 2 agosto 2009

Dipinti dell'Accademia 3°anno

Ed eccoci a questo agognato terzo anno. Agognato per voi che leggete, ma credo che rimarrete delusi se da tanta attesa aspettate tanto.

Allora, il mio stile assolutamente personale e anche anti-accademico, se me lo permettete, ha colpito subito i miei colleghi dell'Accademia e persino i miei professori incluso quello di pittura, Marco Neri. Da sempre mi sono considerata, e anche adesso, una "spadaccina" con movenze (del pennello) veloci e scattanti, contrapposta ai "chirurghi"- questi nomi me li sono inventati io - dal polso sempre fermo e dal lavoro minuzioso e questi ultimi erano la maggioranza, ma...
E beh sì, c'è un ma. Dopotutto non si inizia subito alla perfezione, bisogna lavorare per affinare il proprio stile ed è così anche per me. Due cose mi mancavano: la piena padronanza del pennello e il lavoro in serie. Il mio professore diceva che "La potenza è nulla senza il controllo" e poi che il lavoro doveva avere un filo conduttore. I quadri precedenti anche se rappresentavano donne, non avevano qualcosa che specificatamente li univa.
Per la padronanza del pennello allora c'era ancora molto da fare, ma per la serialità invece potevo partire subito e così contrapposi due serie che avevano in comune il ballo e il cielo e si chiamavano: Alba ballerina e Aurora boreale danzante. Di queste due serie vi farò vedere la seconda poiché la prima l'ho voluta donare a delle persone a me molto care.









Non lo considero un lavoro eccelso. Il primo quadro lo giudico di buona fattura, ma gli altri non mi sembrano all'altezza. Così come è successo alla serie Survivor, il buon lavoro finisce al primo quadro. Comunque non li considero dei fallimenti, considerateli come dei tentativi per raggiungere una completa formazione. Inoltre chiedo scusa per la qualità delle foto e poi ho preferito ritrarre i miei quadri nella loro completezza poiché è il movimento ad essere padrone oltre il colore.

C'è una curiosità attorno a questi quadri: i movimenti li avevo presi a caso senza badarci molto. Dopo aver finito mi resi conto che questi movimenti avevano una loro continuità come se fossero dei fotogrammi di uno stesso film. Perciò misi una stella che facesse capire la conseguenza dei movimenti, per far sì che chi guarda viene orientato da questa stella. Decisi nell'ultimo quadro di fare una stella enorme che significasse appunto la fine della danza. I colori di queste piccole creature (i quadri sono tutti della stessa grandezza, 50x50) sono ispirati ovviamente dalle aurore boreali. Non le ho mai viste dal vero, ma le trovo assolutamente meravigliose peccato non essere riuscita a trasmettere questa sensazione.


P.S.: Cercando questi quadri, ne ho trovato uno che consideravo disperso.
Eccolo qua:



E' un paesaggio realmente esistente, l'ho preso da una foto. Solo che sotto quell'arco di pietra c'era un piccola isola rocciosa, ma io ho preferito eliminarla. E' del primo anno. Che ne dite? Ah, non chiedetemi dov'è perché non lo ricordo più.
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